Ciao Amici Viaggiatori! Tornato sano e salvo da Bangkok, dopo un viaggio tutto sommato piacevole, sono di nuovo nella “stanza dei bottoni” come si usava dire negli anni 90 o giù di lì (anche se era riferito ad altro in verità), ma per chi fosse troppo giovane per aver assimilato tale modo di dire poi riadattato a vari contesti, pensate in questo caso specifico ad una stanza dove la tecnologia la fa da padrona ma c’è anche una vetrina con tutti i cimeli pieni di ricordi accumulati negli anni, un paio di comode “sedie da gaming”, c’è un cabinato arcade da sala giochi e tante altre cose sfiziose (ma questa è un’altra storia) e soprattutto è il posto dove il vostro amichevole Redattore di quartiere passa buona parte del suo tempo quando non è in giro a divertirsi o a guadagnare due spicci lavorando col sudore della fronte.

Sono atterrato a Firenze mercoledì sera intorno alle 23:00 e ancora non ho trovato il tempo di buttare giù due righe per concludere l’ultimo diario di viaggio, questo perché il mattino seguente ero già sommerso di lavoro, cosa che da una parte mi ha permesso di tenere a bada la solita “Thailandite” ma dall’altra mi ha devastato ancora di più poiché cambiare abitudini, temperature, alimentazione e mood giornaliero in generale nel giro di una notte in seguito ad un viaggio durato una ventina di ore in totale dopo 15 giorni di “faccio quel cazzo che voglio quando ne ho voglia”, non è mai facile. Comunque…

Gli ultimi due giorni nella capitale della Terra del Sorriso sono stati un mix di eccesso e pace interiore come non capitava da tempo. Eccesso perché l’ultimo giorno, dopo la mia solita visita al 7-Heaven dove stavolta sono stato servito da Miki, sono andato direttamente al Vovo poco più avanti per concedermi un altra sessione di vizi scegliendo l’opzione “Combo”, la stanza “Classroom” e una procace signorina della quale ahimé non ricordo più il nome ma ricordo bene le sue tette, le sue mani, e la sua bocca, davvero brava e piacevole, tant’è che è riuscita a farmi concludere senza particolare difficoltà nella mezz’ora nonostante avessi già dato mezz’ora prima, quindi brava davvero. Il servizio in questione al costo di 2300 Baht(non poco) comprende la stanza a tema, la signorina in uniforme scolastica con gonnellino + autoreggenti e il fatto che a vostro piacimento possa togliere parte dell’outfit o tutto, restando con le sole mutandine addosso. In questo caso vista la bontà del suo seno si è addirittura prodigata per un po’ in una soddisfacente “spagnola”, inginocchiata tra le mie gambe mentre godevo delle sue attenzioni seduto su una comoda poltrona in pelle, molto piacevole devo dire, poi è venuto tutto il resto del servizio previsto e alla fine sono venuto anch’io tra quelle labbra. Non ero più tornato al Vovo dall’anno scorso e posso confermare le sensazioni dell’ultima volta, una “Pump Station” di buon livello con piccole opzioni extra per gli amanti del genere e una sensazione generale di “esperienza su misura e di buon livello” dall’entrata all’uscita. Sempre tutto molto pulito e in ordine, gli ampi spazi in reception e in corridoio donano un senso di informalità (a differenza del vicino 7-Heaven dove ogni minimo spostamento è votato alla privacy e al non far incontrare le altre ragazze e i clienti in compagnia di quest’ultime nei vari corridoi) e l’atmosfera giocosa all’interno mette il cliente a proprio agio fin da subito. Un po’ caro nel totale, ma è un’esperienza da ripetere ogni tanto senza pensare a quei 25 euro in più degli extra.

