Dopo la precoce partenza a inizio serata dall’Andiamo di Villach, arrivo in Slovenia intorno alle dieci di sera e mi sistemo nella mia stanzetta al discreto e accogliente Hotel Sabotin per la modica cifra di circa 32 euro, e ringrazio Booking.com che mi ha fatto risparmiare tempo e denaro anche prenotando solo due giorni prima dell’arrivo. Sono tentato di fare un salto al Casinò Perla che è li vicino, ma alla fine penso che è stata una bella giornata e decido di rimanere in albergo a cazzeggiare perché sento la stanchezza che mi attanaglia, e nel frattempo ne approfitto per prendere appunti sul portatile comodamente svaccato sul letto prima di addormentarmi come un bimbo felice ascoltando musica.

La mattina di Lunedì mi risveglio bello riposato e pimpante intorno alle 10.30, giusto il tempo di farmi una doccia e dopo aver raccolto le mie cose sparse in giro per la stanza scendo giù, saldo il conto e faccio un salto in centro a Gorizia per la colazione (non chiedetemi mai il perché ma avevo un buon motivo per tornare in Italia), poi punto diretto verso il Marina Club e già che ci sono ne approfitto per fare il pieno di benzina e sigarette, che pur essendo a due passi dal confine costano comunque meno che in Italia. A mezzogiorno o poco più varco la soglia del sauna club sloveno in cerca di sirenette e tanto per cominciare bene la giornata mi trovo davanti quella topina di Dia in reggiseno e ciabattine che stava conversando con la cassiera. Ultimamente la cugina rumena di Jennifer Love Hewitt (che conosco da quando è apparsa per la prima volta anni prima in quel di Villach) mi sta un po’ sul cazzo, quindi non la saluto nemmeno e attendo il mio turno. Prendo il solito armadietto in fondo a destra, un passaggio in bagno, poi doccia e via diretto al parco giochi. Primo caffè del giorno e anche qui attendo che la prima molestatrice prontamente venga ad attaccar bottone. Stavolta tocca alla Pandorona (ufficialmente Pandora) che ancora vergine mi propone di sverginare la giornata insieme, “No Grazie, sono appena arrivato. Forse più tardi” (seh, come no…). Prima pausa sigaretta nell’affumicatoio e trovo subito quella sgraziata creatura di Marika che come al solito rompe bonariamente le palle a tutto quello che si muove: marinai, sirenette, inservienti, nessuno escluso. Scambiamo due battute in compagnia dei presenti in saletta fumatori e annuncia al mondo intero le sue ferie da li a un paio di settimane; e va beh, non sentiremo troppo la tua mancanza, o almeno non in camera, in sala forse si. Esco e mi godo l’aria fresca a bordo piscina poi rientro per mangiare un boccone. Molte ragazze sono ancora poco attive, mangiano, bevono e sfumacchiano cazzeggiando distrattamente sedute in gruppetti ai tavoli fuori in veranda. Nel frattempo arriva Diana (anche lei vecchia conoscenza ex Andiamo conosciuta a inizio carriera con un diverso nome d’arte) che si unisce alle colleghe, rientro e rivedo Dia che ciabattando intorno al bancone del bar si posiziona al solito posto in cima alle scale. Ci sono anche diverse signorine a me sconosciute ed altre delle quali non ricordo mai il nome. Non vedo Emma, non vedo Soraya, non vedo Miki, non vedo Ina, non vedo la Rebecca e nemmeno Carmen, praticamente mancano quasi tutte le mie preferite… “Qui butta male”, penso. Controllo l’orologio ed è ancora presto, presumo che arriveranno a breve. In compenso c’è la bella Melissa e scorgo pure Bernadette in completino nero e ciabattine intonate, anche Rina si agita saltellando sul suo sgabello al bar e appena mi svacco su un divano arriva la mia amica “Mignon-Mignot” (affettuosamente rinominata nanabastarda perché ha troppi nomi d’arte) a rompere i maroni. La saluto volentieri perché è un po’ che non la vedo, ma oggi non ho proprio voglia di trombarla. Anche l’antipatica Bella si lancia all’attacco, ma non sopporto i suoi approcci e la rimbalzo prima che si avvicini troppo, lei si indispettisce e va via sculettando, meglio così.  