Diario di bordo – Gita „Toccata e fuga“.
Quando: Un giorno freddissimo, verso la fine del 2011.
Destinazione: ANDIAMO FKK.
Sabato mattina, ci siamo, partenza prevista per le 7.00…
…Partiamo alle 8.00 in punto.
Giustificazione del copilota: „Ieri sera ho bevuto troppo“ (cominciamo bene, penso io).
Accendo la Trombomobile e via verso l’autostrada, belli convinti!
Ore 8.25: Siamo in prossimità del primo autogrill e il mio compagno di viaggio, con la parlata ancora impastata dal sonno, mi fa’ „a me mi scapperebbe anche un po’ da ca’are“ – al che replico dicendogli: „Allora io quasi quasi mi prendo un cappuccio e un cornetto mentre t’aspetto“ e imbocco l’uscita per autogrill…
Ore 8.45: Ho ingollato il cornetto, bevuto il cappuccio, fatto il ruttino, e preso da un attacco di noia, stavo quasi per baccagliare la barista, quando ecco che vedo uscire il nostro eroe dal cesso, „Oh che c’hai fatto la‘ dentro?! , e‘ venti minuti che tu sei a cahare!“…
– Lui tutto fiero mi risponde: „Ah! ora sto meglio, quasi quasi piglio un cappuccio anch’io.“ – „Vabbe’ “ dico, „Allora t’aspetto fuori, mi fumo una sigaretta intanto“, ed esco..
Ore 9.00: Ho finito la sigaretta e ormai preda del palletico piu‘ assoluto sto contando i mattoncini del marciapiede del parcheggio, quando ecco che te lo vedo uscire con passo stanco e strascicato che viene verso la macchina… “Fai pure con calma“ dico, „Tanto sono solo le nove, è preeesto“ , il tutto seguito da un mezzo rosario di moccoli in toscano D.O.C., ovviamente. Al che, lui bello tranquillo e con l’aria innocente, replica: „Ero li , ho visto i cornetti e m’è venuta fame“ – e io di rimando: „Bravo, ora però se ti riscappa da ca’a tu la fai sul ciglio dell’autostrada!“..
Ore 9.05: Finalmente si riparte! (Venticinque minuti di viaggio e quaranta di sosta. …Non male , se la media eì questa s’arriva giusto per la chiusura, penso tra me e me).
…E la Trombomobile riprende il suo cammino in direzione Villach…
Tutto fila liscio, traffico quasi assente, solo qualche camion, poche auto e un paio di motociclisti matti che ci superano a 200 all’ora, tutto normale insomma. Intanto l’autoradio sta suonando -Space Cowboy-(Jamiroquai) e ormai usciti definitivamente dal torpore della sveglia, si comincia a fare due chiacchiere sulla giornata che ci aspetta: „Ah, io voglio ritorna co‘ la Valeria, poi un lo so, quell’altre si guarda chi c’è, ma con lei di sihuro si“ – commenta il compare – „Si, bravo, io invece un giro con la Laura lo devo fa’ per convenzione, poi bo?, si guarda chi c’è, magari oggi è la volta bona che provo la Lilli.“ – Replico io – aggiungendo: „Pero‘, ci fosse anche la Gulianina (a.k.a. Julianna), la devo saluta‘ come si deve, si si..“.
Insomma si va avanti così per un po‘, intanto la strada scorre e la musica favorisce i pensieri positivi, così tra una bischerata e l’altra, si arriva in zona Mestre… …altra sosta(’stavolta breve), per passaggio in bagno e caffeino, e dopo si riparte a tutto gas in direzione Udine, e poi si arriva verso il confine senza particolari problemi. Siamo belli svegli e la voglia di essere la dentro in mezzo alle maiale comincia a farsi sempre più pressante, ma c’è da comprare la vignetta per l’Austria, quindi, ultima rapida sosta all’ultima area di servizio in territorio italico e poi con passo svelto e piedino pesante sull’acceleratore s’imbocca nell’ordine: la fottutissima autobahn, l’uscita Faaker See, poi si passa il fiume, gira a destra gira a sinistra, derapata, slalom tra le auto parcheggiate fuori dal cancello, entrata in manovra rallystica(con disinvoltura) nel parcheggio, e sosta in prossimità dell’entrata… Immagino quelle due babbione della reception cosa avranno pensato vedendo la Trombomobile in derapata, e va be’…
Ore 13.30: circa, siamo alla porta, ci aprono „Beeeeep“ …E SI ENTRA…
Una delle due gonze alla reception ritira il contante e ci consegna le chiavi coi numerini (maledetto sia il numero 87, poi vi spiego..), accappatoio e poi ciabattine per il copilota, e solo accappatoio per me, visto che avevo al seguito le mie adorabili infradito.
Dopo aver ricevuto un ultimo augurio di buona permanenza da parte della farda receptionista, ci addentriamo negli spogliatoi… Vediamo un po‘, numero 87, ok, proviamo la fila di destra..no niente, allora sarà in quella di mezzo…no, non c’è, minchia allora e‘ in prima fila, va be’…vediamo un po‘, parto di fondo, mmm…mmm…sta a vedere che… …Merda, e‘ proprio davanti all’entrata dell’arena! …Comodooo!!!
