La città sul mare che non ti aspetti.
Una cittadina sul mare a circa 200 km a sud- ovest di Bangkok, 70000 abitanti circa, un po’ di expat, un po’ di turisti, una spiaggia lunga e stretta e un mare che non è il paradiso ma nemmeno l’inferno, e verso l’entroterra ci sono colline e paesaggi rurali molto simili a quelli della Toscana, con le dovute differenze ovviamente, ma è per rendere l’idea generale di cosa c’è intorno alla città.
Essendo di nuovo tre settimane in Thailandia con base a Bangkok ho deciso di raggiungere Hua Hin con il treno, in parte perché non avendo mai presso un treno nella terra del sorriso volevo provare l’esperienza, e in parte perché in treno si spende poco. Potete prenotare online da 12GO.ASIA con prezzi a partire da 3 Euro e poi varie opzioni in base al tipo di carrozza che andrete a scegliere, io non conoscendo bene le differenze effettive ho fatto tutto con leggerezza e mi sono ritrovato in un vagone “con cuccette e ventilatori” spendendo 6 Euro, poi a ben vedere c’era l’opzione da 10 Euro “solo sedili con aria condizionata”, e mi conveniva prendere quello perché fa veramente un bel caldo su quei treni quando sono affollati, comunque, ho preso il treno alla Stazione Centrale Bang Sue, una stazione enorme di recente costruzione che nel periodo del Covid19 venne usata come grande centro vaccinale della città. La stazione si trova vicino al Chatuchak weekend market ed è facilmente raggiungile con la metro che si trova vicino alla fermata Asok della BTS, oppure se volete complicarvi la vita e fare come il Redattore potete scendere alla fermata BTS di Mo Chit (quella accanto al parco Chatuchak e all’omonimo mercato) e da li vi fate una mezz’oretta a piedi fino alla Stazione, che detto così sembra una punizione, ma se vi piace vedere le cose da una prospettiva diversa è interessante girare intorno al mercato da fuori e poi seguire gli enormi marciapiedi lungo la strada trafficata, e poi a metà strada potete fare una sosta dopo il cavalcavia di fronte alla zona retrostante al mercato dove sono alcuni negozi e bar, giusto per vedere cosa fa la gente al di fuori del parco giochi di Nana e dintorni. Insomma dopo tanto camminare arrivo nei pressi della stazione, fuori c’è veramente poca gente anche se la stazione è enorme, sembra un aeroporto, anche entrando si nota l’immensità della struttura, ci sono vari punti dove mangiare oltre a diversi distributori automatici di bevande e cibo sparsi qua e là, poi troviamo le zone d’attesa e i vari gate, stile aeroporto appunto, dove imbarcarsi. Uscendo fuori dall’altro lato dell’edificio c’è una zona dove sedersi se non volete ghiacciarvi restando dentro mentre aspettate (i thailandesi non hanno il senso della misura quando si tratta di aria condizionata) e ci sono diverse aree fumatori, alcune sono segnalate, altre le riconoscete da dove sono i “vasi posacenere”. Dopo una mezz’ora di attesa inizia la procedura d’imbarco, nel mio caso al gate E, tutti si mettono in fila e c’è il controllo dei biglietti prima di salire su con la scala mobile che porta ai binari (proprio come in Italia, dico bene?). Nel dubbio mostro il biglietto all’addetto che mi indica la carrozza giusta, i vagoni sono piuttosto stretti e per salire viene posizionata una sorta di rampa, come quelle per le barche ma più piccola, tra la banchina e le porte del treno, all’interno della carrozza a me assegnata è tutto è un po’ fatiscente e consumato, anche i finestrini sono mezzi sgangherati e perlopiù vengono lasciati aperti durante il viaggio, ma la cosa che più mi incuriosisce sono i ventilatori rotanti posizionati sul soffitto a coppie ogni due metri, con tutto quel vento sembra di essere in motorino anche quando il treno è fermo, e menomale direi, perché fa davvero un caldo assurdo in quei vagoncini. Prendo posto sul mio sedile singolo tipo panca imbottita (che poi si trasforma in lettino per i viaggi a lungo raggio in notturna), di fronte a me per fortuna c’è un thailandese di piccola statura e molto composto, nonostante questo devo stare attento a dove metto i piedi o rischio di dargli un calcio ogni volta che mi muovo, il posto in larghezza è abbondante ma in profondità ci entrano a malapena due persone della mia statura. Finalmente il treno parte, il viaggio non è così piacevole e mi fa rivalutare la bontà dei treni italiani, che non saranno come quelli del giappone ma sono senza dubbio anni luce avanti a quelli thailandesi (e immagino sempre come potrebbero essere i mezzi pubblici nello stivale se tutti i passeggeri fossero obbligati a pagare il biglietto come qui in Thailandia), ma tutto sommato a parte il caldo e l’umidità è una cosa sopportabile. Cerco di godermi il paesaggio che scorre fuori, uscito dalla città inizio a vedere la natura, campi, piantagioni, palme, bufali, contadini e via dicendo, poi nelle varie stazioni il treno si ferma e salgono e scendono venditori di cibo e bevande di ogni genere con i loro cestini e secchi e sacchi pieni di bevande ghiacciate, tutto molto folkloristico, mi fa ridere il mix tra stazione ultramoderna e treni decadenti con i venditori ambulanti dei villaggi che fanno i loro affari annunciandosi a gran voce come al mercato, ma “Hey siamo in Thailandia”, lo stesso paese dove la prostituzione è vietata ma ci sono più puttane che in qualunque altro posto del mondo, quindi ci sta.
