Viaggiare in moto in estate, godersi le curve da una prospettiva puramente ludica e spensierata, macinare chilometri senza una meta precisa, senza un obiettivo finale, solo per il gusto di sentirsi abbracciare dal vento, perché ti fa sentire libero, perché se ti senti in vena di esagerare e pieghi con i gomiti a terra gli altri centauri non ti giudicano, tutt’al più ti fanno i complimenti per il coraggio. Lo fai perché ogni piega al limite ti emoziona, perché quando ti senti un tutt’uno con il telaio della tua cavalcatura e la senti „cantare“ avverti quel brivido lungo la schiena e l’adrenalina che sale prepotente mentre provi a domarla percorrendo una curva dopo l’altra sfidando la legge di gravità.

In un certo senso viaggiare in moto lo si può paragonare all’andare in un Trombodromo. Anche negli FKK ci si va per godersi un momento di svago, per il gusto di sentirsi abbracciare da signorine nude e affrontarne le „curve“ con un approccio spensierato e puramente ludico, un piacere fine a se stesso che non ha bisogno di uno scopo superiore o di un „e poi…„; e lo fai perché ti senti libero di essere te stesso, perché gli altri puttanieri non ti giudicano se ti senti in vena di esagerare e ti porti tre puledrine in camera, tutt’al più ti fanno i complimenti per il coraggio. Lo fai perché ogni volta che affronti una piegata a pecora ti emozioni e senti l’adrenalina che sale quando diventi un tutt’uno con la signorina di turno che comincia a „cantare“ mentre cerchi di domarla in ogni posizione consentita dalla legge di gravità…

A pensarci bene, guidare una „naked“ in una calda giornata estiva ed osservare i tuoi simili imbottigliati nel traffico ammassati tra bagagli e moglie e prole in una scatola, che li protegge dal vento ma che confina il loro piccolo banale mondo e limita la visuale sul cielo e l’orizzonte mentre tu sfili con leggerezza al loro fianco abbracciato ad una puledra nuda calda ruggente e un po’ ribelle, è come stare a bordo piscina circondato da giovani ragazze nude calde e arrembanti pensando ai poveretti costretti ad assecondare le esigenze delle proprie consorti al fine di guadagnarsi forse, dopo infinite limitazioni e tristi compromessi, una scopata che sanno già dove li porterà; perché la strada è sempre quella, non ammette deviazioni, devono seguire un preciso monotono percorso per arrivare a destinazione, non possono prendere la scorciatoia, devono fare la coda, devono mettersi in fila dietro alla suocera, dietro ai figli, dietro ai parenti, dietro al mal di testa, dietro alle foto del cibo e dei gattini sui social e a fufi il cagnolino che ha cagato sul tappeto di casa… Devono attendere il proprio turno. Perché quell’auto che alcuni chiamano „amore“, che altri chiamano „matrimonio“ e che altri ancora chiamano „famiglia“ è troppo grande, troppo carica di cose, cose che a loro probabilmente non interessano ma che devono portarsi dietro se prima o poi vogliono arrivare a destinazione, e quella scatola di latta carica di tante cose inutili è troppo ingombrante, non ci passa da quella stradina che conduce dritta al grande pascolo colmo di pecore e di puledrine da domare. Devono noleggiare una moto se vogliono andarci, devono diventare motociclisti per un giorno se vogliono andare dove solo i fieri centauri con le loro moto prive di bagagli inutili e di inutili zavorre arrivano con facilità. Loro, i funamboli domatori di curve, loro si che hanno capito cos’è la Libertà.

E adesso qualcuno mi dirà: „Si BravoH, parli parli e poi vai in gita con la Trombomobile…“

Beh, nei trombodromi ci vado in auto, è vero, ma lo spirito è sempre quello del motociclista: Voglia di Libertà, Emozioni forti, Orizzonti aperti, Adrenalina che scorre a fiumi e il piacere immenso di domare nuove eccitanti curve.

…Si resta motociclisti anche quando non c’è una moto sotto al culo, e si resta puttanieri anche quando non c’è una puttana nel letto.

Ciaociao „FaveImpennate!“