Un altro eccesso è stato quello della notte prima, più in termini di tempo che non di denaro, infatti dopo aver goduto di un’ora e mezza nel pomeriggio al Toro nuru massage che ancora non avevo provato (ma ne parlerò dopo e a breve arriverà la scheda di recensione) in tarda serata sono passato al Butterflies in cerca di ispirazione e l’ho trovata in una giovane figlia dell’Isaan di nome “Poppy” che ovviamente ha anche un nome thailandese impronunciabile tatuato addosso ma non saprei nemmeno come scriverlo. All’entrata del Go Go c’era la solita Mamasan intenta a mangiare in balconata, quando passo di li mi fa cenno che verrà a salutarmi, le dico ridendo di stare comoda ed entro. La mia cameriera di fiducia non c’è più da metà agosto della scorsa estate ma l’altra nanerottola sua ex collega c’è ancora e mi tratta sempre con un certo riguardo, forse perché sa che alla fine un drink l’offro anche a lei se fa la brava, quindi in temporanea assenza della “Capasan”, su mia richiesta si prodiga per trovarmi un buon posto sui divanetti in tribuna e lo trova, mi accomodo, prendo un gin tonic e mi guardo intorno. Ci sono diverse signorine papabili già impegnate ma qualcuna degna di nota è anche sul palco. Poco dopo arriva la “capasala” a salutare e visto che probabilmente non metterò piede li dentro per almeno sei mesi le offro un drink, lei mi esorta a scegliere una Girl di compagnia, nel mentre passa li davanti un’altra cameriera che mi sta un po’ simpatica e non è nemmeno brutta, quindi scherzando indico lei.  Le offro da bere e diventa ufficialmente la sostituta della mia vecchia cameriera di fiducia, è simpatica e per quanto non sia più fìga delle girls in bikini non è nemmeno così male a guardarla bene (Ah, sono incurabile, il mio fetish per le cameriere non se ne andrà mai^^), faccio un brindisi con loro mentre una dal palco mi guarda e sorride, e da come si agita per farsi notare probabilmente vorrebbe le lanciassi un arpione addosso per farla scendere da li, ma non mi ispira quindi tendo a ignorarla per quanto possibile, però dall’altra parte del palco a centro sala noto due tipe che vagano in coppia, una magrolina piuttosto alta e l’altra più compatta in stile “mignon” ma con un bel culo pieno, quasi una rarità da queste parti. Sto per rubare il laserino alla cameriera per chiamarla ma qualcuno mi anticipa dalla tribuna e vedo la lucetta rossa puntata su lei e la sua amica. Il tizio è proprio nel divanetto in alto dietro me, le girls mi sfilano accanto, la tipina lancia un’occhiata e sorride, peccato l’abbiano scelta, a vederla da vicino ha anche un bel faccino. Inaspettatamente dopo nemmeno un minuto mentre stavo guardando la magrolina con le tettone di silicone sul palco vedo le due di prima che tornano sul parterre… Un segno del destino direi, si vede che all’altro tizio non piacevano o c’è stato un misunderstanding, meglio per me. Attendo che la signorina salga sul palco per il suo turno e appena mi guarda le faccio cenno di raggiungermi, ride, scende e viene a sedersi. Drink per lei e per la cameriera, perché mi va. La bambolina dopo un paio di drink si scalda a dovere e mi scalda anche il pisello sedendosi su di me con quel culetto bello pieno, istiga, provoca, sbaciucchia, e quando dopo un prolungato massaggio sulle mutandine sto per infilarle un dito nella figa capisco che è il momento di invocare il barfine. Arriva la cagacazzosan e dice: “700 + 4000 short time”, potrei ribattere dicendo 3000 e probabilmente accetterebbe, ma mi sento generoso ed è praticamente l’ultima sera che posso divertirmi senza limiti prima di tornare nello stivale, quindi fanculo, le dico che va bene e di portarmi il conto così mi porto la donzella in camera. Va a cambiarsi e dopo un po’ torna in abiti civili come da copione, quindi a mezzanotte usciamo, saluto la “Mamasanta” e mi incammino verso Soi 6 con questa gnoma che nonostante  le scarpe con zeppa di almeno sei centimetri rimane una nanetta, molto carina però, diciamolo. Prima di arrivare all’angolo tra Soi Nana e Soi 6 cambio lato della strada per evitare la Viet-girl che è li in attesa di clienti, ovvio che non le devo niente, ma siccome mi ha cercato più volte e non le ho nemmeno risposto mi sentirei un po’ dispettoso a passarle davanti con la concorrenza senza dirle niente, quindi la prendo larga e arriviamo in Hotel. Appena entrati nella mia camera al Dynasty Grande la tipina inizia a elogiare la stanza, “Nice big room! i like.” apre la porta del bagno “Wow”, poi si siede sul letto “Nice bed, so big!”, inizio a pensare che le piacciano vagamente le cose grandi^^, ma a parte questo intuisco già che dopo la scopata non dormirò da solo nemmeno stanotte, e infatti, verso le due dopo la doccia e il primo round, invece di ricomporsi e andarsene lei si adagia tranquilla sotto la coperta intrecciando le gambe con le mie come a dire “Non me ne vado nemmeno se mi prendi a calci ma nel dubbio ti tengo fermo“. Allora me la pastrugno un po’ strizzando quelle chiappette mentre l’abbraccio, poi sguscio via dalla sua “morsa letale” ed esco dal letto. Mi guarda dubbiosa, la copro fino al collo con la coperta e le dico “Io vado in balcone a fumare, te resta pure qui a dormire se vuoi”, quindi sorride soddisfatta “Goodnight”, e coprendosi anche il viso scompare sotto la coperta. Che bellina che è, mi piace e può restare quanto vuole questa notte, tanto poi paga il conto quando si sveglia. Esco in balcone, sfumacchio, scrivo due cazzate con gli altri viaggiatori nel gruppo Bangkok Birre e Balorde su Whatsapp, poi rientro vado in bagno e raggiungo la mezza sega sotto le coperte. Un minuto dopo mi arriva una mano praticamente in faccia e infila una gamba tra le mie, dev’essere un riflesso condizionato, o magari era un serpente in un’altra vita e uccideva così le prede, chissà^^. Lei è ancora tutta sotto la coperta, controllo che stia ancora effettivamente respirando, poi chiudo gli occhi per un’oretta. Quando li riapro vedo che è riemersa da sottocoperta e la vista del suo seno e di quel bel viso addormentato mi fanno venire una certa voglia. Stavolta mi tuffo io sotto la coperta e la sveglio a colpi di lingua, lei mugugna un po’, sta al gioco, ho voglia di inforcarla ma ho anche voglia di quel culetto bello pieno e sodo che è un piacere da sculacciare, copro il bimbo pelato, l’aiuto a ribaltarsi e mezz’ora dopo ha superato anche lei il Test della Sacra Pecora. Ci diamo una rinfrescata al volo, due moine di rito e si ripete la scena di prima, mi accendo una marlboro in balcone mentre lei riposa sul letto, nel frattempo mi sento ispirato e faccio l’upgrade alla classe premium anche per il volo di ritorno, alla fine con quei due giorni di stop forzato ho speso meno del previsto, il budget c’è, quindi pensando che in fondo si vive una volta sola spendo quei 200 Euro di upgrade col sorriso sulle labbra, bevo un sorso di thè al miele e la raggiungo, sia sul letto che nel mondo dei sogni. Alla fine se ne va verso le sette del mattino dopo una fellatio di ringraziamento drenando poi l’ultima goccia del mio sacro nettare con l’aiuto delle sue mani da fatina, una fatina del cazzo, letteralmente. E menomale che doveva essere Short Time.

