L’arrivo in Hotel la sera prima entro la mezzanotte (in Slovenia, di ritorno da Villach cambiando tre nazioni in un paio d’ore) mi ha permesso di recuperare le forze dopo i tre giorni di tromberie in Austria e di svegliarmi presto per godermi un’ottima colazione a base di Tutto. Questa è l’ultima tappa del giro, secondo i miei piani iniziali sarei dovuto arrivare qui dopo una seconda visita defaticante al CasaCarintia di Feldkirchen, ma così non è stato, infatti sono reduce da una giornata breve però molto intensa Al Fkk Andiamo , il budget previsto per le varie mete è stato già ampiamente sforato e il piano iniziale se n’è un po‘ andato a a puttane, letteralmente. Oltretutto mi è stato riferito che la mia ex Andiamina preferita dovrebbe essere presente e se mi prende bene, giacché è un po‘ che non la trombo c’è anche il rischio che le altre passino in secondo piano. Ma nonostante tutto chissenefrega (come ripete fin troppo spesso una delle mie nuove amichette: „Si vive una volta sola“). Stupidità? Saggezza? Ingenuità? E chi lo sa…

“A me un bancomat!”, e via verso il Marina. Venti minuti dopo l’apertura sono dentro, varco la porta dello spogliatoio e la prima cosa che vedo è un cliente che sta pagando il conto alla sua bella. “Possibile?”, penso.  Se il tempo non è un’opinione deve aver battuto qualche record trombereccio per la categoria “Coniglio”, altrimenti non so come spiegarmela  questa cosa.  Mi avvicino al bar per un caffè e neanche a dirlo la prima che incontro è proprio Esmeralda (a.k.a Soraya, ovvero la sopracitata ex andiamina); la tentazione è forte, quando la vedo mi sale l’ormone, è inevitabile, è semplicemente irresistibile… Stavolta però ho tre giorni di stravizi alle spalle e stranamente riesco a rimbalzarla senza pensarci poi troppo. Bevo al volo un caffè e prima di cambiare idea mi allontano; costeggio il bancone del bar e ignoro la prima del giorno che mi chiama Amorino, poi vedo la Miriam che sta rientrando da fuori, la schivo nascondendomi come un ninja dietro una colonna e vado fuori a fumare svaccato sui cuscinoni. Alcune ragazze sono li a ciarlare, tra loro anche Bernadette, “Bene bene, la vedo in forma, e potrebbe risultare utile più tardi” , c’è la solita Rina a tener banco in zona piscina e una manciata di clienti sparsi qua e là. Resto li a godermi il sole per un po‘ e poi tento il rientro nell’oscurità in cerca di qualcosa di buono da fare. C’è Crystal su una sdraio che mi chiama, mi fermo un attimo da lei  per salutare e poi l’abbandono alla sua tintarella. Diverse signorine sono già operative, altre sono appena arrivate e qualcuna arriverà in tarda serata. La prima che riesce ad accalappiarmi è Alice, una moretta molto carina e ben carrozzata che mi convince a portarla in camera, o meglio, si presenta e prima che me lo chieda lei le dico “C’ho voglia, andiamo?”. Mezz’ora onorevole, anzi, stranamente concludo prima della mezza, il che significa che è piuttosto brava oltre che bona…

