E infine siamo all’epilogo, un riassunto degli ultimi due giorni in Thailandia, che scrivo all’alba di questo 3 settembre 2023 sul balcone del Dinasty Grande Hotel qui in soi 6 a Bangkok a tre passi da Nana Plaza, almeno mi tengo sveglio perché se vado a dormire adesso resto a letto fino a mezzogiorno ma ho il volo all’una.

Ieri, sabato 2 settembre:

Mi schiarisco le idee in piscina a inizio giornata mentre galleggio a pancia in sù guardando i palazzi tutto intorno; dove vivo io la roba più alta che c’è è tanto se arriva a dieci piani e la media sono 3 o 4, uno scenario leggermente diverso rispetto a Bangkok, specialmente in una zona caotica e super popolata come Nana e dintorni.
Sono quasi le 14:00 e non ho nemmeno fame, strano visto che di solito mangio come un tricheco, specialmente in post sbornia; sarà l’aria della partenza che si avvicina, chi lo sa. Provvedo al check-in del volo con l’app di Lufthansa, per il ritorno non ho prenotato il posto ma per mia fortuna trovo libero quello all’uscita di emergenza ovvero lato finestrino e nessun sedile davanti quindi spazio illimitato per stendere le gambe, che se lo prenotavo all’acquisto del volo mi costava 100 euro in più sul totale come nel volo di andata (per una volta ho tentato la sorte e ho avuto fortuna). Sdraiato sul letto con il condizionatore che ronza in sottofondo sono indeciso se andare a farmi massaggiare o continuare la sagra della pompa, entrambe valide opzioni per queste ultime 24 ore nella terra del sorriso, ma alla fine scelgo di tornare al 7 Heaven, per la quarta volta in pochi giorni, mi piace quel posto. Scendo giù, cinque minuti a piedi per arrivare alla stazione BTS di Nana, acquisto il ticket al distributore automatico che da un senso alle monetine di questo angolo di mondo e poi sky train fino a Phrom Phong, che tra l’altro è la zona dove alloggiavo la prima volta che decisi di visitare la città nel 2017, ignaro del fatto che la vita notturna si concentrasse un paio di fermate più in la, ma è anche vero che quella volta restai a Bangkok solamente pochi giorni in favore di tre settimane a Pattaya, e quello che c’era li in zona mi era bastato per trascorrere diverse serate in allegria, mentre il pomeriggio non cambia poi molto da una zona all’altra nel tratto Nana – Asok – Phrom Phong.  Scendo dal treno e lascio la stazione, una breve camminata fino a soi 33 ed entro di nuovo al 7 Heaven; stavolta scelgo la più bellina tra le uniche due libere al momento, Bright, e non ho visto l’altra dal vivo ma mi sa che c’ho preso, perché per i miei gusti è la più bellina che ho trovato lì dentro fino ad ora, non una modella intendiamoci, ma ha un bel visetto e un seno naturale bello polposo su un corpicino niente male, e per una mezz’ora si è letteralmente attaccata al cazzo, senza fretta e con stoica perseveranza finché non ho ceduto e alla fine non ha versato una goccia, mi ha risucchiato anche l’anima diciamo, brava brava. Piccola mancia meritata anche per lei. Una delle cose simpatiche di questo posto è che per tutto il tempo si sentono i suoni delle succhiature e i mugolii provenienti dalle altre stanzette, ci sta, fa atmosfera; poi uscendo ci siamo fermati due volte per il fatto di non incrociare altri clienti che salivano, a me non serve e sono di passaggio ma è un atteggiamento che mi piace. Saluto Bright, saluto la signora in reception, apro la porta in fondo al corridoio e me torno in strada sotto il sole, rilassato e leggero, talmente sereno che me la faccio di nuovo a piedi fino ad Asok, poi di nuovo in treno fino a Nana perché fa caldo, passo da soi 8 per prendere da bere al Seven Eleven, lì davanti c’è un carretto-griglia che vende pollo piccante e ne prendo un po’ prima di tornare in Hotel, poi me lo mangio in balcone pensando a cosa succederà stasera dopo la solita cena del sabato tra italiani…
Cazzo sono sette e mezza! Mi ero addormentato come un bimbo ascoltando un po’ di jazz sul letto e per caso mi sono svegliato giusto in tempo per prepararmi di corsa e raggiungere gli altri, metà dei quali hanno il volo di ritorno domani come me.
Stavolta siamo solamente in sei alla pizzeria Vesuvio di soi 8, pochi ma buoni, e tra i sei solamente uno è residente in Bangkok, uno è un milanese che vive in Cina, gli altri tre sono turisti come me, anche se probabilmente tra questi sono l’unico che ha intenzione di trasferirsi qui in pianta stabile nel prossimo futuro.  Ci spostiamo poi in Nana Plaza per andare prima al Twister dove viene invocato il primo barfine (non da parte mia) ma siccome il collega si era dimenticato i contanti in albergo deve uscire a trovare un bancomat e c’è da aspettare il suo ritorno prima di cambiare locale, al che dichiaro alla ciurma che me ne vado ad aspettare ai piani alti e vado a rompere le balle alla mia amica cameriera al Butterfly.