Tra bufali e campagne, dopo aver trovato anche un acquazzone durato una mezz’ora, arrivo a Hua Hin verso le sette di sera dopo 3 ore e mezza di viaggio, è già buio e la stazione di Hua Hin non sembra nemmeno una stazione dei treni, è molto particolare come struttura, in più ci sono laser e giochi di luce ovunque, sia dentro che fuori, c’è anche una sorta di mercatino appena usciti sulla strada, non ho ben capito se sia sempre così o meno ma è una cosa che non ti aspetti ed è piacevole da vedere, fa atmosfera anche se “puzza” molto di parco giochi.
La stazione è proprio di fronte a Soi 80, una delle vie dove si concentra la vita notturna del posto, e l’Hotel che ho prenotato, Anchan Hotel & SPA, si trova a meno di un chilometro dalla stazione quindi me la faccio a piedi per iniziare a vedere la città. In nemmeno 15 minuti arrivo a destinazione ed ho già attraversato Soi 80, che è una strada piena di bar, un po’ come Soi 6 a Pattaya ma con una qualità ancora peggiore delle mestieranti, e la zona notturna di Soi Bintabaht dove alloggierò per le prossime 4 notti. In Hotel il check-in è uno dei più veloci mai provati, 5 minuti e sono nella mia suite sull’altro lato della strada (per i dettagli potete leggere qui la recensione dell’Hotel Anchan).
Doccia e riposino quindi faccio un giro del quartiere, ci sono pool bar e piccole massaggerie ovunque senza soluzione di continuità, e ancor prima di raggiungere la strada principale al terzo “massage massage” che sento mi fermo da una che mi ispira. 900 Baht per un ora di Oil massage con finale “orale” 300 per il massaggio e 600 alla donzella. Economico e non male come servizio. Continuo poi il giro e inizio a “prendere le misure” al quartiere tra Soi Bintabaht e HUA HIN 57 che è la strada tra la zona dei pontili e il mercato notturno, le altre due vie con un po’ di movida sono Selakam rd e Poon Suk rd dove alloggio. Qui i baretti chiudono le serrande a mezzanotte, cosa che mi lascia un po’ stranito e senza meta venendo da Bangkok dove la città non dorme mai, ma ne prendo atto e mi ritiro nei miei alloggi in cerca di riposo.
Alle 5 mi sveglio con una campana che suona, vado in terrazza apprendo che nella zona del tempio li vicino le attività iniziano molto presto, rinuncio quindi all’idea di rimettermi a dormire e osservo i cittadini locali che svolgono le loro attività mattutine, tra l’altro di fronte c’è un parchetto dove la gente va a fare attività fisica la mattina e dove i ragazzi della scuola li accanto si intrattengono quando escono nel pomeriggio. Poi finite le attività del tempio torna un po’ di quiete e io torno a letto.
Al mio risveglio intorno all’ora di pranzo il cielo è un po’ nuvoloso e ne approfitto per fare una camminata fino alla spiaggia, dove tra bassa marea e assenza di sole mi metto a camminare tra la riva rocciosa e la sabbia, l’acqua è calda e sebbene non sia il mare più bello della thailandia è piacevole passeggiare con il vento in faccia e i piedi in acqua. Scatto due foto, vedo due culi di alcune turiste in bikini scese in spiaggia dall’Hilton, c’è una thai tutta sola in riva al mare che accenna dei balletti da tik tok tra le rocce, non mi annoio, mi siedo li vicino e mi rilasso, poi devo riempire il pancino.
Torno verso Selakam road, c’è un piccolo ristorante chiamato Oraya’s gestito da madre e figlia che presumo vivano al piano di sopra, tutto molto casereccio, mangio riso fritto con manzo e butto giù una birretta, molto buono il cibo e con 200 Baht mancia compresa ho mangiato bene e riempito il pancino perché il piatto era abbondante.