Passa una pacioccosa biondina e ce n’è un’altra mora che mi guarda seduta li vicino. Non le conosco ma la bionda ha un suo perché. Faccio il giro e la ritrovo dal lato opposto. Mi lascio accalappiare e si presenta. Anna si fa chiamare, diciannove anni, la metà dei miei (comincio a sentirmi vecchio se ci penso), è paffutella quanto basta per essere pacioccosamente piacevole e decentemente tettuta, ma soprattutto tanto morbida al tatto, ha davvero una bella pelle. Lascio che mi si strusci addosso come una gatta e ci appartiamo in camera dove dimostra una buona attitudine al mestiere ma nessuna dote particolare, è una da metà classifica diciamo. Come primo colpo del giorno però ci sta e ne esco soddisfatto. Torno in sala e incrocio Cindara/Soraya/Molly, l’abbraccio di gusto, mi chiede se ho voglia di andare in camera, rispondo che “Sono appena tornato in sala, ora no”, quindi mi saluta “Ok allora ci vediamo dopo” e va a sedersi con Bella, o forse era un’altra, non l’ho inquadrata bene nella penombra. Bevo, fumo, cerco riposo. Entro al cinema e c’è Emma che sta già allegramente spompinando un avventore con tanto di effetti sonori poco aggraziati. Mi svacco li accanto e mi adagio sul cuscino attendendo che trombino o che se ne vadano. Iniziano a trombare e quando si affaccia una piccola folla di sirenette e giovani marinai curiosi lui si intimidisce e si spostano nello sgabuzzino smettendo di far trambusto in sala. La quiete dura ben poco però, e infatti vengo importunato ancora dalla nanabastarda che fortunatamente si arrende di li a poco. “Avanti la prossima!”, penso. E la prossima è Miki. Appena la vedo non la inquadro subito, probabilmente fuorviato dalla sua nuova silhouette dopo che si è rifatta le tette passando da una prima scarsa a una terza. Si avvicina, mi sale addosso cavalcioni e inizia a stuzzicare. Arrivano altri due marinai li accanto e la bionda maiala rompe un po’ le scatole anche a loro intanto che mi si spalma addosso (che se non fosse una puttana mi verrebbe da dir che è una gran troia, ma probabilmente è entrambe le cose, per questo è brava in ciò che fa.). La tortura va avanti per una decina di minuti e infine cedo. Devo provare le tette nuove. Camera da dieci e lode, è in forma, io pure, e il divertimento non manca. Senza indugiare sui dettagli, posso affermare che è sempre la stessa ma con le tette, e per quanto il silicone mi piaccia poco devo dire che in questo caso le ha fatto guadagnare dei punti. Capitolo alla mezz’ora e senza fretta ci ricomponiamo. Scendiamo giù in spogliatoio per il meritato compenso e risalgo i gradini per il rituale del dopo trombata ovvero caffè sigaretta e relax. La pausa è intervallata dall’ennesima visita della mezzasega con la vocina (si sempre lei, la nanabastarda, tanto fastidiosa in sala quanto soddisfacente in camera se sai come trattarla) e dalla bella Melissa che col suo bel corpo da modellina mi offre i suoi servigi. Non è ancora il momento e la rimbalzo con gentilezza. E a proposito, parlando di pura bellezza estetica voterei lei a un ipotetico concorso di Miss Marina, ma il suo portamento da principessina sul pisello e quell’aura di dolcezza che ha intorno mi spiazzano e per quanto sia indubbiamente bella