È la mia ultima sera, sul palco c’è Natalie, la tipina dell’altra volta che mi piaceva un casino ma era un po’ di ghiaccio rispetto ad altre colleghe e avevo lasciato perdere; chiamo la mia cameriera di fiducia, le offro un drink perché ne ho voglia e le rubo il laserino puntandolo sul culetto di Natalie sul palco, quindi va a chiamarla e torna con lei da me per un drink d’ordinanza. Subito mi chiede se mi ricordo di lei, “ovvio che mi ricordo!”.  Stiamo un po’ lì tranquilli sul divano e intanto arrivano anche gli altri quattro gringos, li vedo uscire e poi rientrare, ma ormai sono in compagnia sulla tribuna e voglio vedere che succede, ma visto che il locale è un po’ affollato e non avevano voglia di stare giù sugli sgabelli dopo un drink se ne vanno al Billboard e ne perdo le tracce.
Nel frattempo deciso a dare un’altra chance alla Natalie, perché è il mio genere e mi ispira troppo, le chiedo come mai sia così “timida” e lei sorridendo furbetta dice che con più tequila perde anche la timidezza. Bella risposta cazzo, mi piace. Chiamo di nuovo la mia amica inserviente e lei ordina uno shottino. “No no”, dico io, quindi apro la mano e rilancio di cinque, più un altro Gin Tonic per me, vediamo se così si scalda l’atmosfera.
Natalie spalanca gli occhi e mi guarda strano per un attimo, poi sfodera il miglior sorriso possibile e ringrazia divertita. E niente, beviamo e dopo un po’ ce l’ho addosso lingua in bocca e tettine in mano mentre mi struscia la figa su quel coso la sotto che è diventato di travertino per colpa sua.
Me la shorto al volo perché o adesso o mai più, ed è un’ottima scelta perché mi ha dimostrato che se la si scalda a dovere è un gran bel giocattolino, ripensandoci mi pento di non aver insistito la prima volta, ma in fondo è meglio così perché avrei rischiato il monopolio con lei perdendo altre tipe e situazioni altrettanto piacevoli.
A cose fatte vorrei ritrovarmi con gli altri ma non so dove siano finiti, scrivo al resident ma dice che lui è occupato con una e li aveva lasciati al Billboard, riaccompagno la bambolina fino al Butterfly, non le dico che domani devo partire, “See you tomorrow” dice lei, “Maybe, po’ esse”, ribatto io ridendo, ma in fondo non fa molta differenza, magari ci rivedremo la prossima volta, chi lo sa, ma ora ho altre persone da salutare prima di andarmene.
Non è ancora tardissimo, cammino fino al Lusty Lady. Ci sono due di tre delle mie bamboline preferite, c’è anche Eya, c’è Sky e c’è Bowie o come cavolo si chiama, e ci sono anche le due cameriere meno appetibili e diverse altre ragazze, è una serata viva anche se l’ora è tarda. Mi intrattengo principalmente con Guitar, la ballerina mignon ricciolina “Half Thai”, pazza e caruccia oltre che bella maialotta, l’altra invece era impegnata con un cliente spendaccione di una certa età, viene comunque a salutarmi, poi sorridendo con sguardo assassino mi dice: “potevi dirmelo che venivi anche stasera”“Oops” .
Dopo aver avuto conferma che si ricordano il mio nome e probabilmente provano gusto nel pronunciarlo a giudicare da quante cazzo di volte lo fanno, annuncio a Guitar e a Nela che domani partirò e ovviamente dopo due minuti lo sanno tutte, quindi offro un giro di drink a quelle libere che conosco, Bowie mi mostra fiera il suo vestitino nuovo vagamente elegante ma sexy con la schiena scoperta fino al culo, la Guitar se ne va in bagno perché beve troppo e la trans brutta amica della proprietaria che è sempre lì ne approfitta per portarmi Sky al tavolo ma a lei dico no grazie, poi sto un po’ avvinghiato alla ricciolina mignon quando ritorna e me la pastrugno tutta come regalo di addio intanto che la sua collega nonché mia amica tatuata mi lancia occhiate demoniache dal tavolo di fronte dove ormai era impegnata a bere facendo compagnia a quell’attempato cliente spendaccione.
E nulla, ora mentre scrivo sul balcone sotto le stelle di questo inizio di settembre e alla fine di questa ennesima avventura, ho sul collo un succhiotto di Natalie a destra e l’impronta dei denti di Guitar a sinistra, cosa posso chiedere di più dalla vita? In verità molto, ma anche così non è affatto male.

E siamo in aeroporto, aggiungo due righe per i fumatori come il sottoscritto:
Ci sono due aree fumatori, le uniche rimaste e sono alla prima e ultima entrata dell’ultimo piano, ovvero dove lasciate le valigie per intendersi, non sono nemmeno segnalate ma per ora ci sono se come me arrivate tre ore prima in aeroporto e volete sfumacchiare un po’ prima dei controlli, perché poi dopo è tutto no smoking.
E nulla, qui chiudo il diario, la nostalgia come sempre si fa sentire prima della partenza…
E nell’attesa cerco un volo per l’inverno…

See ya Bangkok!