Comunque, dopo un attimo di pensieri negativi, mi giro verso l’entrata del „trombodromo“ e vedo due biondine che non conosco, ma che subito mi rimettono in pace col mondo, quindi, affanculo l’87, magari me lo ricorderò per la prossima volta, anche se a pensarci bene, la mia memoria e‘ equiparabile a quella di un criceto alcolizzato…
Comincio a denudarmi, e vedo che però il mio fido compare non è vicino a me, o indov’e‘ andato, mi chiedo. Mi guardo intorno(c’era un po‘ di viavai di gente in arrivo) ed eccolo li‘, posteggiato quasi in fondo alla fila , in posizione piu‘ comoda e tranquilla…(Boia, Penso, ma che c’hanno divisi come quando s’era a scuola per non far troppo casino?!?) …Si vede che ci s’ha proprio la faccia a ragazzacci…Va be’…
Finalmente dopo ore di viaggio e peripezie varie , stiamo per entrare, ma…Un si vorra‘ certo anda‘ da quelle dolci fanciullette tutti „puzzosi“…Eh no e‘! …Prima una bella doccia. ..Una cosa veloce, asciugatina, e via dentro al Trombodromo!!!
Nel Salone del bar, la situazione appare ottima. C’è già una grande quantità di Andiamine accampate sui divani e al bar, e altrettante che gironzolano a „baccagliare“ i relativamente pochi visitatori.
Ci prendiamo un caffe, giusto per scrollarsi di dosso il viaggio, ed ecco che nel giro di un minuto comincia l’attacco delle „mangiafave“(e fatecelo piglia‘ un cazzo di caffè, un momento!!!).
Insomma, siamo li e in due manciate di minuti veniamo abbordati da 5-6 ragazze, la prima delle quali sara‘ anche la mia prima timbrata della giornata. Lei si chiama Monica(morettina Bulgara), arriva tutta buttata e mi si appoggia subito addosso(quando avevo appena ordinato il caffe‘), quindi dopo una breve presentazione, e dopo aver ella appurato che sono appena arrivato e che ci hanno appena portato il fottutissimo caffè , mi dice che tornerà dopo e staccandomisi di dosso si congeda momentaneamente… Riusciamo a bere il caffè, ma la calma durera‘ poco, infatti ecco che arrivano un paio di farde in coppia, ma onestamente non ne ricordo i nomi, pero‘ non avevano niente che attirasse particolarmente la mia attenzione, quindi le saluto con gentilezza ma senza badare troppo a quel che dicono, e lascio che „il copilota“ le intrattenga un po‘, finche‘ non le molla anche lui e se ne vanno salutando.. Poi, mentre sto guardando una biondina(che non conosco)dall’altra parte del bancone, mi sento avvinghiare, mi volto, e mi ritrovo con la faccia a due centimetri da quella di lei, Janin. Giusto il tempo di metterla a fuoco per bene, e a momenti cado dallo sgabello… …Oh, che ci crediate o meno, la Janin e‘ il clone di una ragazza fiorentina che una decina d’anni or sono, era diventata la mia „amante“, quando stavo gia‘ con la mi‘ donna(ormai ex anche’ella)ma vivevo ancora da solo. Insomma, la vedo e credo che la mia faccia sia diventata, per un attimo, piu‘ o meno cosi‘: . Lei continua a fissarmi dritto negli occhi, e per alcuni lunghissimi secondi, non proferisce parola mentre mi perdo in quel volto così familiare ma sconosciuto allo stesso tempo. Poi finalmente comincia a parlare, e l’incantesimo si rompe, o meglio, nella mia testa, quel volto aveva una voce, e quando sento invece parlare la Janin, i criceti nel mio cervello si rendono conto che per quanto somigliante, non è la persona che conosco, e riprendo un po‘ il controllo della situazione(perché in effetti questa cosa mi ha nettamente spiazzato), e cominciamo a far due chiacchiere, solite cose, ma mentre ce l’ho li avvinghiata, ogni tanto qualche neurone continua a fare tilt e confondo i ricordi col presente, insomma, un gran casino.. …Passa ancora qualche minuto, e a scorgere con la coda dell’occhio un paio di ragazze che si appropinquano al mio compare , ma vengono piuttosto rapidamente congedate(in effetti in macchina diceva di volersi riposare un po‘ prima di dare il via alle danze, e cosi‘ poi ha fatto).. Intanto, con non poca fatica, sono riuscito a staccarmi di dosso la Janin, dicendole pero‘ di farsi rivedere piu‘ tardi, perche‘ avrei avuto piacere di approfondire il discorso con calma .
Ci mettiamo a chiacchiera un minuto io e il „copilota“, quando eco che riappare la Monica, io sullo sgabello, girato, spalle al bancone, e lei mi si fionda sulle gambe. Ricomincia a chiacchierare, e tocchicchiando sotto l’accappatoio, mi propone diverse cose „sconce“ :#muahaha , e siccome non son fatto di ferro, e gia‘ quando l’ho vista prima mi ispirava, aspetto che si cheti un attimo, e le dico: „Mi avevi gia‘ convinto al CIAO , Vogliamo andare in camera?“ . Il fido compagno si fa una grassa risata, e lei non se lo fa ripetere due volte, va a prendere l’asciugamani e torna allo sgabello, „andiamo?“ dice, „Andiamo si“, rispondo io, e apena raggiunte le scale, mi riagguanta per l’uccello da sotto l’accappatoio e mi guida verso la „via del piacere“, e se il buongiorno si vede dal mattino…beh’… Una volta su, mi rilascia „l’ostaggio“, prende la chiave, e mi invita a seguirla nel luogo del peccato.