mi ritrovo sempre a metterla in lista per la prossima volta. Poco dopo, riecco la Mignon-Mignot all’attacco. Mi fingo morto. Si avvicina, apro un occhio, capisce che non è il caso e ridacchiando si allontana sbuffando. Apro anche l’altro occhio e in un attimo mi trovo davanti, cioè sopra, una morettina piccina e nemmeno tanto bella. Mi stuzzica, si struscia, ammicca, rufola un po’ sotto l’accappatoio, mi mette le tettine in faccia. Oh, non ha niente di meglio delle altre in sala, ho anche appena rifiutato una come Melissa perché non mi sentivo pronto all’azione, eppure questa mi smuove i maialini nel sangue. Qualcosa di buono ce l’ha di certo. Si presenta come Mirela, è corta, non è bella, e la definirei robustina, comunque porta in giro due sode tettine a punta ed un culetto altrettanto piacevole al tatto. E così come il giorno prima in Andiamo Kataleya è stata il mio missile tra le rose, Mirela è oggi la mia sirenetta anomala in mezzo al mare di fighe del Marina… Infatti più la guardo e più penso che c’è di meglio, però quella faccia da porcella messicana(anche se è tutta rumena) mi ispira cose sconce, e con il suo modo di fare si guadagna la mia simpatia. Mezz’ora anche per lei dunque, scendiamo al piano inferiore perché le stanze di sopra sono occupate e la ragazza si prodiga al limite delle sue possibilità, mi attende a bordo letto e si attacca a ventosa al batacchio, ci mette impegno, si applica, saltella sul cazzo come un’indemoniata e si atteggia a porca navigata. Continuo a pensare che forse la vampirella Melissa sarebbe stata una scelta migliore, ma alla fine chiudo i giochi con una sacra pecora a velocità smodata. La Mirela gradisce, tant’è che a un certo punto vedendo la sua espressione compiaciuta nello specchio vorrei donarle anche una ciotola di croccantini. Alla fine dei giochi, riferendosi all’agile movimento di bacino mi domanda: “Ma come fai a muoverti così? Io non ci riesco!” (Eh beh, non è colpa tua se sei un barattolino di un metro e mezzo con l’agilità di una gazzella di piombo…)

Saldo il conto, bacetti, penso che dopo di lei la prossima può solo essere più figa, ma mi sono divertito e si è guadagnata il salario senza dubbio alcuno. Torno in sala dopo una lunga doccia, vado a nutrirmi strafogandomi di pezzi di carne riunta accompagnati da verdurine fritte altrettanto appetitose. Riempio il piatto tre volte e al terzo giro qualcuno comincia a guardarmi strano, forse perché mangio come un tricheco grasso ma non arrivo ai settantacinque chili, chissà… Due chicchi d’uva, un buon caffè, e mi stravacco sui divanetti lato ristorante a goder del meritato riposo. Le signorine sono impegnate, le camere sono ancora piene e c’è una breve coda di attesa sui divanetti in cima alle scale. Mi piace. Le forze iniziano a tornare e la voglia di porcate pure. Vedo Soraya in cerca di prede dall’altra parte della sala, decido di raggiungerla ma appena sono in piedi arriva la Carmen che si appecora per sistemare l’asciugamano sul divanetto, e non l’ho ancora salutata oggi. Cambio strada, vado da lei e mi siedo, mi osserva un attimo stranita poi accende il suo solito sorriso. “Nooo, non ti avevo riconosciuto! Che hai fatto…”“Eh si, ho tagliato i capelli, erano diventati fastidiosi”. Mi invita ad uscire per una sigaretta e ci svacchiamo fuori sul lettone con vista piscina; ci prendiamo in giro chiacchierando come due amici che non si vedono da un po’ e nel frattempo adagia le sue chiappette sotto il mio accappatoio e il Fra Pelato naturalmente gradisce il contatto con il suo culo da oscar, che stranamente è sempre freddo, anche in