Piccola parentesi: dopo tutti questi anni ormai ho capito che se alloggi in un buon hotel/appartamento e prelevi la tipa intorno alla mezzanotte o poco dopo per uno Short Time, nella maggior parte dei casi resterà a dormire come fosse un Long Time, beneficiando poi al mattino (o a più riprese nella notte come in questo caso) dello stesso servizio del servizio più costoso, e senza il rischio che se ne vada via prima del tempo con una delle classiche scuse quando hai già pagato per un LT. Non è una scienza esatta ma ci si avvicina molto. Probabilmente approfondirò l’argomento nel prossimo Pensieri Random di un Puttaniere perché ci sono molte cose da dire a riguardo. Chiusa parentesi.

Per quanto concerne la pace interiore di questi due giorni mi riferisco invece ad un senso di tranquillità quasi assoluta, sia nel penultimo giorno con il Nuru Full Service al Toro, dal quale sono uscito decisamente rilassato e in pace con il mondo, sia per la mancanza di quella solita sensazione di malinconia anticipata che ogni volta mi pervade quando si avvicina la data del ritorno e diventa angoscia quando è il momento di lasciare la città verso l’aeroporto. Addirittura mi è venuta voglia di acquistare dei piccoli souvenir per amici e parenti vari nel pomeriggio, come un normale turista di passaggio in città, cosa che in genere evito proprio per quel senso di “addio” che mi provoca.