Prendo una birra e mangio un po‘ di cose abbastanza buone al ristorante, torno al bar per un altro caffè, incontro un collega e facciamo due chiacchiere, poi mi faccio un giro in camera a gas (o sala fumatori). Come al solito li dentro incontro Marika, “Ciao!”“Ciao Marika”“Mi hai portato il regalo di compleanno?”“No”. In pratica pochi giorni prima era il suo compleanno e si ricordava che ne avevamo parlato l’ultima volta ovvero una ventina di giorni prima. Avessi la sua memoria sarei un genio… Saluto e torno in sala, faccio tre passi e mi trovo Rebecca tra le braccia. “Ciao. Tuttobene?”, le dico. Mi guarda come avesse visto un fantasma, poi strusciandosi come una biscia mi martella di domande: “E te che ci fai qui?, Quando sei arrivato? Oggi mi scopi? Ma che hai fatto ai capelli?” A parte il messaggio subliminale del “mi scopi”, in effetti dall’ultima volta che l’ho vista (e un po’ di tempo è passato) ho accorciato i capelli di una ventina di centimetri, ma anche lei ha qualcosa di diverso, così a prima vista direi che ha messo su qualche chilo, e infatti poi ammette che le è cresciuto un po’ il culo, ma quel poco di morbidezza in più l’ha quasi migliorata a parer mio. Parliamo un po’ e punzecchiandomi dice che non voglio più andare con lei, poi mi provoca dicendo: “Scommetto che non ti ricordi nemmeno come mi chiamo”, al che la chiamo per nome, ma il suo vero, non quello d’arte, e lei sorride gioconda, poi malizioso le giro la domanda e anche lei indovina quello giusto dimostrando avere buona memoria. Comunque il suo messaggio subliminale probabilmente funziona perché poco dopo mi lascio trascinare in camera dalla sua solita esuberanza. Un’ora in compagnia della frizzante gitana è comunque un’ora spesa bene, ma in tutta onestà, fisico a parte, mi piaceva di più le prime volte. Ormai là dentro ha i suoi ammiratori fidelizzati che le lasciano laute mance (o almeno così dice) e forse si è un po‘ montata la testa, diciamo che è tutt’altra cosa rispetto a quando la incontrai la prima volta che era li da tre giorni. Tra l’altro c’è un simpatico aneddoto che voglio raccontare: Quando gestivo il vecchio sito dove recensivo i locali FKK , lei per errore inviò il suo curriculum da meretrice al mio contatto invece che a un locale austriaco, quindi la indirizzai correttamente dicendole che sarebbe stato un piacere incontrarla se avesse lavorato li poiché dalle foto rientrava pienamente nei miei gusti. Poi mesi dopo la trovai per caso qui al Marina di Nova Gorica dove è diventata una delle mie preferite, ma lei non ha mai saputo che sapevo, perché ovviamente non sapeva che ero io a gestire quel sito, e questa cosa mi ha sempre fatto ridere ripensandoci.  In ogni caso fa il suo lavoro con tutti gli optional e non dice mai di no; tanto basta per divertirsi in camera.

La giornata prosegue tra fuori e dentro perché c’è il sole. A bordo piscina mi siedo su una sdraio e conosco un abitué del Marina, Il Signor Topo, personaggio simpatico e grande incassatore di birra; e per quanto ne so le ragazze lo considerano una specie di amichevole mascotte, comunque conosce tutte e sembra avere un bagaglio di esperienza non indifferente, non tanto per quanto riguarda gli fkk, ma sulle giovani meretrici in generale. Comunque, torno dentro a prendere da bere, altra birretta e mi siedo tranquillo. Crystal ci riprova, non è che non mi piaccia, ma al momento non mi ispira… Vedo che manca Dia, poco male; la Carmen non c’è, ma non è una novità; Ina è momentaneamente assente, peccato perché volevo fare un tuffo nella sua vagina prensile; manca la Michi che è in ferie, manca Emma, manca Alina e manca anche Anka che non vedo da un po’. In compenso è tornata per qualche giorno la Marina (ex Wellcum e amica di Luna, per quei due che se lo stavano chiedendo in saletta fumatori mentre lei ballava al palo), ma nonostante abbia molti ammiratori a me non piace particolarmente, quindi passo. Raggiungo l’altro collega fuori che dopo un paio di camere è l’immagine vivente del relax; due chiacchiere sul nostro argomento preferito svaccati come pascià sui cuscinoni fuori all’ombra dei tendaggi e poi cerchiamo entrambi il terzo giro di giostra. Lui ha la sua preferita e non cerca altrove, io invece faccio il giro di sala per aggiornarmi sulle presenze. Incrocio Esmeralda e Rebecca mano nella mano in cerca di vittime sacrificali. Giro il culo e cambio direzione, troppo pericolose per me quelle due insieme. Dirigo verso la camera a gas ma nel divano li accanto vedo il signor Topo a cazzeggiar con due ragazze, e tra le due una è Dea (da non confondere con Dia). “Finalmente”, penso. Non l’avevo ancora vista, ma speravo di trovarla. Mi accomodo al suo fianco e cazzeggiamo un po‘ tutti e quattro, anzi cinque, considerata la presenza fissa della birra del signor Topo. Dea (o Bea, come dice qualcun altro) mi piace. Molto. Quasi troppo. È l’esatto contrario dell’altra sua collega che mi piace troppo(la Soraya), ma il suo sorriso a sessantaquattro denti è irresistibile e il suo corpo è la trasposizione fisica dei miei desideri sessuali. La mollo li e vado a meditare in camera a gas dove vengo arpionato da una pacifica morettina, non bella ma simpatica, non è nemmeno brutta, semplicemente non è una che pagherei per trombare, ecco. Torno da Dea, il signor Topo si è assentato e m’intrattengo ancora un po’ con lei che insieme all’amica mi propone un trio. “No, non ce la faccio a reggervi insieme, troppa roba” le dico. “Però io e te ora andiamo a farci del bene”, aggiungo sfiorandole la patata con le dita. In camera si libera dell’angusto top, di diverso colore ma uguale a quello che aveva l’ultima volta (secondo me li compra in stock), libera quelle tette che mi piacciono tanto e inizia il divertimento. Preliminari di rito: pompa, leccatina di topa, lei sopra. „Sia fatta la Sacra Pecora!“, e pecora fu… Un’ora di prestazione da podio per lei. Se solo fosse disponibile ad accogliere il sacro nettare in bocca (elemento per me importante ai fini del punteggio finale) guadagnerebbe senza dubbio il primo posto della mia attuale top ten, e con questo ho detto tutto. Piccola mancia (perché non mi andava di farmi dare i dieci euro di resto ai tre pezzi da cinquanta) e un “Ci vediamo dopo” che mi piace perché non puzza di falsa gentilezza…