Nel pomeriggio faccio un salto in piscina, per arrivarci devo attraversare la strada ed entrare nell’edificio principale dell’hotel, appena metto il naso fuori mi cade l’occhio su una ragazza che ciarla con altre due camminando, non saprei definirne l’età ma è giovane e carina, mi ispira, ma non mi sembra una da bar, diciamo, la seguo con lo sguardo per un attimo e poi attraverso l’ingresso e arrivo in giardino dove c’è la piscina. Oltre a me c’è solo una giovane coppia di americani, tra l’altro lei una bella ragazza dalla pelle d’ebano con un fisichino che in costume è un bel vedere, poi per colpa anche di questa giovane bellezza in costume mi viene una certa voglia e prima di cena torno in cerca di un massaggino con pompineria inclusa. Stavolta tra la miriade di signore sui 40 e signorine meno avanti con l’età ma dall’estetica discutibile trovo una che mi ispira sulla via grande, li non ci sono i baretti ma di centri massaggi ce n’è uno ogni 10 metri, non sto a mettere i nomi perché non me li ricordo e perché comunque va molto a fortuna e gusto personale, fate un giro e vedete cosa c’è, qualcosa di buono nel mucchio si trova sempre. Lei una discreta trentenne con due belle tette per la media thai, il massaggio mi rilassa ma poi me lo fa andare in tiro in un attimo quando inizia ad ammiccare sempre più alla mia zona più sensibile (che non è il cuore, ma un po’ più giù), chiedo stesso servizio e propongo la stessa mancia del giorno prima e accetta con piacere. Tenete presente che in questi massaggi la parte extra è tra voi e la signorina, quindi ufficialmente alla cassa pagherete i 300 Baht del massaggio mentre il compenso per l’extra va lasciato direttamente all’operatrice a fine opera. Ne esco soddisfatto e bello rilassato, passo dal Seven Eleven a fare scorta di bevande per riempire il frigo e poi vado a cena a 100 metri dall’hotel in un ristorante che si chiama Siam Food Club, che tra l’altro vedo direttamente dalla terrazza della mia suite, comunque li si spende un po’ di più ma il posto è molto carino e si mangia bene, appena ti siedi posizionano un ventilatore vicino al tavolo in modo che muova l’aria ma senza dar fastidio (non arriva l’aria sparata in faccia come nella maggior parte dei posti con i ventilatori fissi), bella idea. Ordino dell’anatra arrosto con chilli e nel dubbio prendo anche le patatine fritte che affogo con una birra San Miguel.
Finito di mangiare mi sposto in Soi Bintabaht, la fauna locale non è delle migliori per i miei gusti, nei bar ci sono molte donne sui 40 o anche di più, qualcuna più giovane ovviamente c’è ma non trovo ispirazione e non mi fermo, continuo il giro, in tutto sono una manciata di stradine dove si concentra la tranquilla vita notturna (anzi serale) del quartiere. Noto un paio di bar con ragazze interessanti ma ci sono già più customers di quanti ne vorrei attorno, non mi piace la troppa concorrenza e magari sono anche clienti abituali, quindi non me la rischio e punto a qualcosa di più tranquillo. Molti bar sono praticamente vuoti e il perché lo si capisce osservando chi c’è dentro ovvero niente di attraente, almeno per un uomo sotto i cinquanta, diciamo. Poi quando sono quasi tornato al mio Hotel noto fuori dal penultimo bar una tipina giovane e caruccia, la guardo meglio, è la ragazza che avevo notato mentre andavo in piscina, non mi sembrava una “da bar” ma evidentemente stava andando a lavoro quando l’ho vista nel pomeriggio. Saluto e mi lascio catturare. Il bar è relativamente piccolo e contornato di specchi sulle pareti, si vede che è in attività da circa un ventennio, il biliardo a centro sala è decisamente vintage, di quelli con le retine sotto le buche e il sistema di raccolta delle palline a vista, non ne vedevo uno così da quando ero piccolo e andavo al bar del paese a vedere i grandi giocare, anche il bancone a fondo sala è vintage, così come parte degli sgabelli e gli arredi in generale, anche le girls sono vintage, non tutte per fortuna ma almeno la metà lo sono. Io però ordino una birra e osservo meglio il motivo per il quale sono qui. La ragazza è molto sporty style, con un abitino corto e semplice che ne evidenzia le forme, in verità ha un bel culetto, pancino piatto e due belle cosce polpose ma sode, come una ventenne dovrebbe essere, l’unica mancanza sta sul petto, due tettine appena accennate, molto loli in verità, cosa che sulla giusta ragazza mi fa impazzire e questo è uno di quei casi. Insieme a lei ci sono due colleghe trentenni, nemmeno brutte di viso ma troppo abbondanti per i miei gusti, poi c’è quella dietro il bancone che penso sia sopra ai 50 e una che ha la mia età e ne dimostra di più ma è quella che tiene insieme la strampalata scuderia, infine un’altra intorno ai 40, bella donna che però fa praticamente coppia fissa con un attempato semi-residente del posto, che è anche l’unico altro cliente nel bar in quel momento. Resto li a cazzeggiare, a differenza di Bangkok o Pattaya, nessuno pusha per “one more beer” o per farsi offrire da bere, passa un’ora prima che di mia sponte decida di offrire un drink alla vecchia e uno alla pischella che, la prima come fonte di informazioni e la seconda come simpatica bambolina, mi intrattengono da quando sono entrato. Il biliardo è Free, e visto che sono l’unico cliente, dopo aver visto come gioca la pischella la sfido, se vinco io posso toccarle le tettine sotto il vestito, se vince lei offro da bere anche alle altre due colleghe oltre a un secondo giro per lei e la vecchiarda, giusto per smuovere un po’ gli animi. Venti anni fa ero bravino a 5 birilli e goriziana giocando quasi tutte le sere con gente che faceva i tornei, ora invece ricordo bene la teoria ma non so più tenere una stecca in mano, e poi in questi bar hanno i biliardi storti col panno che ha più pendenze del Green di una buca da Golf, per questo non gioco quasi mai a biliardo nei baretti in thailandia. Divagazioni nostalgiche a parte, il match è equilibrato e ancora sobrio metto a segno un paio di tiri su tre sponde che nemmeno io mi aspettavo di saper fare ancora, infatti mi fanno notare che poco prima avevo detto di non saper giocare e che le ho prese in giro. Poi la pischella, che gioca come uno scaricatore di porto dei