Il secondo giorno riapro gli occhi nella penombra della mia pacifica camera d’albergo in mezzo al bosco a Villach, sperando che fuori la situazione in cielo sia migliorata, saltello pimpante verso il balcone, scanso la tenda e penso: “Maremma’mpestataCane diluvia”. Mi rassegno all’idea di viaggiare ancora sotto la pioggia e intorno alle due del pomeriggio parto in direzione di Graz, con poco più di dieci gradi fuori e un maglioncino addosso che mi sembra di essere già quasi a natale piuttosto che a ferragosto.
Il Paradise apre alle 15:00 e non ho alcuna fretta, infatti arrivo li verso le 16:00 dopo una breve sosta poiché tra nebbia e pioggia a un certo punto non si vedeva più la strada e ho fatto una sosta in un’area di servizio. Il locale si trova in una stradina secondaria leggermente nascosta, ma appena arrivi vedi subito che sei nel posto giusto, e te ne accorgi perché ti trovi davanti un edificio bianco e pomposo che su ogni lato ha la scritta PARADISE in caratteri enormi. Parcheggio comodo a pochi metri dalla porta d’ingresso, suono e mi si aprono le porte del paradiso, letteralmente in questo caso. Vengo accolto da una bella signorina che mi saluta ovviamente in tedesco, ma ancora rincoglionito dal viaggio le rispondo “Buongiorno!”, al che subito capisce che non parlo la sua lingua e mi chiede se può esprimersi in inglese; permesso accordato, sorride serena e mi illustra senza indugio le regole della casa: l’ingresso costa 49€ (ma per motivi che ignoro la spesa sale a 69€ per chi arriva dopo le 18:00), c’è un’opzione “birra e altre bevute incluse” per la modica cifra di 89€ o giù di li; in ogni caso tutto il resto è compreso nel prezzo, eccetto i massaggi, professionali ed eseguiti da una giovane massaggiatrice bionda, che costano 1 euro al minuto, tariffa semplice da ricordare e in linea con la concorrenza. Comunque io non sono li per bere e i massaggi mi interessano poco, almeno quando vado per Trombodromi; dunque mi tengo in tasca i 40 euro di differenza e declino l’offerta, che se proprio mi viene voglia di bere qualcosa in più la pagherò comunque il giusto. La gentile addetta mi spiega poi che la mezz’ora in camera o al kino(cinema) con le ragazze costa 60 Euro e che eventuali extra sono a discrezione delle operatrici, infine mi consegna il kit del giovane puttaniere da SaunaClub e indicandomi la via per gli spogliatoi sorride e augura una buona permanenza.. Prima che mi allontani però si ricorda di chiedermi se gradisco che una ragazza mi accompagni a fare un giro del locale. Ringrazio e acconsento, immaginando che voglia chiamare una che parla anche italiano, il che nonostante tutto non mi dispiace affatto, e sperando che la mia cicerona sia quantomeno graziosa e poco rompiscatole, mi preparo e poco dopo mi affaccio di nuovo in reception.
Vedo una faccia che non mi è nuova, lunghi capelli corvini e un fisico di tutto rispetto, non una top model ma comunque una bella topa. Non ricordo dove l’ho già vista, ma sono sicuro di averla incontrata in passato. Si presenta come Amanda e mi accompagna in giro per il locale che in quel momento è poco popolato, infatti vedo una decina di ragazze nude in ordine sparso, una addetta alle pulizie che sfila a fondo sala, un ragazzone della security, e l’addetta del bar che sembra un uomo e invece è una donna (ma che a dispetto delle sue sembianze da “buttafuori di uno dei peggiori bar di caracas” si rivelerà simpatica e molto amichevole). Il Paradise di Graz è sostanzialmente una copia più piccola dell’omonimo locale di Stoccarda, lo stile è quello, atmosfera arabeggiante e cuscini ovunque. Su ogni divano, letto o altro giaciglio ci sono sempre quei cuscini a dare un senso di comodità estrema. Attraversiamo il salone del bar, con il bancone circolare quasi al centro e una serie di divanetti disposti a gruppi di tre o quattro a formare dei salottini da conversazione, il tutto in un salone alto due piani con un balcone semicircolare che si affaccia dal piano superiore sulla sala principale. La penombra, o meglio l’illuminazione tenue e ben disposta, rende tutto l’ambiente molto ovattato e rilassante, la musica è piuttosto varia e mai disturbante e la scelta dei brani è appropriata, anche se in alcuni momenti è risultata fin troppo sdolcinata per essere in un locale che fondamentalmente è un bordello… La gita turistica prosegue al piano superiore; facciamo il giro camminando per il lungo corridoio che porta alle camere, ma