Stanza numero 13, entriamo e chiude la porta…
…La stanza e‘ ghiacciata e Monica si fionda subito a controllare la finestra, che ovviamente era aperta. La chiude da una rapida occhiata fuori, e torna da me, ci si struscia un po‘ e me la pastrugno delicatamente, ma ho ancora l’accappatoio. Pur essendomi lavato poco prima, decido di fare una doccia veloce, se non altro per riscaldarmi un attimo. Mentre son sotto l’acqua, lei prepara il giaciglio. Mi asciugo e la raggiungo. Stiamo li seduti sul letto per qualche istante, poi mi invita a sdraiarmi. Mi stendo, e comincia a baciarmi e leccarmi dappertutto, avvicinandosi sempre alla zona X, per poi riallontanarsi, e ritornarci subito dopo, con la lingua che saetta sempre piu‘ vicina all’“augello reale“. me ne sto completamente rilassato a guardarla, devo dire che ha proprio un bel viso, nonche‘ un discreto corpicino, e questo suo tira e molla sta avendo un buon effetto, tant’e‘ che appena il „tronchetto“ e‘ bello in tiro, all’ennesimo passaggio ravvicinato, invece di riallontanarsi, lo ingolla voracemente. Alla terza pompata della sua boccuccia, ho capito quello che avrei voluto da lei: Un lungo e salivosissimo Pompino. E cosi‘ e‘ stato. Le comunico le mie intenzioni, ed ella mi si raccomanda di non venirle in bocca (peccato, penso. …Ma va bene lo stesso).
Per il quarto d’ora successivo non si e‘ staccata un attimo(se non per far colare la sua saliva „in quantita‘ industriale“ sul batacchio), ed ogni tanto mi sono divertito a dare qualche affondo seguendo il ritmo del suo movimento, ma lei, senza scomporsi troppo, alza gli occhi, mi guarda e continua la sua opera benefica. Sono in piena estasi da pompa, quando sento che l’eruzione si avvicina(e‘ la prima e sono bello carico), quindi le faccio capire che siamo arrivati al capolinea. Lei stacca la bocca dal „calippo“, lo prende in mano e senza interrompere il movimento, vi riversa sopra tutta la saliva che aveva in bocca(bella calda e abbondante, direi), ed io in balia di quelle sensazioni rispondo con un abbondante spruzzo di „sacro nettare“ che finisce un po‘ ovunque, mentre lei, con aria soddisfatta del suo lavoro, mi lancia un bel sorriso mentre continua a muovere la sua manina su e giu‘, con dolcezza e „mestiere“.
Alla fine di questo, si pulisce le „manine sante“, mi da una sommaria ripulita, e nonostante il tempo sia effettivamente scaduto da qualche minuto, mi invita a docciarmi. Cosi‘ mentre lei fa un po‘ di gargarismi ed io mi ripulisco a modo, ci si scambia due parole, poi a cose fatte, cosi‘ come si era entrati, si esce dalla stanza numero 13. Lascia la chiave ad una collega(intanto le stanze si erano pienate tutte e qualcuno su aspettava sui divanetti il proprio turno), e mi avvio con lei giu‘ per le scale, col sorriso stampato in faccia e l’occhio buttato verso la sala in cerca del copilota, che non riesco a vedere(sara‘ andato su pure lui, penso).
Saldo il conto con la mia signorina Monica, bacetto di commiato, e rivia verso il salone del „Trombodromo“, in cerca del compare(che non trovero‘ perche‘ era andato ad intrattenersi con una biondina, della quale ne lui, ne‘ io, riusciamo a ricordare il nome). Quindi rimasto solo, attendo il suo ritorno concedendomi una birretta ed un po‘ di relax sul mio „svaccatoio“ preferito(i divanetti/lettini, vicino al palo da lap dance, per intendersi).
Sulla Monica, che dire… E‘ Bulgara, e per quanto ho potuto constatare fino ad ora, ho iniziato a nutrire il forte sospetto che in quel paese ci sia qualche scuola di Fellatio per giovani „dotate“(beh,detto cosi‘ fa un po‘ X-men, ma non stiamo a rimuginare troppo sui dettagli, Andiamo avanti). La ragazza a parer mio e‘ molto carina, non e‘ una modella, ma una normalissima ragazza di ventiquattro anni con un bel volto e la propensione ad essere maiala. Magari un’altra volta , se capitera‘ di rincontrarla, approfondirò la“conoscenza“, ma direi che vale la pena anche solo provare il piacere della sua bocca, a chi piace il genere, ovviamente.
Dopo la Monica arriva il secondo incontro, nonché il più bello di questo folle „toccata e fuga“ in terra austriaca.