Mi abbandono alla sauna col pisello ancora mezzo barzotto che non vuol saperne di quietarsi, „Quella li è pericolosa per me“, mi dico ripensando all’ultima ora trascorsa in sua compagnia e a quella della volta precedente. Doccia fredda, mi riprendo, torno fuori, lontano dalle tentazioni. Cena e birretta, Esmeralda in sala pranzo, saluto ma tiro dritto, una “Dea al giorno la gestisco, due no. Pronto per il caffè mi siedo accanto alla marina che cazzeggia per conto suo, è strana quella ragazza, ma non rientra nella mia wish list, quindi poco importa. Saletta fumatori, il caos. Ormai il dj sta mettendo musica casinista e c’è già chi balla li davanti. Entra Dea e siede li con me in disparte nell’angolino buio della camera a gas. Cazzeggiamo un po’, “Sei carino sai. Mi piaci” dice (o meglio, lo ripete per l’ennensima volta). Brutto non son mai stato, e (capelli brizzolati a parte, ma quelli ce l’ho dal ’99 e non son mai stati d’intralcio) onestamente non dimostro tutti i miei trent(anove)’anni, e se non fosse che lei è una puttana ed io un suo cliente potrei anche crederci, ma lei è quello che è, e a prescindere da quanto le sue parole possano sembrare vagamente sincere o meno, ho sempre dato poco peso ai discorsi delle meretrici; è un ottimo salvavita, fidatevi. Comunque mi piace la situazione e sto volentieri al gioco per un po’.

Quando se ne va vengo importunato da una delle amiche di Marika, non so come si chiama ma letteralmente mi prega di portarla in camera: „Mi porti in camera? Ti preeegooo“. La cosa mi fa sorridere e ne nasce un teatrino stupido con le altre ragazze presenti che le suggeriscono vari approcci ed io che faccio da cavia per vedere se funzionano. Grasse risate e lei è simpatica, ma non mi piace abbastanza per accontentare le sue richieste. C’è anche Bernie (Bernadette) nel gruppo, e lei si che mi piace, però la lascio come jolly e per ora passo. Saluto e torno in sala, faccio il giro e rimbalzo ancora una volta la povera Crystal che si arrende, poi vedo due zeppe tacco venti che si muovono sul bordo di un divano, afferro i tacchi al volo e le blocco. “Ciao Lidiuccia.”, lei si volta di scatto, mi vede e sorridente risponde: “Si si, Lidiuccia di qua Lidiuccia di la, però non ci vieni più con me…”“Bugiardella, non è vero.”“E invece si.”“E invece no.”“Si”“No.”“Si, non ti piaccio più come una volta.” Mi sdraio accanto a lei, le do un bacetto sulla guancia e avvicinandomi all’orecchio sussurro: “Eh si, hai ragione, ormai sei vecchia.” Lo sa che scherzo e la prende con simpatia, poi però nel tentativo di alzarsi per fare finta di picchiarmi inciampa in un bicchiere e fa un casino della madonna, al che prendo la palla al balzo e rincaro la dose: “Ecco, vedi? Te l’ho detto che c’hai un’età, devi stare calma che poi fai danni”. Quindi si rassegna e mentre rimedia un po’ al casino che ha fatto penso che forse potrebbe essere lei il mio jolly. Però anche Bernadette… E intanto che sono colto da dubbi esistenziali in fase di amarcord, arriva anche il collega che si prepara al quarto giro con la sua prediletta sdraiata li accanto. Mollo momentaneamente la Lidia e cerco la Bernie. Niente, sembra scomparsa, probabilmente è stata rapita da un suo ammiratore. Mi fermo di nuovo a parlare con Dea e quasi quasi faccio il bis. No, basta. Per oggi è meglio non ripetere; e poi ho voglia di chiudere il tour in bellezza nella bocca di una delle mie pompinare di fiducia. Ritrovo il collega di ritorno dopo il quarto giro, due chiacchiere, saluti e ciao, alla prossima! Rimasto solo in mezzo alle sirene vedo che la cara Delia (così si fa chiamare la Lidia qui al Marina, ma a me quel nome non piace) è ancora li sdraiata al suo posto. La raggiungo sul giaciglio: „Lidiucciaaa… Hai finito di rompere bicchieri?“ – „Tutta colpa tua“, ribatte ridendo. „Allora, mi scopi o no?“, aggiunge. – „No no, ma se ti disturbo dimmelo che ti lascio sola eh“ (e questo è un test). – „Ma no, stai qui con me anche se son vecchia, tanto non ho molto da fare“, risponde serenamente guardandosi intorno (test superato). In effetti ormai c’è davvero poca gente in sala, e la metà degli orsi presenti ha troppa birra in corpo o è troppo stanca per combinare qualcosa. „Ok, allora andiamo in camera che ti vedo in forma.“ – „Vuoi dire che prima ero grassa?“ – „No no, dico solo che ti vedo in forma.“ – „Perché le altre volte non lo ero?“ – „Ma figurati, dico solo che più passa il tempo e più diventi figa.“ – „Seh seh, come no.“ conclude sorniona; dunque senza rompere nient’altro ci alziamo e occupiamo una stanza. Lascio fare tutto a lei, grande pompa, vulva avvolgente e finale D.O.C., non è la più figa ma è sempre la solita garanzia certificata 9001. Di nuovo tre pezzi da cinquanta ma da lei il resto lo prendo tutto, tanto con tutti i soldi che le ho dato da quando la conosco non credo che possa lamentarsi.