anche alla saletta del cinema e ad un’altra stanza un poco più grande, dove volendo si possono organizzare sessioni di gruppo e festeggiamenti vari in compagnia di più ragazze. Da una porta scorrevole si accede poi alla terrazza sul tetto, piuttosto grande e dotata oltre che di una piccola piscina, anche di vari gazebo e nicchie per rilassarsi sotto il sole. Peccato che al posto del sole oggi ci sia la pioggia, tanta pioggia. La signorina Amanda dopo la lunga passeggiata in giro per il locale mi riporta al piano terra e senza alcuna richiesta di andare in camera continua a tenermi compagnia. Ciarlando un po‘ di cose a caso confessa che un anno e mezzo fa ha lavorato per sei mesi in Andiamo, “Ecco dove l’avevo vista!”, penso. Parliamo quindi di alcune sue ex colleghe e le dico che probabilmente sarò proprio li il giorno seguente, al che mi si raccomanda di salutare le suddette amiche se mai dovessi incontrarle (si si, e poi mi porto dietro anche la De Filippi e il postino se vuoi eh, non c’è problema). Comunque, ormai sono là dentro da un’ora, ancora non ho combinato niente e lei è piuttosto carina oltreché disponibile e fisicamente molto papabile. Ci sono anche un paio di sue amichette Draculine esteticamente impeccabili, ma c’è tempo e lei mi ispira cose buone. Torniamo su e scendiamo mezz’ora più tardi dopo che le ho dato “una rinfrescata le tonsille”. Nota particolare è che anche lei sembra non voler restituirmi il pisello dopo che sono arrivato al capolinea ululando come un coyote, e per me va bene eh, perché tenere il regale augello al calduccio per sittanto tempo è sempre una sensazione molto piacevole. “Sarà la mia settimana fortunata”, penso. Mentre scendiamo mi vien da domandarle quanti anni ha: “Trenta”, risponde lei senza indugio, quasi con una punta d’orgoglio, e in effetti devo dire che assolutamente non ne dimostra più di venticinque, buon per lei (e per chi se la tromba, aggiungerei).
Tornato in sala mi godo la quiete che aleggia nell’aere, musica soft, illuminazione da “chiaro di luna” e una trentina di persone in totale, ragazze comprese. Mi chiedo perché in un locale così bello e piacevole vi siano così poche persone, ma mentre ci penso, per ritemprare il corpo e la mente mi concedo una sauna, una bella doccia fredda e un riposino sul divanone tempestato di cuscini. Ok, sono pronto!
Faccio una passeggiata intorno al bar, poi salgo al piano superiore, e a parte una girl che sta scendendo la scala con un crucco avventore non c’è nessuno in giro per il corridoio. Stessa cosa al cinema. Mi affaccio sulla terrazza e vedo che finalmente non piove più, peccato che sia comunque un freddo cane, altrimenti credo sarebbe stato bello sdraiarsi al sole in terrazza a bordo piscina. Torno giù e appena mi siedo vengo raggiunto da tale Milena, ragazzona bulgara dotata di grandi tette, grande culo, labbra morbide, e la faccia da Sexy Prof. Due moine, tre parole, e poi tenta di soffocarmi con quei grandi seni, che son ripieni di silicone ma sembrano quasi naturali a prima vista. Prima che io smetta di respirare però mi propone di andare “a vedere un film”, e siccome l’atmosfera della sala cinema mi ispirava accetto la proposta. Come pochi minuti prima anche adesso non c’è anima viva, ci sediamo sul divanone in mezzo e subito la ragazza mi stuzzica nei punti giusti ma senza passare all’azione, al che le dico che forse è meglio spostarci sul lettone dietro di noi a fondo sala (che non è un grande uomo della Lettonia, ma semplicemente un letto grande), e dato che lei è bulgara, fiducioso del fatto che abbia studiato alla famosa “Scuola per giovani dotate nell’antica arte della pompa”, mi metto comodo e la invito a mostrarmi le sue doti di aspiratutto. Devo dire che non se la cava male ma, al contrario di altre sue colleghe connazionali che ho conosciuto in passato, capisco che lei non si è mai laureata in pompinologia. Il risultato è una prestazione tranquilla e infine appagante ma senza particolare estasi; si impegna anche con le tettone e devo ammettere che la cosa è molto piacevole. Conclusa la pratica e finito il film ci salutiamo giù in spogliatoio dopo la paghetta e vado a farmi una doccia prima di rientrare in sala dove rimango per un po‘ ad osservare quel che succede “tutto intorno a me”, anche se “la mia banca è differente” da quella del famoso spot televisivo. Sigaretta, breve pennichella con sottofondo di musica rilassante, poi riapro gli occhi e… Fame!