Ero li adagiato sulla chaiselongue a fumare una sigaretta e riposare le stanche membra (anche se sarebbe più appropriato dire „lo stanco membro“), quand’ecco che dopo un po‘ vedo il mio compagno di ventura che fa capolino nel salone.. Guarda a destra, poi butta l’occhio dritto verso il bar, poi si gira a sinistra, e non mi vede… Eppure sta proprio guardando dritto verso la mia posizione! ….Boia, penso, o chi e‘ che me l’ha ridotto in queste condizioni al primo round?!?…
Insomma, dopo non avermi inquadrato, si avvia verso destra, dal lato opposto del bancone rispetto a dove sono io, allora seguo con lo sguardo la traiettoria della sua camminata aspettando che facesse il giro per poi attirare la sua attenzione, e invece… Aspetta un minuto aspetta due aspetta tre…niente, non lo vedo ricomparire. E ora icche‘ ha combinato, mi chiedo. Sta‘ a vedere che s’e‘ accasciato sui divani dall’altra parte quel vagabondo stordito…
Allora decido di andarlo a cercare io, tanto ormai la birra e‘ finita… Mi alzo, e dirigo verso l’altra sponda del locale, immaginandomelo ormai „morto stecchito“ su un divano con la bavina alla bocca, e l’occhio assonnato… Poi finalmente riesco a vederlo… …E‘ morto una sega!!! S’e‘ ma fermato a chiacchiera con la Lilli quel maledetto!!! Al che penso, qui mi tocca intervenire, senno‘ poi mi fa la pazzia, e mi tocca portallo via in barella prima dell’ora di cena! Quindi con passo felpato e fare disinvolto, mi avvicino, saluto le donzelle che erano li accanto e rivolgendomi a lui, gli dico avvicinandomi furtivo e parlando a bassa voce: „Non lo fareeee“…Non lo fareeeee… Ti rovinaaaa….Tu moriiii….“(per un attimo mi sono trasformato nel suo „Grillo parlante personale“), e lui sentendo le cazzate che gli stavo bisbigliando comincia a ridere come un bischero, mentre la nostra amica morettina, ignara di cio‘ che stava realmente accadendo, non capisce il perche‘ di quel sorriso beffardo del mio amico. La cosa dura poco, lui si distrae, lei non ci capisce una sega, e mentre il copilota mi sta sfanculando allegramente, ecco che un „passante“ coglie al volo l’occasione e si avventa sullla Lilli come un avvoltoio sulla sua preda.
Missione compiuta!
Il buon Copilota, continua a inveire bonariamente contro di me, e allora gli dico: „Ti ho appena salvato la vita, dovresti ringraziarmi“ .
Insomma il siparietto va avanti ancora per qualche attimo, mentre ci spostiamo per tornare da dove ero appena arrivato, nel frattempo la signorina di cui sopra, sta gia‘ incamminandosi per le scale con „l’avvoltoio“ visto poc’anzi. (Quella non e‘ una donna, e‘ una fottutissima macchina da sesso!) Intanto, passando verso la „prua“ del bancone del bar, noto un gruppo di 5-6 biondine, tutte uguali che sembrano clonate (e son pure tutte piuttosto discrete), che col mio amico abbiamo soprannominato „l’Armata delle Barbie“, e non sarebbe stato male provarne almeno una, cosa che lui ha fatto successivamente. Invece io, una volta raggiunta la „Casa Base“, e lasciato al sicuro quel „malato di mente“ del buon Copilota, ho avuto l’insana idea di andare mettermi a sedere su uno sgabello e farmi un’altro caffe‘. Ma,“insana“, non tanto per il caffe‘ stesso(anche se a fine serata ne avro‘ bevuti almeno una decina), quanto per il fatto che sapevo di essere un facile bersaglio, li in campo aperto, appollaiato su quel misero „trespolo“. E tanto per non smentirmi, non appena ho finito di sorseggiare la nera bevanda, sento che un braccio mi cinge il collo, ed un’esile figura femminile mi si appoggia di fianco. Mi volto per vedere chi e’…E‘ la Janin!! Ancora una volta mi fissa con quei suoi occhietti furbi e penetranti, sta li per un po‘, non dice niente, guarda e basta, avvicinandosi sempre di piu‘ al mio volto. Potrei infilarle la lingua in gola senza problemi tanto che e‘ vicina, ma per ovvi motivi evito di cedere alla tentazione e le dico „Ma allora te sei proprio una Diavola..“, e abbozza un sorrisetto, allora le tolgo delicatamente il braccio da sopra le mie spalle e con sguardo serio da „analista“ mi sporgo verso il suo posteriore, le prendo una mano, e la invito a fare un giro su se stessa, poi quando si volta nuovamente verso di me, l’afferro dolcemente per i fianchi e aggiungo: „Pero‘ se te sei una Diavola, io voglio andare all’inferno“.. …A questo punto, non riesce piu‘ a fare lo sguardo serio e le scappa un bel sorriso, e le chiedo di sedersi un po‘ sulle mie gambe per fare due chiacchiere. Acconsente. Ordino un te‘ alla barista, e qui apro una parentesi (…Quanti di voi hanno pensato di trombarsi la barista mora, piuttosto che le andiamine in sala?…Io si ^_^ )chiusa parentesi. Comunque, restiamo li qualche minuto, lei e‘ piccola, snella e con le sue forme al posto giusto, una seconda scarsa di tette, che pero‘ rapportate a quel vitino che si ritrova sono perfette. Il suo corpo e‘ caldo, molto caldo, e mentre sta seduta su di me non distoglie mai lo sguardo dal mio, qualche parola ancora e vedo che non mette fretta per salire. Questa e‘ una buona cosa, ma detto tra noi, non sono venuto qui solo per chiacchierare, quindi, visto che comunque vedo il mio compare che sta scivolando lentamente „tra le braccia di Morfeo“ in assoluta beatitudine, le faccio presente che gradirei molto andare ad approfondire la conoscenza al piano superiore…
Ci alziamo e dopo aver preso i soliti asciugamani(che a questo punto cominciavano a scarseggiare), ci dirigiamo su per la scala del peccato, pero‘, appena arrivati in cima, noto che c’e‘ una discreta fila(sembra di essere alle poste quando danno le pensioni) e allora troviamo posto sull’unico divanetto libero(ed e‘ superfluo descrivere il maialaio che c’era in quel momento li intorno ), quindi lanciati gli asciugamani sul divano, ci adagiamo, con lei che mi si spalma addosso mentre io me la accarezzo tutta, e mi godo la vista quel corpicino che mi riporta indietro di una decina d’anni, quando avevo spesso a che fare con la sua „sosia fiorentina“. Intanto sento che anche lei si rilassa e poggia la testa sulle mie mie gambe, allora comincio ad accarezzarle la testa il collo e le guancie, dolcemente. In quel momento, ho avuto come l’impressione che gradisse veramente quei gesti, e che si sia tolta per un attimo la maschera. Non so, forse e‘ stata solo una sensazione, strana, ma piuttosto tangibile, o forse e‘ solo la mia immaginazione che continuava a confondere i ricordi del passato con l’esperienza del presente…Chissa‘.