peggiori bar di caracas sembra rimontare con una serie di bordate dritte in buca, ma non basta, al primo errore la castigo e resta la palla 8. E niente, svirgolo malamente il tiro, la 8 va nella buca sbagliata e perdo. Mi ritiro e ci facciamo questo giro di drink, poi cazzeggio con la tipina e scopro che è anche simpatica. la vecchiarda me la consiglia velatamente, ma stanotte non la voglio in camera, ho altri programmi per domani, poi non dormo e sono da buttare. Lei però ha fiutato un possibile buon cliente e mi chiede di scambiarci il contatto Line, io dico di no. Ci resta male facendo una faccia strana. Poi aggiungo: “Il mio Hotel è quello, ci vediamo domani.” indicando 20 metri più avanti. A quel punto pure le altre si mettono a ridere e lei mi manda amichevolmente affanculo. è mezzanotte, prende i bigliettini e mi porta il conto “Hai speso tanto!” dice. Non mi sembrava, ma con sospetto guardo la cifra, 990 Baht, 3 birre per me 2 drink a lei e 3 per le tre colleghe del bar. Beh, se questo è tanto allora è bene che non sappiano mai quanti ne spendo solitamente a Bangkok. Saluto, torno in hotel e mi metto in terrazza col fedele laptop e mentre sono li a sfumacchiare e fare le mie cose vedo passare il conte dracula, di sicuro è troppo grande per essere un pipistrello normale, capisco poi che è una volpe volante(o pipistrello della frutta), mi sento un po’ come batman nella bat-caverna e intanto che la bestia fa avanti e indietro dall’albero li accanto finisco quel che dovevo fare e un paio d’ore dopo vado a letto con tanti buoni propositi per il giorno dopo.
L’indomani mi sveglio a metà mattina, una passeggiata verso la spiaggia, a quest’ora i vicoli e le stradine che la sera sono pieni di pool bar e musica sono chiusi e c’è una certa quiete, noto molti gruppetti di attempati signori europei davanti a bar e ristoranti “normali”, famigliole, coppiette, c’è di tutto, sembra un po’ di stare in una località marittima italiana in agosto. raggiungo la via che attraversando il mercatino tra le due metà del Centara Village finisce dritta in spiaggia, dal mio hotel al mare ci sono 700 metri di strada, non pochissimi ma in dieci minuti ci si arriva senza problemi, poi scopro che c’è un piccolo tempio cinese affacciato sulla spiaggia vicino ai pontili con una scalinata che scende direttamente in spiaggia e passando da li risparmio circa metà strada, molto comodo direi. Sulla via del ritorno mi fermo a un seven eleven, non sono fitti come a Bangkok ma ce ne sono un paio abbastanza comodi sulla via del mercato notturno, praticamente a 5 minuti da dove alloggio. Fatta scorta di bevande e stuzzichini vari torno in hotel e dopo aver riposato un po’ al fresco mi incammino verso quella che è la missione principale del giorno (almeno sulla carta) ovvero andare a vedere com’è l’unico Soapy Massage presente a Hua Hin, il WoW Leelawadee che si trova in Hua Hin 64/1 Alley, una viuzza traversa della grande strada principale a 4 corsie (attenzione quando dovete attraversare perché come al solito i thai alla guida sono pericolosi^^) a circa 1 km a nord del quartiere di soi Bintabaht. Arrivo dopo un quarto d’ora, un po’ accaldato ma molto curioso, mi fermo a fare due foto da fuori e poi entro. Il locale non è male, ma pensavo di essere in un Soapy Massage e invece mi ritrovo in una sorta di Bar/Karaoke, qualquadra non cosa, chiedo lumi e mi viene spiegato che qui posso bere e offrire da bere alle ragazze e poi c’è anche il servizio dei massaggi etc… Uhm, mi puzza di inculata come si suol dire. In genere non mi faccio problemi a spendere qualcosa per provare nuovi posti o situazioni, ma qui ci sono 4 Girls nemmeno tanto giovani e non ne vedo una che mi piaccia, al che domando a puro titolo informativo vista la scarsa fauna disponibile e l’ambiente ambiguo, quali siano i costi di un Massaggio all inclusive e mi viene riferito che la spesa è di 3000 Baht per le ragazze “normali” e 4000 per le “model”, presumo e spero che quelle presenti non fossero le Model, altrimenti la situazione è peggio di quel che sembra. Comunque un po’ deluso ringrazio saluto e torno sui miei passi. Speravo di scoprire una perla invece ho trovato delle cozze. Magari era l’orario non proprio felice, ma visto il posto e la clientela assente non ho nemmeno provato a tornarci un altro giorno, magari se tornerò a Hua Hin in futuro ci riproverò perché se ci fossero delle ragazze almeno discrete potrebbe anche essere interessante fare social con una e poi sceglierla per il massaggio, ma non c’era veramente nessuna per cui valesse la pena provare. Un vero peccato. Sulla strada del ritorno mi perdo volontariamente per vicoli e viuzze secondarie dietro la strada principale, dove sostanzialmente non ci sono turisti a parte un pirla di passaggio come il Redattore, osservo un po’ di vita comune, gente che fa la spesa in un supermercato, passo davanti a una macelleria piena di gente e con un’esagerazione di carne esposta in un bancone gigante, c’è un fabbro a lavoro nel suo negozio, un artigiano in un altro laboratorio sta lavorando del legno, e poi lavanderie, quelle non mancano mai. a un certo punto in una viuzza lunga e stretta, dove non c’è niente a parte delle abitazioni e quella che sembra un’altra lavanderia, quando passo si apre la porta di un fondo commerciale apparentemente in disuso e senza insegne o altro e spunta fuori un giovane donna che mi fissa e fa “Massage?”, al che mi viene da ridere perché sembra una scenetta comica nel contesto, lei non è nemmeno brutta in verità ma li in mezzo al niente non mi fido molto di una che spunta fuori dal nulla e propone massaggi quindi tiro dritto per la mia strada e lei non insiste nemmeno (come una dalle parti di Selakam road che mi viene dietro per tutta la via cercando di convincermi a fare sto massaggio ma è fuori target per i miei gusti), poi quando torno nella zona turistica mi fermo attratto da una discreta sirena in un’altra delle piccole massaggerie del quartiere tra il mare e soi Bintabaht dove ottengo un happy ending orale, in una stanzetta divisa da una tenda, per 500 Baht più i 300 del solito Oil Massage, lei si applica e mi rilasso ma onestamente preferisco spenderne 1300 al mio adorato 7Heaven, per dire.