La sala ristorante è come deve essere, ovvero un piccolo ristorante. Ordini ciò che vuoi tra le pietanze presenti nel menù del giorno (che è scritto su una lavagnetta rigorosamente in tedesco, ma se come me non siete cruccofoni basta chiedere e l’addetto vi illustra il tutto in inglese), e se hai esigenze particolari lo staff è sempre disponibile. Tutto il resto è self service, quindi mentre aspetti che il cuoco cucini quel che hai ordinato puoi prendere da bere al distributore di bevande presente a fondo sala e riempire il piatto di verdure e affettati e intrugli vari al buffet, poi ti siedi al tavolo e aspetti, magari in compagnia di una ragazza, come ho fatto io con Lisa, una giovane vagina d’africa un po‘ chiacchierona ma simpatica. La breve attesa risulta quindi piacevole, poi siccome la mia grigliata mista di carne è veramente buona e mangio come un tricheco la cosa si fa lunga e quando ha finito di mangiare saluta e torna in sala. Concludo il lauto pasto con paio di tortini di mela e un caffè, e torno in sala grande…
Vedo Amanda tutta sola su uno sgabello, vado a farle compagnia, poi continuando a intervistarla si rivela una buona fonte di informazioni e dice che spesso il locale è poco frequentato, come oggi, ma che di venerdì e di sabato le ragazze di solito lavorano bene e si rifanno dei giorni più tranquilli, quindi sono abbastanza rilassate, il che sembra corrispondere a realtà perché nonostante siano libere di approcciare i clienti non sono assolutamente fastidiose o pressanti, qualcuna si propone per una camera, altre ammiccano o semplicemente cercano di socializzare, ma sempre con il dovuto rispetto e con la giusta gentilezza, qualcuna ti tiene compagnia anche dopo averle detto che non hai voglia di portarla in camera. Insomma, non c’è quella fastidiosa sensazione di trincea che a volte si prova in altri locali del genere.
Comunque, il mio terzo round del giorno è stato anche il secondo con Amanda, stavolta però l’ho portata al cinema perché la location mi è piaciuta quando ci sono stato con la bulgara (e anche il film non era male dopotutto). Quando arriviamo in saletta c’è una delle tre black girls intenta a guardare un’orgia sul grande schermo. Mai mi era capitato di trovare una ragazza da sola al cinema in un fkk, ma ora ho visto anche questa. Appena ci vede entrare però se ne va ed io mi fiondo diretto nella penombra sul lettone. “Ti piace il cinema eh”, dice Amanda. „Si si, mi piace questo lettone tempestato di cuscini“ rispondo io svaccandomi sul comodo giaciglio. “Allora tu rilassati e guarda il film, al resto ci penso io.”, ribatte la draculina. Poi mi violenta senza pietà per la mezz’ora che segue. Più tardi, quando la ritrovo dopo paghetta e doccia, è insieme a due colleghe, anche loro figlie del conte Vlad e fisicamente due modelline (col tacco venti, naturalmente), entrambe giovani, Laura la bionda, e se non ricordo male, Nicole la mora, esteticamente forse le più fighe che abbia visto la dentro, ma son gusti, e oggi vado più a pelle che non a gusto estetico oggettivo. Infatti per quel poco che ci parlo non mi ispirano niente di particolare, la mora conosce un po‘ d’italiano e fa la spagnoleggiante, ma nonostante l’aspetto molto invitante non mi da alcun brivido, la bionda invece è meno socievole e resta in disparte seduta sul suo sgabello palesandosi solo quando la sua amica mi propone una camera a tre con lei. La tentazione è forte considerata la giovane età e la bellezza delle due, ma non si accende nessuna lampadina, quindi appena Amanda si assenta perché convocata al volo dalla receptionist (si vede che è lei l’addetta ai giri turistici dei nuovi arrivati), saluto le figherrime figlie del Conte Vlad e mi immergo da solo nella vasca delle bollicine. Quiete, pace, relax. La biondina addetta ai massaggi intanto sembra lavorare quasi a ciclo continuo, accompagna un cliente in reception e ne accoglie un altro nel suo angolo del benessere. Si vede che sa il fatto suo, e in più è davvero bellina, ma per stavolta passo, oggi sono talmente rilassato che sarebbe uno spreco.