L’ultima sera dopo la doppietta ai “pompinifici” di Soi 33 sono passato a fare due saluti, ho evitato Nana Plaza perché troppo impegnativo fare il giro dei GoGo in cerca di balordine e Mammesan da salutare, ma sono passato per una birra all’Orange Bar di Soi 7/1 dove non c’era l’abbondante NaNa ma solo l’amica magrolina con le tette siliconate e altre colleghe ignorabili, poi sono stato ai Bar di soi 7 per un “Ciao” alle signorine che ricordano la mia brutta faccia, come la Milk che da quando non lavora più all’orange mi sembra migliorata sotto ogni aspetto, si vede che ha trovato un certo equilibrio, mi fa piacere. Purtroppo non c’era quella stronzetta di Baimon, e non avendo più il suo contatto per via del cambio di numero su Line non ho potuto salutarla in altri modi. In compenso c’era la sua collega biondina che per qualche ragione ignota si ricorda di me anche se io mi ricordo a malapena di lei, e la LB Gift che in questi giorni non mi ha dato tregua con i messaggi ai quali ho sempre risposto con una scusa più o meno credibile, salvo poi scoprire che una delle sue amiche le ha detto di avermi visto in giro una sera quando le ho scritto che non mi sentivo bene ed ero rimasto in Hotel (altro che CIA o servizi segreti israeliani e KGB, queste sanno tutto). Sembra in qualche modo realmente dispiaciuta del fatto che me ne vada, peccato che abbia il pisello, per il resto la sua compagnia è più piacevole di quella di molte ragazze che ho incontrato, e non solo in Thailandia, ma questa è un’altra storia…

Infine sono tornato in Soi 11/1 fermandomi a mangiare del buon manzo grigliato accompagnato da un piatto di morning glory al Krua Khun Puk, ristorantino molto popolare nella zona che offre ottimo cibo a prezzi popolari, infatti se andate in più di una persona di solito c’è da aspettare per un tavolo anche alle 4 di notte, e infine sono passato a salutare l’amico di giochi all’Orange Bar e tutte le contadinelle dello staff presenti, qualcuna la rivedrò al prossimo giro, altre no, ma poco importa. Stavolta il premio simpatia lo vince la simpatica Miyu che anche da ubriaca mantiene un’invidiabile innata dolcezza e per quanto non abbia avuto molte occasione di interagire con lei è sempre stata poco invadente e piacevole. Menzione speciale per Pik, che se ne avessi tempo e voglia sarebbe da lavorare ai fianchi per vedere cosa succede, ma di portarmela in camera per una scopata e via non ne ho voglia e nonostante i suoi numerosi assist con i quali si è praticamente proposta più volte in questi giorni, specialmente dopo le 4 di notte, ho preferito evitare, non perché non mi piaccia, ma per l’esatto contrario. Però non mi convince del tutto, il tempo a disposizione è limitato, e la scelta è infinita, va bene così. Le altre sono il solito contorno caciarone che ci sta e fa atmosfera, ma una vale l’altra, a parte la solita Ink, che a seconda dell’umore e della quantità d’alcol che ha in corpo diventa amabile oppure odiosa da una sera all’altra, ma considerando che è una pischella irrequieta e parecchio maialina la si lascia così com’è. Sorseggio l’ultima birra con molta calma, saldo il conto, saluto e attraverso la Sukhumvit per l’ultima volta. Alle 5:00 il tempo sembra si sia fermato, i minuti passano lenti, c’è quiete nella stanza e c’è calma nella testa, non vorrei andarmene, certo, ma il pensiero non mi angoscia, esco in balcone, lascio la porta a vetri spalancata, le zanzare possono anche entrare, tra poco non sarò più li a farmi pungere, prendo l’ultima lattina di caffè, la bevo, fumo l’ultima sigaretta seduto in pantaloncini e infradito osservando le balorde nella notte che entrano ed escono da quel seven eleven la sotto nel palazzo affianco, è tempo dell’ultima doccia, acqua calda, il vapore annebbia anche lo specchio, suona la sveglia sul telefono, manca poco, mi vesto, chiudo i bagagli, saluto la mia stanza e scendo. La signorina alla reception, la stessa che più volte in questi giorni mi ha chiamato quando le mie ospiti lasciavano l’hotel, ha gli occhi assonnati e sembra voglia dormire, ma è attenta, un check out rapido e indolore e un ultimo sorriso: “Serve un taxi?” – “No faccio da solo, grazie”. Bolt provvede a trovarmi un autista con SUV per l’aeroporto, tempo 2 minuti, lo vedo è praticamente all’inizio di Soi Nana. Due minuti dopo lo vedo entrare nel parcheggio dell’Ibis Styles all’angolo dove posteggia sempre la viet-girl. Un messaggio: “In quale Hotel sei?” Gli scrivo il nome dell’Hotel, vedo che esce da li e si ferma all’angolo della strada. “Soi 6” gli scrivo. Riparte titubante. “Vieni più avanti” gli scrivo. “Ok” risponde. Riconosco il mezzo e allungo il braccio col telefono in mano, finalmente mi vede e parcheggia, sembra un tipo apposto, solo un po’ rinco. Lancio i bagagli nel baule e si parte. Mi chiede se può fare l’autostrada così arriviamo prima. “Up to you” è la mia risposta, sapendo che è così in quanto non è la prima volta ed effettivamente si risparmia qualche minuto prendendo l’autostrada, anche se il costo della corsa aumenta di un’ottantina di Baht. Osservo la città che pian piano si dirada fino al Suvarnabhumi. “Che compagnia aerea?” mi chiede l’autista. “Air France”. Quindi è rinco solo con gli Hotel, bravo. Parcheggia, mi mostra il conto che è quello iniziale di Bolt + 75 Baht per l’autostrada, mi aiuta a mettere lo zaino/valigia sulle spalle e mi porge l’altro bagaglio, prendo i soldi in tasca e faccio cifra tonda: “Va bene così”. Lui ringrazia, mi augura buon viaggio ed io raggiungo l’area fumatori dopo l’ultima entrata, resto li una mezz’ora nell’aria fresca del mattino, il sole sorge e inizia a scaldare, spengo l’ultima sigaretta, mi volto appena entrato dalla porta automatica, la porta si chiude dietro di me “Ciao Ciao Bangkok, ci si vede”.