La mia terza serata in quel di Hua Hin inizia verso le otto quando mi sveglio e vado a mangiare di nuovo al Siam Food Club, poi naturalmente mi fermo al bar Paradise dove c’è la tipa che mi ispira, che tra l’altro si chiama Pam o Pem ma per non sbagliare la chiamo Pè , tanto non ci si capisce mai una sega quando parlano ma vedo che risponde pronunciando quella sillaba, quindi va benissimo. E niente, stessa situazione ma con un paio di clienti in più, due drink, due partite a biliardo, due parole con lei e la vecchiarda che comunque è un personaggio simpatico, e poi a mezzanotte: “Vuoi che vengo a dormire con te?” – “Si ma non dormirai molto”, e ci ritiriamo in Hotel li accanto. Onestamente la Bar Girl a chilometro zero mi mancava, la più vicina prima di questa mi era capitata sette anni fa quando avevo l’Hotel vicino al vecchio agglomerato di baretti in soi 22, ma devo dire che è molto comoda come situazione.
Alle 4 di notte vado al frigo, bevo mezza bottiglia di tè al miele e ne lascio una a lei sul letto, poi mi faccio una doccia ed esco in balcone a fumare mentre Pè resta svaccata sul letto e si addormenta. Che posso dire, ho goduto come un riccio che gode come un maiale, non saprei in che altro modo esprimere la sensazione di appagamento che sento dopo aver fatto praticamente tutto quello che si può fare con una ragazza di vent’anni in un letto per più di tre ore, con calma ma senza sosta, c’è chi da importanza a quanti “shots” riesce a fare, io preferisco contare le volte in cui ci sono arrivato vicino trattenendomi per continuare a farla sbrodolare come una lumaca. E non c’è bisogno di dirlo (altrimenti non me la tenevo in camera per principio^^) ma supera brillantemente anche il Test della Sacra Pecora™. Resto altri dieci minuti a godermi la piacevole temperatura notturna mentre guardo distrattamente il conte dracula che vola, poi torno dentro e nella penombra della stanza lei è li tutta nuda svaccata sul letto che dorme, io mi sdraio di fianco cercando di non svegliarla perché si è meritata il riposo, è proprio bellina, non bellissima, non una modella, ma bellina e vagamente dolce che viene voglia di mangiarsela, non so se rendo l’idea. Dopo un po’ annaspa con una mano sul letto come a cercare qualcosa, trova me e mi si avvinghia come fossi un peluche, per un attimo sembra che stia sorridendo quindi con un mugugno soddisfatto torna in modalità ghiro. E poi qualcuno si chiede come mai la gente si innamora delle Thai, e che ve lo dico a fare…
Riapro gli occhi che è tarda mattinata, mi sento a pezzi, felice e appagato ma stremato, dopotutto non ho più vent’anni, a differenza di quella che dorme ancora beata li accanto. L’ora però è tarda, la stuzzico un po’ accarezzando quel culetto morbido illuminato dai raggi del sole che filtrano dallo spiraglio delle tende, mi avvicino di più, carezze e baci finché non apre gli occhi e le faccio vedere che ore sono sul telefono, “Mmmh, I want to sleeeeep” e mi abbraccia. Passo al piano B e insinuandomi tra le sue cosce con la faccia riesco finalmente a svegliarla ma mi si sveglia anche il soldatino pelato la sotto e finisce che lo facciamo di nuovo, ma stavolta mi lascio andare alla prima occasione altrimenti poi non vengo più e ci muoio. Però bello anche così. Intanto che è in doccia le lascio tre banconote da 1000 Baht piegate in due sotto al telefono, non avevamo mai parlato di cifre ed è stata brava, ma non siamo a Bangkok e mi sembra un giusto compenso. Poi verso mezzogiorno se ne va ringraziando dicendo che mi aspetta la sera al Bar. Chiudo la porta, la stanza è un casino, ma le pulizie passano anche dopo le tre del pomeriggio, così dopo una pennichella di un paio d’ore me ne vado a mangiare di nuovo da Oraya’s, stavolta PadThai e involtini primavera, tutto molto buono, la signora che cucina li a vista è proprio brava, tutto molto semplice ma ne escono dei buoni piatti, e la figlia fa da cameriera, gentile e efficiente, se passate da li e volete spendere poco mangiando bene senza fronzoli ve lo consiglio davvero. Al tavolo li vicino c’è una coppietta di giovani italiani, hanno preso un piatto di carne presumo un po’ piccante, una ciotola di green curry e il solito piattino di riso, ma lei praticamente sta mangiando solo il riso e noto che la signora cuoca la guarda in modo strano, avrà pensato “Questa è proprio scema” e la scena mi fa ridere ma allo stesso tempo anche vergognare di essere italiano considerata la poca apertura mentale di certi connazionali anche nei confronti del cibo, ma non solo.