estate. Il cazzeggio s’interrompe quando una ventina di minuti più tardi arriva una collega che richiede la sua presenza per un’orgetta in sala vip, ovvero soldi facili, champagne e forse una buona mancia. Si congeda quindi in tutta fretta dandomi appuntamento a più tardi. Resto un po’ li pensando al suo culetto, ma so che non tornerà a breve e allora rientro in sala cercando Soraya che è ancora al suo angolo e sta ciarlando con le colleghe. A metà strada incrocio però la signorina Bernadette in ciabattine che con il suo completino nero ispira fantasie e attira la mia attenzione. Mi fermo a parlare con lei dei bei tempi andati e poco dopo sono di nuovo nella stessa camera di prima al piano di sotto in sua compagnia. La sua arte orale è devastante e in tutto il resto è una cavallina di razza, chi la conosce lo sa e c’è ben poco da aggiungere. Forse non tutti sanno che, a differenza di quel che può sembrare in apparenza, è anche una ragazza molto simpatica e giocherellona. Era dai tempi dell’Andiamo che non mi appartavo con lei, ma devo dire che è sempre un piacere e l’unico extra della giornata lo concedo a per quella bocca che merita di essere riempita.

*Sput sput* “Hai mangiato le verdure eh?” – “Si, ho abbondato.” – “Si sente, è amaro!” *Sput sput*

Ancora due parole e lasciamo libera la stanza alle coppiette in attesa. “Ci vediamo dopo” “A dopo tettona!” , e mi prendo una pausa in area relax.  La serata scorre via rapida, un bicchier di vino (non hanno il fottutissimo Martini) e diverse incursioni all’esterno e in saletta fumatori. Fuori c’è Carmen insieme alle colleghe e al gruppetto di avventori che l’aveva richiesta prima, e sembra si stiano divertendo tutti fuori e dentro la piscina. Sono queste le scene che mi piace vedere. Bravi!  Torno dentro e trovo Diana appoggiata al bancone del bar con il suo bel panettone in mostra. La saluto sempre volentieri, perché anche se è una vita che non la trombo è una delle poche che gode del mio sincero rispetto per come svolge il suo mestiere; sempre impeccabile, porca in camera, gentile e aggraziata in sala, mai un gesto o una parola fuori luogo. È indubbiamente dotata di un innato talento puttanesco che negli anni ha sviluppato a 360°(ma anche a 90 non se la cava affatto male). Non per niente è stata nella mia Top Ten per anni ai tempi d’oro dell’Andiamo. C’è anche Scarlett con la quale non ho occasione di parlare ma che sembra stia inesorabilmente prendendo il largo, e non mi riferisco a una gita in barca. Poco più in là Emma rompe le scatole ai passanti, la raggiungo, mi svacco accanto a lei e neanche a dirlo parte la lotta, la ragazza morde, letteralmente. Dopo un po’ mi stanco e la metto sotto inchiodandola con le mani al divano: “Ora basta mordere, tanto oggi non ti trombo, ho già dato”. Sfodera la sua risata da perfida porca e mi fissa sorridente. Vorrei trombarla li in quel momento. “Effetto Emma”, così lo chiamo io. La bionda flaca dalla bocca larga è unica nel suo modo di fare, irritante per alcuni, irresistibile per altri. Io rientro nella seconda categoria, ma ho imparato che con lei devo essere fresco e in forze, altrimenti mi ammazza. Alla fine della fiera me la cavo portandomi a casa la sua impronta dentale su un braccio, non prima di aver lasciato la mia su una sua chiappa ovviamente. Mi sposto vicino a Melissa che dopo un fugace saluto mi ripropone subito la camera. “Mi dispiace ma devo recuperare le forze” dico io. – “Seh seh… Ho visto che prima quando mi hai detto di no poi sei andato con quella li” ribatte lei stizzita. In effetti non ha tutti i torti, ma ormai quel che è fatto è fatto. “La prossima volta vengo subito da te e ti smonto”“Seh seh, bugiardo”.  