La mia serata, e con essa il tour estivo, si avvia alla fine con l’amica di Marika che simpaticamente continua a pregarmi di portarla in camera ogni volta che la incrocio e con la biondina formosa (della quale non ricordo il nome ma sono certo di averla trombata tempo fa) che mi segue quando vado verso il cinema e senza tanti discorsi mi avvinghia puntellandomi addosso i suoi seni polposi, e stuzzica e provoca e non si arrende, ma il soldatino ormai è in licenza e per oggi non ha più niente da dare. In sala fumatori trovo Ina(o come si chiama adesso se ha cambiato nome) „Ma Ciao! e te dov’eri?“ – „Non c’ero, sono arrivata da poco.“ – „Ah, ok, peccato, per oggi sono a posto, ma la prossima volta non mi scappi.“ – „Si si, sempre la prossima volta…“, stranamente sembra un po‘ scazzata, di solito è più loquace e gentile anche se non la porto in camera. Comunque la saluto e poggio il culo sul divanone li vicino nei dintorni del dj, e in mezzo a ragazze che ballano e al Topo che si diverte come un bimbo in mezzo a cotanta figaggine in compagnia della fedele e immancabile birretta è riapparsa anche Bernadette, fosse riapparsa prima sarei andato con lei, è veramente in forma; ma ormai ho già dato, sarà per la prossima volta. A un certo punto parte un mix di balli latini e la piccola Melanie si butta nel gruppo improvvisandosi istruttrice di ballo, con le colleghe davanti e lei a far la diva. Si vede che le piace ballare, e nonostante sembri una nana tra le valchirie (ma non è che le altre siano altissime, è proprio lei che è bassotta) dimostra di avere un suo perché. Sarà che mi piacciono le mignon ma l’ultima volta mi sono affidato a lei in chiusura e si è comportata bene. Oggi però la concorrenza era veramente troppa. La musica cambia di nuovo e la situazione degenera, si butta nella mischia anche un altro avventore visibilmente un po‘ alticcio ma pacifico, il Topo mima posizioni da kamasutra avanzato con un paio di signorine e quella mina vagante di Marika inizia a dar spettacolo sbattendo la figa in faccia un po‘ a tutti, colleghe comprese. Decido di ritirami quando proprio lei, ormai irrefrenabile, sale sopra di me a cavalcioni sul divano in modalità 69 e mi sbatte davanti le chiappone che schiaffeggio a tempo di musica. Dopo questo sono a posto, mi arrendo. Saluto chi devo salutare e me ne vado con un pizzico di mestizia nel cuore ma tanti bei ricordi. Poi mi appare davanti l’immagine di Dea a Pecora e il buonumore riprende il sopravvento, chissà perché.

Così si chiude il MiniTour d’agosto del Redattore. spero di avervi intrattenuto con i miei prolissi racconti e ringrazio gli amici nuovi e vecchi che mi hanno tenuto compagnia in questa breve ma intensa avventura estiva.

Ciao ciao FaveInVacanza! , alla prossima!

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