Col pancino pieno faccio una passeggiata verso i pontili, proseguo e passo davanti all’Hilton che con la sua imponenza rispetto al paesaggio circostante è un po’ il punto di riferimento della zona e faccio il giro del quartiere, poi me ne vado a riposare nella camera già pulita e in ordine e riapro gli occhi quando fuori è già buio. Voglio andare diretto al bar e appena metto piede sulla strada la mia Bar Girl a chilometro zero mi intercetta e mi chiama, saluto tutti e la vecchiarda li accanto mi dice che la pischella mi aspettava e blah blah blah, ormai le mestieranti le conosco come le mie tasche ma sto al gioco, mi godo la compagnia di questa fresca pseudo-fidanzatina per tre giorni e considerando il posto dove mi trovo posso dire che non mi è andata affatto male. Dopo la mezzanotte il copione si ripete, ma con più calma e a piccole dosi perché un’altra maratona di tre ore senza stop come quella di ieri non la reggo, giochiamo scherziamo e scopiamo, tutto molto chill. A metà mattina riceve una videochiamata dalle due colleghe del bar che sono in spiaggia e le chiedono di raggiungerle, me le fa salutare che siamo ancora nudi come gatti egiziani sul letto, ma si presume che per loro sia normale amministrazione con i clienti, quindi mi invita ad andare con lei e non avendo niente di meglio da fare accetto. Trovo sia piacevole trascorrere un po’ di tempo con una giovane e simpatica ragazza che non arriva alla metà dei tuoi anni e con la quale hai fatto sesso da dio per un paio di notti, rende tutto più “normale” diciamo. Però mi rendo conto di non averle ancora lasciato la mancia, lei non ha detto niente, si vede che si fida, va bene così. Mangiamo robe thai che hanno preso loro non so dove li nei pressi della spiaggia poi dopo un po’ le lascio alle loro cose e me ne vado al fresco in hotel passando dal tempio cinese e poi dalla strada dei pontili che è sempre piuttosto frequentata poiché ci sono molti ristoranti e attività di vario genere, perlopiù dedicate al turismo ovviamente.
La sera poi evito il cibo perché ho ancora la panza piena dal pomeriggio, svicolo in soi Bintabath e mi intrattengo per una birra a un baretto con un paio di ragazze discrete ma che non mi fanno scattare nessuna scintilla, sarà che mi trovo troppo bene con la mia Bar girl a chilometro zero o che per merito suo non ho tutta sta fame di sesso al momento, ma saluto le tipe e torno “al Bar sotto casa”. Ci sono solo le ultraquarantenni e il solito cliente con la pseudo-fidanzata al seguito che giocano a biliardo. Al che la simpatica vecchiarda mi dice che Pè e le altre sono a riposare perché sono state in spiaggia oggi, “Lo so, lo so…” ribatto io sorridendo. Dice che la chiama perché e non ci sono ragazze al bar non va bene, ma è palese che la chiami solo perché sono arrivato io (che non l’avrei cercata personalmente, mi piace lasciar fare al karma in questi casi), quindi dopo un po’ arriva in mototaxi vestita in top e shorts sportivi neri che mi vien voglia di appoggiarla al biliardo e trombarla qui e ora. Cazzeggiamo un po’ con due birrette e poi non mi va di fare mezzanotte, aggiungo i 300 ridicoli Baht del barfine all’esiguo conto e ce ne andiamo in Hotel fino al mattino seguente, di nuovo. Tra l’altro è la prima volta che in thailandia mi porto in camera la stessa ragazza per più di due sere di fila, sarà che a Hua Hin le possibilità per i miei gusti non sono così ampie ma può anche essere che mi sia trovato talmente bene con lei da non voler cambiare, il che conoscendomi è strano e pericoloso, ma tant’è, me la godo finché dura. Scopro anche che se sta a faccia in su russa di brutto, ma un pizzicotto sulla figa risolve il problema, apre gli occhi, mugugna, si gira e smette di far casino. Però è troppo bellina quando fa così.