Nel frattempo ci scambiamo qualche parola, niente di che, un po‘ di chiacchiera leggera in attesa del posto libero, e scopro che la ragazza, oltre che „gnocca“ e‘ pure simpatica, e a quel che s’e‘ detto, maiala al punto giusto..Ma avro‘ modo di scoprire tra poco se quel che dice e‘ vero…
Si alza, da un’occhiata in giro, e mi fa cenno di alzarmi. „Alleluia!“, penso. Finalmente, dopo la lunga attesa, ecco nientemeno che la bella Laura ci lascia la chiave e saluta tornando ai suoi affari, quindi Janin chiama la donnina delle pulizie con la quale intavoliamo un breve siparietto comico, e mentre la donnina e‘ dentro a pulire, la Janin mi si avvicina e controlla con discrezione, che l’attrezzatura sia a posto, cosa che a me non dispiace affatto. Ci siamo , la donnina col carrello se ne va‘ verso un’altra stanza(a me ricordano molto gli „Umpa Lumpa“ queste donnine lungo il corridoio), e si entra. …Stanza Numero 3. Sono in compagnia di Janìn (sosia quasi perfetta, di com’era una decina d’anni fa‘, una ragazza con la quale ho avuto un’intensa storia di sesso, notti in bianco, rimpianti e corna (ma quelle toccavano più che altro alla mi’ donna ufficiale di quel periodo), il tutto condito, lo devo ammettere, anche da un estremo coinvolgimento affettivo.
Ma torniamo al presente..
Una volta dentro, mentre mi sto asciugando ancora nella doccia, la Janin mi si appecora di fronte con le mani appoggiate al letto, gira la testa verso di me, e comincia a muovere il suo posteriore in maniera moooolto sensuale. Me la son guardata finendo di asciugarmi, e poi, visto che il sangue dal cervello stava confluendo tutto al „piano di sotto“, ho lanciato via l’asciugamano e mi sono diretto verso quella piccola e affascinante creatura che in quel momento era li solo per soddisfare i miei capricci. Testo un approccio di lingua sulle sue chiappe e dintorni, ma essendo lei non molto alta mi rimane assai scomodo giocare in quel modo, al che le dico: „Aspetta, non ti muovere“ e mi fiondo sul letto, poi con inaspettata agilità di stampo circense, vado ad incastrarmi in posizione supina sotto di lei, riuscendo a passare in mezzo alle sue braccia fino ad arrivare dove volevo. Ora la mia testa è proprio in mezzo alle sue gambe ed il mio arnese e‘ nella sua „zona di risucchio“. Lei intanto ridacchia, divertita. Le bacio una coscia,, poi l’altra, poi su su, con colpetti delicati della lingua, arrivo vicino alla sua fonte del piacere, e intanto lei si è appoggiata con un braccio solo al letto e con l’altra mano mi continua a stuzzicare le parti intime, e vedendo che non si tira indietro, comincio a lavorare di lingua, la bacio, la lecco, la succhio, intanto sento le sue labbra che delicatamente indirizzano il mio „fratellino“ dentro la sua calda bocca, poi ancora fuori per qualche colpetto di lingua e poi ancora in quel caldo e umido rifugio, la cosa si fa interessante, le piace giocare, non mi sta facendo una „pompa selvaggia“, sta solo preparando l’attrezzatura per il successivo divertimento..