Torno in sala pranzo e mi gusto altri due tortini di mela, veramente buoni, accompagnati da un caldo thè verde. Era da un po‘ che non mi sentivo così completamente rilassato e in pace col mondo. La barista, quella li che potresti trovare nei peggiori bar di Caracas, è anche l’addetta al palinsesto musicale e Amanda mi ha detto che quando c’è il Boss in visita lei mette musica molto tranquilla, quasi sdolcinata, perché a lui piace così. Adesso probabilmente il Boss se n’è andato perché d’un tratto si diffonde nell’aria un più vivace mix di reggaeton che le poche poche draculine presenti sembrano apprezzare particolarmente accennando i soliti improvvisati balli da giovani meretrici pseudogitane. Osservo la scena comodamente sdraiato e immerso tra i cuscini di un lettino sul confine con la zona wellness, un paio di avventori con l’asciugamano in spalla mi sfilano accanto in fila indiana per andare forse in sauna o forse dalla biondina dei massaggi, chi lo sa. Chiudo gli occhi, ancora relax, quasi quasi non ho nemmeno voglia di trombarne un’altra…
Uno strano peso sulle cosce mi desta all’improvviso. C’è Lisa seduta cavalcioni su di me, ovviamente nuda e pericolosamente (ma non troppo) vicina alla mia zona più sensibile. La sua parlantina mi fa ridere, e in verità non è la ghanese più bella che abbia mai visto, ma non è assolutamente la più brutta, ha un volto abbastanza carino se piace il genere; ma soprattutto mentre chiacchiera provvede ad aprirmi l’accappatoio e comincia né più né meno a farmi una sega mentre continuiamo a ciarlare. Il Regale Augello non disdegna e pure a me va bene. “Ti scopo qui o andiamo in camera?” dice lei. “Fai come preferisci.” dico io scherzando. Non so se è consentito fare sesso in sala, forse si, forse no, fatto sta che per una ventina di minuti ce l’ho addosso, e ridendo e scherzando con lei che si struscia a pelle e gioca col mio pisello, alla fine me la porto di sopra sennò rischio infilarmici dentro al volo li dove sono. Salendo le scale noto che il suo culo tenta di dirmi qualcosa come “METTIMI A PECORA!” o forse sta dicendo “SBATTIMI COME NON CI FOSSE UN DOMANI!”, fatto sta che quando arriviamo in camera, senza nemmeno passare dalla sua bocca (Sacrilegio!), nel dubbio la metto a pecora e la sbatto come non ci fosse un domani. Per quasi un’ora, a parte un piccolo break per prendere fiato e far lavorare un po‘ anche lei, tanto le piaceva stare a cavallo… Inutile dire che ha superato il test della Sacra Pecora. Come direbbe un mio amico: “Ho trombato di meglio”, senza dubbio, ma in questo caso devo dire che: “Quel culo meritava di essere sbattuto con cattiveria”, e questo è quanto.
L’ora si fa tarda, devo rientrare in quel di Villach perché domani non voglio sembrare uno zombie e sono a 170 chilometri dal mio albergo. Vado a salutare Amanda, e mi fermo un po‘ a parlare con una skinny ungherese di nome Vivian. Ora, premesso che ne vedo troppe e non posso ricordarmele tutte, Vivian parla un discreto italiano e anche lei non mi sembra un volto totalmente nuovo, poi su domanda diretta mi conferma di essere stata presente per un po‘ in Andiamo (piccolo il mondo eh!). Insieme a lei c’è una biondina dall’espressione gioconda, anche lei vagamente skinny style ma apparentemente più giovane della collega. Vivian mi parla in italiano e la biondina ci guarda perplessa, al che la sua amica traduce il tutto in tedesco e la cosa non mi quadra, quindi chiedo lumi. “Lei è tedesca”, dice Vivian. “Sicura?” dico io perplesso; ma da quanto ho capito parla poco inglese e di sicuro non è ungherese o rumena o bulgara. Ha la pelle bianco latte e i classici lineamenti da montanara teutonica. In effetti anche a vederla sembra proprio teTesca. “Merda, la volevo.” penso, ma ormai non ho più niente da dare e l’ora è tarda, dunque salutando le giovani meretrici mi ritiro in spogliatoio a goder della momentanea pace dei sensi. Eppure la tedeschina mi ispira, è un peccato non approfondire la conoscenza in privato. Uhm… Ci rimugino un po’, sto quasi per tornare indietro e poi…
Naaah, nun ce la posso fa‘, magari la prossima volta.
Così si chiude il secondo giorno del mini-tour estivo, e finalmente anche la pioggia se n’è andata. Non so ancora dove andrò domani, Potrei tornare al Casa Carintia, ho un paio di sassolini nelle scarpe che vorrei togliere, oppure se c’è il sole potrei fare un sopralluogo in Andiamo, anche perché l’ultima volta è stato un mezzo disastro e sono curioso di vedere se è stato solo un caso oppure no. Esco dal Paradise, osservo il cielo e penso che oggi sono stato in paradiso…
…Ah, quant’è bella la vita del puttaniere.