La mattina del 23 ci facciamo la doccia insieme, con l’acqua che scivola sulla sua pelle color nocciola e quel suo modo di strusciarsi giocherellando mentre ci laviamo a vicenda me lo fa venire duro in un attimo e quando indugio tra le sue cosce e tra le chiappe con entrambe le mani, si gira, mi abbraccia, la sollevo e la inforco “a crudo”, so che non si dovrebbe fare e normalmente lo evito ma nonmenefregauncazzodiniente, la voglio e la voglio adesso. Ringrazio il genio che ha avuto l’idea di mettere il pavimento antiscivolo nella doccia mentre appoggio Pè alla parete e la sbatto in piedi come non ci fosse un domani, mi piace troppo, ma non voglio farcirla come un cannolo siciliano che non si sa mai, la metto giù accovacciata davanti a me e penso che quello schizzo nell’occhio se lo ricorderà per un bel po’^^. Breve ma intenso, menomale che domani me ne vado altrimenti qua cado nella tana del bianconiglio e non ne esco più. Per un momento mi è balenata in testa anche l’idea di prolungare il soggiorno a Hua Hin, poi ho deciso che sarebbe una gran cazzata. Comunque ci ricomponiamo e dopo un po’ di cazzeggio sul letto lei deve giustamente andare a fare le sue cose e onestamente lo voglio anch’io. Ancora però non fa richieste, o se n’è dimenticata o si fida molto o non so cosa, ma a scanso di equivoci quando è sulla porta le metto in mano le banconote ripiegate della mancia per le due notti e lei ringraziando se ne va dicendo che mi aspetta di nuovo stasera al Bar. Ovvio.
Il mio ultimo giorno effettivo a Hua Hin non faccio niente di speciale, mi metto seduto in terrazza con il mio adorato tè al miele, la cantilena proveniente dal tempio al mattino ormai mi è familiare, quasi un piacevole sottofondo, gli uccellini che cinguettano e svolazzano, uno scoiattolo che con qualcosa in bocca si fa duecento metri saltellando sulle immancabili matasse di cavi della corrente, così come il vociare degli abitanti del posto che ogni tanto ciarlano tra di loro e quel vento tiepido che quando ci fai l’abitudine non è così male. Ci si abitua in fretta a Hua Hin, inizio a capire perché tanti europei vengano a a vivere proprio qui, è come andare in vacanza sul mediterraneo d’estate, solo che qui l’estate dura tutto l’anno e il costo della vita è ridicolo (se non fai il turista tutti i giorni, s’intende). Devo andare al seven eleven a comprare da bere e ne approfitto per cercare qualcosa che magari non ho visto. Massaggi, lavanderia, negozio di cibo, massaggi, cibo, lavanderia, gioielleria, massaggi, massaggi, cibo, barbiere, manicure, lavanderia, bar, massaggi, ristorante, ristorante, bar, massaggi, massaggi, baracchino del cibo, massaggi, servizio taxi, lavanderia con centro massaggi, bar ristorante, centro massaggi con lavanderia, lavanderia che se gli gira ti propone un massaggio, massaggiatrice che se glielo chiedi ti trova del cibo mentre ti lava i vestiti… Non c’è molta varietà ma di sicuro se vivi li muori rilassato e pulito e con la pancia piena. Io invece vado a salutare la spiaggia, c’è poca gente ma un paio di bikini interessanti di turiste scese dall’Hilton ci sono, la vista di quei culetti mi fa venire una certa voglia e prima di passare al seven eleven mi fermo per un massaggio dalla prima decente che mi chiama. Una Milf di 30 anni dichiarati che è più brava nel massaggio che nell’arte orale, ma la voglia me la toglie e ne esco rilassato con 900 Baht in meno nelle tasche, tutto sommato un buon rapporto qualità prezzo direi. Torno beato nella mia suite messa in ordine dall’efficiente staff delle pulizie e poi riposo fino a sera. Scendo giù al Bar Paradise che è ora di cena, scopro che la mia bar girl a km zero pensava che me ne andassi il 25, inizio a pensare che le thai abbiano un serio problema con la matematica, e va beh, le chiedo quindi se vuole venire a mangiare con me e poi magari ce ne andiamo in hotel che domani non puo’ restare a dormire (e penso le piaccia la stanza, il letto è veramente comodo e in effetti ci si dorme bene), naturalmente accetta, pago il barfine e me la porto via, non molto lontano in verità, a tipo 200 metri o poco più dove si trova il Siam Food Club, posto carino, cibo buono, prezzi adeguati, lei mangia come una porca, cioè che lo sia è fuori dubbio ma lo è anche nel mangiare, beh, dopotutto ha vent’anni e scopa come una dannata, non ha problemi a smaltire le calorie direi.