…Nel frattempo la situazione si fa umida tra le sue gambe, continuiamo ancora un po‘ così, poi preso da una voglia irrefrenabile di possederla, mi fermo e le dico di vestire il „fratellino“, allora mi molla un attimo e, dopo aver preso l’impermeabile, decide di mettermelo con la bocca e poi dopo qualche altra pompatina, mi guarda e si sdraia sul letto a gambe larghe… …Mai ebbi a ricevere invito migliore. In un attimo sono sopra di lei, appoggiando le mani sul letto, ai lati del suo corpicino esile ma quasi perfetto, e invitato dalla sua mano, „la infilo come uno spiedino“(ma con delicatezza) e con mia immensa gioia, sento che la sua topina e‘ piuttosto stretta, proprio come era quella della mia vecchia „amica“, e questo mi fa ancor di piu‘ eccitare. Aumento pian piano il ritmo, lei non distoglie un attimo lo sguardo dal mio e questa cosa, vista la sua sopracitata somiglianza alla ragazza della quale vi ho detto, mi riporta quasi indietro nel tempo di dieci anni. Proseguiamo cosi‘ per un po‘ con lei che si lascia sfuggire qualche gemito(recitato o vero poco importa), e lasciandomi trasportare da quegli inaspettati flashback temporali, decido di cambiare leggermente posizione per poter vedere meglio il suo bel visino. Mi tiro un po‘ su, la prendo da sotto le chiappette e me la tiro di peso(è una piuma) all’altezza dell’uccello facendole poggiare i piedini sulle mie spalle. Lei si accomoda allargando le braccia sul letto e poi mi fa: „uh uuhh“ e mi guarda maliziosa sorridendo e assecondando il mio gioco. Per un nanosecondo, penso che questa ragazza mi piace troppo, poi rientro in quell’anfratto accogliente e tenendola ben salda sfogo un po‘ della mia voglia, potendo cosi‘ godere della vista della sua faccia, dolce ma al tempo stesso languida e porca come poche ne ho viste, e di quel suo corpicino che scuote e si agita seguendo miei movimenti, sono in estasi e lei socchiudendo per un attimo gli occhi, si lascia nuovamente sfuggire qualche mugolio di piacere(sempre col lecito dubbio, „finge o gode?“, chissa’…), fatto sta, che devo controllarmi per non chiudere subito i giochi, allora dopo un po‘ esco nuovamente da lei e la rimetto giu‘ sul letto concedendomi un attimo di riposo, cerco i suoi seni, piccoli e morbidi li bacio, succhio avidamente i suoi capezzoli e ci gioco mordendoli delicatamente con le labbra, mentre con una mano torno a visitare la sua „fessura“ che ormai è bella fradicia, poi però, lei decide per conto suo di tornare ad allietare il „fratellino calvo“ con la sua bocca, mi si accomoda di fianco e mi invita a sdraiarmi comodamente, poi toglie l’impermeabile che aveva messo prima con tanta premura e si esibisce ancora in un lento ed elaborato pompino che nuovamente mi riporta alle stelle, intanto però do’ un occhiata all’orologio e mi accorgo che il tempo sta sforando; lei nota il mio gesto e si ferma un istante chiedendomi se voglio rimanere ancora o finire i giochi in quel modo; a quel punto, figurandomi la scena di prima quand’era „appecorata“, decido di raddoppiare i tempi dell’incontro e le dico: „Te un ti preoccupare e continua ancora un po‘, che mi garba, poi ti sistemo io“, allora lei regalandomi un sorrisone, si rimette a lavorare sul „pezzo di legno“ e a succhiare finche‘ non decido che è il momento di vestirlo ancora. Stessa procedura di prima, ma stavolta si aiuta con le mani, poi la interrompo per spostarci con lei appoggiata alla testata del letto e io dietro, e via di nuovo dentro al calduccio. vista così è un vero spettacolo, la sua schiena sinuosa mi fa impazzire, la afferro saldamente per i fianchi, me la godo per un po‘ a „velocità smodata“ finche‘ ne ho la forza, è proprio un piacere vedere quel culetto che vibra ad ogni affondo e lei che si afferra saldamente al letto mentre sento che ancora una volta emette quei gemiti di piacere , che non v’è certezza siano genuini, ma è comunque una bella sensazione… Dato che non sono un super atleta, mi vedo costretto a rallentare nuovamente il ritmo, se non voglio finire in rianimazione , allora approfitto del cambio di passo per prenderle delicatamente un braccio e farle voltare la testa verso di me, ma appena si gira, riecco che mi torna alla memoria per un attimo quel volto familiare che tanti bei ricordi mi riporta alla mente, e quei ricordi, misti al piacere di questa dolce, ma tanto maiala creaturina che ho tra le grinfie, mi restituiscono nuovamente la forza di assestarle dei bei colpi „cattivi“ e lei con la mano del braccio che le sto tenendo indietro, stringe il mio, allora in un momento cerco ed affero anche l’altro suo braccio, finendo cosi‘ avvinghiati in una stretta inscindibile che mi permette di farle inarcare ancor di piu‘ la schiena, e lei e‘ li, in balia delle mie voglie, sospesa, gaudente e magnifica nella sua massima espressione di erotismo, ed io ancora una volta sento che sto per raggiungere l’apice del piacere, ma non e‘ cosi‘ che voglio concludere questo incontro, e non adesso. Ce‘ un ultima voglia, un capriccio che devo ancora soddisfare…
(Si lo so, adesso penserete tutti, che voglia farle il culo. …Invece no, cari amici. Ammetto che ne sarebbe valsa la pena, e che lei mi ha confermato prima di entrare in stanza, che lo fa senza problemi, e prometto solennemente che se ce la ritrovo quella sara‘ la mia priorita‘, ma per adesso e‘ un altro il capriccio che ho in mente. …Vi dico solo che la Janin ha dei piedini da favola, e dato che non dice mai di no…).