Questa volta passo i controlli in 15 minuti e il resto è attesa in giro per l’aeroporto. Ho anche tutto il tempo di fermarmi al Burger King per una scorpacciata di Nuggets e patatine (sperando che il pancino non si offenda) e poi mi avvio al Gate aspettando l’imbarco. Il volo di rientro è piacevole, stanco ma rilassato mi addormento subito dopo il decollo, mi sveglia il tizio dietro imbranato che ha problemi a tirare giù il vassoio. Meglio così almeno mangio anch’io. La Premium è effettivamente più confortevole della Economy, champagne di benvenuto, un ricco menù con piatti gourmet, posate di metallo invece che di plastica, vassoi più grandi, un utile amentity kit nel pratico astuccio, con comode calze, paraocchi, tappi per le orecchie e mini spazzolino e dentifricio, sedili più larghi, più comodi, copertina che non è in tnt, uno schermo del sistema di entertainment più grande e cuffie che isolano bene dai rumori esterni, per quanto riguarda lo spazio di fronte invece non avrei avuto particolari svantaggi avendo prenotato comunque il posto vicino all’uscita di emergenza in Economy, che se non altro permette di distendere completamente le gambe sebbene il sedile sia di una larghezza appena sufficiente, ma su tutto il resto la differenza si percepisce per l’intera durata del volo, che è poco meno di 12 ore da Bangkok a Parigi.

Nella città della tour Eiffel sono le 17:30 del pomeriggio ed io in aeroporto sul tapis roulant inizio a fare le prime chiamate di lavoro, ormai le “jeux sont faits”, come dicono da queste parti, e lo scalo di tre ore e mezza è solo un ultimo momento di relax prima del rientro.

L’aereo da Parigi a Firenze è mezzo vuoto, per questo tratto sono in Business, prima fila e ho due sedili liberi accanto, magari non serviva su un volo di un’ora e mezza, ma i deliziosi gamberi nel mio piatto dicono il contrario e quei due formaggi francesi e il delizioso tortino al limone approvano. In questo caso i sedili sono gli stessi, cambia il trattamento e la priorità, oltre al fatto di essere nelle prime file dell’aereo e saltare la coda all’imbarco. Un ultimo sfizio per  chiudere il cerchio, una buona Fine per questa vacanza che dà Inizio al 2025 nel migliore dei modi.

E con questo non mi resta che salutarvi e ringraziare tutti gli Amici Viaggiatori che ho incontrato e tutti coloro che mi hanno fatto compagnia in questa ennesima piccola avventura in un modo o nell’altro. Che sia un ottimo 2025 per tutti voi! Io per ora mi godo un tranquillo weekend di relax e poi ricomincio a scrivere, perché come sempre ho troppe cose da fare e troppo poco tempo per farle.

Alla prossima!

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