E va beh, forse stavolta ha ragione lei. Torno al bar per un caffè intanto che Rina in arrampicata sullo sgabello ammicca spudoratamente spavalda con la sua famigerata finezza da Borgatara de Roma made in Romania. Sono quasi tentato di farmi risucchiare l’anima dalla sua porcaggine ma non è tra le mie preferite e rimando a un’altra volta. Soraya invece ce l’ho ancora nella lista delle cose da fare prima del rientro. La rapisco e con le ultime energie rimaste mi ci apparto mezz’ora. La sua bellezza gitana mi rincoglionisce sempre, eppure stavolta ne esce una mezz’ora un po’ anonima. Sarà che sono stanco e già appagato, sarà che al contrario della sua bionda amica lei oggi non è in giornata di grazia o forse perché stavolta non le ho nemmeno mangiato la patata, non lo so; fatto sta che chiudo la giornata con una prestazione al minimo sindacale, seppur con una figa tutt’altro che minimale. Paghetta, bacini, e torno in sala per i saluti. Ormai è l’una di notte, un ultima bevuta e un passaggio in affumicatoio. Incontro Ina che non avevo visto per tutto il giorno, eppure c’era. In verità nella penombra ci ho messo un minuto a riconoscerla con la nuova acconciatura e gli occhialoni da Porno Prof.  Anche lei non mi riconosce subito perché non mi ha mai visto con i capelli corti, ma quando si avvicina si ricorda dei miei occhietti furbi e scambiamo due parole. La vedo anche dimagrita, non che fosse grassa, ma sembra più in forma di come la ricordavo e devo ammettere che se l’avessi vista prima forse l’ultimo giro sarebbe toccato a lei. Mi intriga da quando lavorava al Casa Carintia dove l’ho conosciuta, e l’ho trombata solo una volta qui al Marina ma mi è piaciuta molto. La saluto dicendole che sto per andare e che mi dispiace non averla vista prima perché le avrei sicuramente dedicato le attenzioni che merita. “Sono stata molto impegnata oggi” è la sua risposta. “Non ho alcun dubbio” è il mio ultimo pensiero prima di rientrare in sala. Faccio l’ultimo giro di saluti, ciao ciao con la manina alla Mirela che sta portando in camera un marinaio. Saluto al volo la bionda Annina, un ciao al dolce sorriso di Diana, la Marika l’ho salutata prima e Carmen è ancora fuori a correre schiamazzando intorno alla piscina. Saluto a caso le altre che mi trovo davanti e mi intrattengo poi dieci minuti con la Mignon-Mignot che sta parlando con Bernadette. Da notare che la nanetta ha i tacchi, ma nonostante questo è più bassa dell’amica che sta in ciabatte, e Bernadette è tutt’altro che alta. Una è sdegnata perché non l’ho trombata, l’altra invece divertita perché con lei una camera l’ho fatta, ma in fondo sono buone amiche e non c’è troppa rivalità. Saluto entrambe. Miki non si vede, la saluterò la prossima volta.

Scendo le scale, incrocio Mirela in attesa della paghetta “Già fatto?” le sussuro passandole accanto. Mi guarda, fa un sorrisetto e salutandola vado a cambiarmi. All’uscita, tra la gente in attesa ritrovo Melissa con due colleghe pronte ad uscire. Non l’avevo mai vista in abiti civili, e pur essendo molto carina sembra molto più ragazzina e meno figa di come appare quando svolazza nuda e ammiccante in sala. Comunque ce l’ha ancora con me e salutando mi sfanculizza velatamente prima di raggiungere il taxi appena arrivato. Un motivo in più per tapparle la bocca la prossima volta. Lascio il locale, e tra momenti di diluvio e attimi di cielo stellato intervallati da un paio di soste in autogrill arrivo a Firenze all’alba come avevo previsto.

Booking.com