…A un certo punto mi fermo e mollo la presa, Janìn si appoggia prima con le mani e poi con la testa, sul letto, restando a culo ritto mentre ancora le sono dentro, mi piego su di lei fino a baciarle delicatamente la schiena, lei ancora muove leggermente il suo culetto ed io gradisco ancor di piu‘ questa breve „pausa ricreativa“, poi esco nuovamente da quel caldo ed umido pertugio e lei si sdraia, guardandomi come a dire: ..e ora che vuoi fare? Allora provvedo a risvestire „il soldatino“ e mi siedo sulla testata del letto, lei di fronte a me, e si tira su, credendo di dovermi finire con la bocca, invece le dico: „Vediamo quanto sei brava coi piedini“, e lei con un espressione mista tra stupore e gioia, risponde tutta entusiasta: „Bello! Finalmente qualcosa di diverso! Mi piace giocare!“(ovviamente le parole esatte non sono queste perche‘ mi parla sempre in un misto di italospagnoloinglese, ma il senso e‘ quello). Allora mi si mette davanti, molto vicina, praticamente col culo a venti centimetri dalla testata del letto, sotto di me, sdraiata sulla schiena e a gambe larghe. Ricomincia a fissarmi con quei suoi occhietti, ed e‘ li, tutta per me, in attesa di esaudire ogni mio desiderio, in quel momento e‘ il mio angelo del sesso.. Comincia a lavorarmi „l’asta“ con i piedi, prima con uno mi accarezza, e‘ molto delicata ed i suoi piedini sono favolosi, piccoli, perfetti, ben curati e dalla pelle morbida, liscia e abbronzata, cosi‘ come il resto del suo bel corpicino che sta li davanti a me. Poi, continua un po‘ con l’altro, e intanto con le mani si tocca il seno e gioca coi capezzoli. Da qui riesco ad ammirarla come voglio, a rilassarmi come desidero e ad assecondare i suoi movimenti quando ne sento il bisogno, e‘ il momento che volevo… Mi chino leggermente in avanti e con una mano le prendo l’altro piede, lo bacio, lei sorride, le piace giocare, l’ha detto poc’anzi.. Allora gli do una leccata e abbozzo un morso al polpaccio, cosi‘ per gioco.. „Anche a me piace giocare“, le dico, „Pero‘ ora fammi godere con questi bei piedini“, aggiungo.
E come se non aspettasse altro, si mette in posizione, a cosce aperte, e con i piedi intorno al mio uccello, poi comincia un ottimo footjob, all’inizio molto lento, per poi aumentare il ritmo fino a mantenerlo stabile e costante, io sono gia‘ in estasi, ma ecco che Janin mi da il colpo di grazia, porta una mano alla fica e comincia a toccarsi, mentre con l’altra si strizza una tetta, a quella vista sento che sto per esplodere, e‘ questione di attimi ormai, mi concentro su di lei, voglio che questo momento rimanga impresso nella mia memoria per molto tempo, cerco di tenere gli occhi aperti ma sto godendo come un maledettissimo suino e la vista vaneggia, i sensi sono in subbuglio, la rimetto a fuoco per un attimo e poi comincio a sparare schizzi di „Sacro nettare“ ovunque, per un momento mi sono perso, non capivo piu‘ niente, ho ancora davanti l’immagine del mio sperma che schizza sopra di lei, sul suo braccio e sulla mano che aveva sopra la topa, poi su una coscia, e sui piedini, con lei che ancora non si fermava fino a voler spremere l’ultima goccia. Che immagine meravigliosa…Vorrei tornare li adesso e ripeterla. Come disse una volta un mio caro amico nonche‘ „collega“ di tromberie: „Ho Goduto TantissimoooO!“
Insomma, non volendomi dilungare troppo sul dopo, ci siamo lavati entrambi(effetivamente ce n’era assoluto bisogno, prima di tornare al piano di sotto), e poi dato che il tempo a disposizione era ormai passato da un pò di minuti, tra una chiacchiera e l’altra ci siamo diretti fuori stanza, lei ha lasciato la chiave ad una collega(praticamente ad una delle anonime biondine dell’“Armata delle Barbie“ presenti la dentro quel giorno) e poi siamo scesi giu‘ dalla „scala del trionfo“, con lei che tanto per cambiare mi si e‘ avvinghiata(probabilmente ha paura di cadere, che ne so.. ^^), e poi dopo aver recuperato i dovuti denari nell’armadietto (che, lasciatemelo dire, si e‘ meritata alla grande), sono tornato di la‘ per il saldo del soldo , congedandola con un delicato bacio sulle labbra ed una carezza a quel suo adorabile visino da piccola porca (nonche‘ sosia di…Ah, ve l’ho gia‘ detto? …oops…Scusate…)
…Ah, l’Amour .
In verità non ho molto da aggiungere su di lei, se non che, per me è entrata a buon diritto nella mia personale „Top List“, il resto credo di averlo già abbondantemente raccontato, e spero anzi di non avervi annoiato col mio scrivere prolisso.
Per adesso, mi fermo. Ma ci sono ancora delle cosette da raccontare, oltreché l’ultimo giro di giostra(anche se in effetti non è andato poi così bene). Ma di questo vi parlerò nella prossima „puntata“.
Ed eccoci giunti all’ultima parte della storia.
Dunque..