Quando torniamo all’Hotel la vecchiarda del bar è affacciata sulla strada, saluta, ammicca, fa il tifo, mi fa ridere a vederla, la salutiamo e poi via in camera, di nuovo. La mia Bar Girl a Chilometro Zero mi piace troppo, e sebbene avessi deciso di dormire da solo questa notte alla fine me la ritrovo ancora una volta nel letto a sonnecchiare dopo che mi ha fatto vedere le stelline. Mi addormento anch’io, ma la sveglia inesorabilmente suona e sono già le 8:00 devo alzarmi e preparare tutto per la partenza, sveglio anche lei che dorme come un sasso, non c’è il tempo e non sono dell’umore per fare altro, quindi la invito a farsi una doccia e darsi una sistemata per poi lasciarmi solo a fare le mie cose, lei acconsente ovviamente, poi prima di andare mi chiede di nuovo di scambiarci i contatti poiché non l’abbiamo ancora fatto. Stavolta dico di si ma solo per non essere sgarbato, so già che non tornerò a Hua Hin a breve e lei è pericolosa, stare in sua compagnia inizia a piacermi un po’ troppo diciamo, meglio quindi se resta un piacevole ricordo di questa breve avventura al mare, dopotutto nonostante navighi in questi ambienti da prima che lei nascesse e ne conosca bene le regole e i limiti da non oltrepassare, sono umano anch’io e tendo ad affezionarmi a chi mi fa stare bene. Magari in un’altra vita, chissà… La saluto per l’ultima volta e lascio l’ultima mancia, poi la guardo andare via affacciato in terrazza e si chiude un capitolo. Ma bando ai sentimentalismi, è il momento di tornare a fare danni nella capitale, inizio a sentire la mancanza del caos della metropoli, anche se qui a Hua Hin ci sono stato bene.
Per il ritorno a Bangkok mi sono affidato a Hua Hin Cab, ottimo servizio al giusto prezzo: Dall’Hotel Anchan di Hua Hin fino all’Hyde Sukhumvit 11 (condominio vagamente lussuoso in soi 11 a 400 metri dalla stazione BTS Nana) al costo di 2000 Baht. In verità ho prenotato un’auto alla tariffa base ovvero i suddetti duemila baht ma l’autista, che mi aspettava nella hall dell’hotel venti minuti prima dell’orario stabilito, è arrivato con un Suv, che da listino aveva un costo di 400 Baht in più, contenti loro per me va benissimo direi. Quindi, sbrigato il check out in un lampo raggiungo il mezzo e due ore e quaranta minuti più tardi sono in soi 11 fresco come una rosa, ho anche sonnecchiato un po’ durante il tragitto. Controllo il telefono, Pè mi ha scritto: “Miss you! See you soon” , messaggino standard, me l’aspettavo anche un po’ prima ma doveva arrivare prima o poi, ci penso e inizio a scrivere “I don’t think so…”, ma alla fine le ho inviato solo una faccina che ride.
In sostanza, sensazioni personali a parte:
Riguardo a Hua Hin però posso dire che merita senza dubbio una visita, non è Pattaya ma la spiaggia è piacevole e l’acqua del mare è quantomeno decente, non è Bangkok ma qualcosa per divertirsi la si trova sempre, personalmente ho avuto una certa botta di culo a ritrovare quella tipina che avevo notato dalla terrazza come Bar Girl vicino al mio hotel, magari se non avessi trovato lei avrei esplorato più a fondo anche le altre zone notturne della città, non lo so, ma in generale Hua Hin non è affatto male come posto dove trascorrere alcuni giorni. So che c’è anche una disco o qualcosa del genere proprio sotto l’Hotel Hilton, me l’hanno detto ma non ci sono andato, avevo di meglio da fare, però al Panama ci sono passato e come posto è vivace, è una sorta di bar con musica dal vivo che si trova in Selakem road, una della vie che insieme a Poon Suk road, Selakam road e soi Bintabaht formano il veterano “quadrilatero della nightlife” di Hua Hin. Poi c’è anche la vicina soi 80 che non mi ha entusiasmato particolarmente quando ci sono passato in mezzo, e la più recente Wonderland area si Soi 94 , che però non ho avuto il piacere e la voglia di vedere com’è in quanto lontana da dove mi trovavo, e poi come ormai sapete anche voi, “c’avevo da fa’ “. Ma a proposito di spostamenti, pur non avendo io stesso noleggiato un mezzo di trasporto (cosa che sicuramente farò quando deciderò di tornarci), se andate qualche giorno a Hua Hin vi consiglio di noleggiare uno scooter perché ci sono diversi posti da vedere che a piedi sono difficili se non impossibili da raggiungere, e diciamo che li non si trovano i moto-taxi ogni 5 metri come a Bangkok, quindi non è una cattiva idea avere un mezzo a disposizione, ci sono diversi noleggiatori e con una spesa intorno ai 200-300 Baht al giorno siete a posto. Inutile dire che per guidare in Thailandia servono la patente internazionale e una buona dose di prudenza considerato che generalmente i thailandesi guidano “a organo riproduttivo maschile di canide”, ovvero a cazzo di cane se preferite la versione meno raffinata.
E niente, spero abbiate apprezzato questo resoconto (con un po’ troppo romanzo personale, lo so, ma è stata la parte più bella di questa gita al mare e mi andava di condividere l’esperienza con voi amici viaggiatori, sapendo che di sicuro qualcuno si è già trovato in certe situazioni o ci si troverà prima o poi, quindi è anche utile come confronto), adesso sto scrivendo dal balcone dell’appartamento preso al Hyde Sukhumvit 11 che è un bel posto dove stare, ma questa è un’altra storia…
Un saluto dal vostro rilassatissimo Redattore di quartiere, ci sentiamo al prossimo aggiornamento da Bangkok!