Dopo aver consumato la mia ora di passione con la Janìn potevo anche quasi venir via, ma ormai s’era li, vuoi che non si resti fino a tardi? …Appunto…
Insomma, ci si ritrova con l’ormai famoso compagno di viaggio detto anche il copilota, e prima un po‘ di riposo e scambi d’opinione sulle rispettive maial…ahem…diciamo „Fanciulle“ incontrate, poi una discreta cena (..e se avete „il pancino“ a rischio di „squaqquerone“, vi sconsiglio vivamente il „Pesce Burro al Burro“ ), e poi si vaga per il resto della serata da un divano all’altro, zompettando qua e là per il locale, in mezzo a personaggi piu‘ o meno folkloristici e ad un buon numero di maiale a disposizione(eccezion fatta per „le solite note“, per le quali, soprattutto dopocena, ci voleva il numerino come alla coop). Cosi‘ per un po‘ si naufraga , poi, in vista del viaggio di ritorno ormai imminente, si decide di darsi allo svacco totale, e allora bevutina e giu‘ sui divanetti…
…Intorno alla mezzanotte(piu‘ o meno), con quell’abbondante girovagare di topa, „Tutto intorno a me“, sento di aver ancora energie da spendere, quindi scruto l’orizzonte…
C’e‘ il gruppetto vicino all’entrata del bancone del bar, ma son tutte impegnate a far baldoria con un personaggio alquanto „artistico“ che le ha monopolizzate(e poi poco dopo salira‘ su con 3 di loro, beh‘, giu‘ il cappello, ma…..Anche menooo!). Poi c’e‘ la Laura che mi sfreccia davanti di ritorno dalle scale, quindi niente. Altre non sono papabili per principio(troppo fuori dai miei canoni di scelta), ed altre ancora sono ovviamente già impegnate. Rimane da scegliere in mezzo a due gruppetti: o l’Armata delle Barbie, o l’altro gruppetto delle „antipatiche“. …Intanto che ci penso, riecco la Laura
che ripassa nuovamente li davanti a velocita‘ „smodata“, con il maschio di turno(quella ragazza e‘ una perfetta macchina da sesso, non smettero‘ mai di dirlo), e quindi per oggi e‘ andata, niente Laura, va beh‘. Decido di lasciar stare il gruppetto delle barbie(troppo uguali, troppo anonime per i miei gusti), e mi concentro sulle „Rumene del bar“, me le squadro un po‘, c’e‘ la ricciolona che ha il viso da superporca e due discrete tette con cui giocare, ma non lo so, mi sembra troppo sulle sue, probabile che mi sbagli, ma comunque per finire cercavo qualcosa di meno „impegnativo“, una che mi stia quasi sul cazzo(anche in senso figurato, intendo ). Alla fine, la mia scelta ricade sulla „NanaBastarda“ ovvero, Geta (che all’inizio credevo si chiamasse Jeda, forse perché ha la stessa stazza del maestro Yoda, il mitico vecchiardo Jedi di Star Wars…). La punto, mi vede, la chiamo, arriva, e parla… Ecco, poteva anche sta‘ zitta! Comunque, tanto meglio, visto che c’ha la vocina „fastidiosa“, sara‘ ancor piu‘ un piacere tapparle la bocca. E allora senza tanti discorsi, gli fo‘: „Si va?“ e lei „Te e Io?“ – „…No , la tu sorella“ , gli dico io. non capisce…“Si, andiamo io e te, si?“, le ripeto, „OK!“ risponde lei. …E si va di sopra, io e questa mezza sega di donna, pure un pohino antipatiha…
…In camera:
Si leva i tacchi/zeppe, sara‘ alta 1.45 a esagerare, ma almeno e‘ fatta benino per la stazza che ha, diciamo una mignot…scusate, volevo dire Mignon(una Mignot-Mignon, praticamente), e menomale chiacchiera poho, mi ignudo, poi una lavata a velocita‘ luce, e mi butto sul letto, poi un po‘ a merdaiolo gli fo‘ „Avrei anche voglia d’un bel pompino, te li sai fare?“, un attimo di silenzio, poi comincia a dire che e‘ brava e altre bischerate, menomale che almeno col cazzo in bocca sta zittina… …oddio, mugola un po‘ troppo , ma almeno non lavora malaccio e riesco a gustarmi sta pompa almeno per un po‘. Poi comincia a smanettare un po‘ troppo, e vuole che la scopi. Va beh, che gli vuoi di‘, di no? …E allora, vestizione del „samurai pelato“ e la si mette sdraiata sul letto, mi adagio pe la missionaria, ma…e‘ piccinina, nun mi ci trovo bene cosi‘, ho paura di romperla . Allora la fo‘ salire subito sopra, e li qualcosa di meglio si ottiene, pero‘ avvia subito a mugugnare con quella vocina di merda, tanto che dopo un po‘ non sapevo se ridere o se lanciarla dalla finestra. Comunque, la giostro un po‘ mentre continua a fa su e giu‘ senza arte ne parte , perche‘ comunque essendo proprio mignon ma molto proporzionata, potrebbe anche avere un suo perche‘, ma quel suo modo di fare mi smonta proprio „il sentimento“ e allora me la ruzzolo garbatamente fori da’oglioni e mi fo‘ finire con una pompa „smanacciata“ mentre gli sculaccio un po‘ il sedere.
Insomma, niente di che. E me la sono un po‘ cercata, quindi non mi lamento. Comunque a meno che non amiate proprio le „donnine tascabili“, non mi sento proprio consigliarla a nessuno(anche se poi in un’altra occasione un mio amico, ne resterà estasiato, ma questa e‘ un’altra storia…). Dunque, solite cose, si torna giu‘, il copilota e‘ li che mi attende. Saldo il conto con la „NanaBastarda“ poi doccia e torno dal mio compagno di avventura per l’ultimo caffe‘ della giornata. Si salutano alcune delle donzelle con le quali s’e‘ fatto amicizia e poi eccoci tristemente al momento della ri-vestizione. E dopo circa 12 ore di Andiamo, come al solito tutto cio‘ che sta fuori sembra cosi‘ „normale“ e grigio…
Insomma, si saluta anche la receptionist di turno che ci apre la porta, e nel freddo della notte (c’era un dito di brinata sulla „Trombomobile“) si riparte verso casa. Stanchi, disfatti, ma soddisfatti, e col pensiero già rivolto al prossimo viaggio in terra d’oltralpe.
Così è l’Andiamo, così siam Noi che lo frequentiamo.
…Ho omesso volutamente le prestazioni in gara del copilota, magari un giorno parleremo anche delle sue
avventure perché è un personaggio meritevole .
Tutto il resto è già storia.
Fine.
…Ciao „FaveMalinconiche“!