Rientrato a Bangkok dopo la breve parentesi marittima in quel di Pattaya alloggio nuovamente al Hope Land Hotel di soi8, ma considerata l’esigua differenza di prezzo ho prenotato la Suite Executive che nei suoi 50 m² ha di fatto una stanzetta in più dove si trova la cucina con una comoda lavatrice e, non meno importante, è all’ultimo piano, praticamente nel corridoio che porta alla piscina sul tetto. Riprendo anche la mia routine giornaliera nella metropoli esplorando quartieri e stradine “un po’ alla cazzo” come si dice dalle mie parti, scendo alle varie stazioni dello skytrain e poi proseguo a piedi qua e là senza una meta precisa il più delle volte. Ho fatto ovviamente tappa nella zona del mercato di Pratunam, dove c’è il Baiyoke Hotel, e devo dire che in quei quartieri ricordavo un’atmosfera forse un po’ piu’ caciarona ma più viva, “da mercato” appunto, mentre stavolta ho trovato tutto molto più piatto e meno affascinante nel quartiere e nelle strade limitrofe. All’interno dei centri commerciali invece non è cambiato molto e alla fine, anche se di solito ci entro più per l’aria fresca che per gli acquisti, ho trovato un utile zainetto “made in japan” in offerta a 200 Baht (cosa che mi serviva e avevo preventivato di acquistare prima del ritorno avendo solo il mio zaino-valigia come bagaglio, e già era pieno all’andata prima degli acquisti in loco). La sera quando non ci sono altri impegni o idee particolari faccio un giretto per locali in Nana Plaza o verso soi Cow Boy e dintorni, e se trovo una che mi ispira esco in compagnia, oppure se intuisco che non è serata ripiego magari su una delle varie “pump-station”, tipo il Kasalong o il Lolita per intenderci, e dopo se mi sento ispirato vado a bere qualcosa in un bar o lungo la strada, poi ovviamente capita anche la volta che uno getta la spugna a mezzanotte e si ritira in albergo rimandando al giorno dopo, dipende dal momento e dalle situazioni.

Comunque venerdi’ 12 è tipo la festa della regina madre, in pratica una festa nazionale, faccio scivolare via il pomeriggio in piscina, la sera mangio in un ristorante in soi 1 chiamato “La Buca”, ma lo scelgo solo perché ce n’è uno con lo stesso nome vicino a dove abito in Italia, provo gli spaghetti alla carbonara (che per ragioni a me ancora ignote è il piatto italiano che ho provato in piu’ paesi diversi fuori dalla madre patria) e una pizza margherita, e che posso dire, non erano cattivi ma non erano quel che dovrebbero essere e c’è sicuramente di meglio, quindi per tirarmi su il morale sono passato in soi 6 traversa a salutare la mia amica “aspirante” (si, aspirante e basta, nel senso che aspira piuttosto bene, e bella non è ma nemmeno brutta, sicuramente pero’ è una professionista con delle doti orali di tutto rispetto e nel contesto tanto basta), poi dopo una birretta in tranquillità al Rumors mi sono ritirato nelle mie stanze.

Il Sabato pomeriggio torno al Mercato Chatuchak, ma stavolta arrivo presto e ne approfitto per fare un giro nel parco dedicato proprio alla regina Sirikit alla quale era dedicata la festa del giorno prima, infatti è tutto molto bello e relativamente affollato, così come anche l’area del mercato che, complice la bella giornata, è una bolgia infernale ma risulta comunque godibile nel suo caos se uno la prende come una passeggiata senza impegno.

La sera mi ritrovo di nuovo con “l’armata brancaleone” e dopo l’immancabile pizzata al Vesuvio, stavolta ci fanno accomodare nella saletta al piano superiore e siamo in 13, anche se per fortuna non é la mia ultima cena in quel di Bangkok. Solito tagliere di salumi e formaggi, a seguire pizze caffè e giro di limoncello come al solito, quindi dopo tante risate e un paio d’ore trascorse in allegria decidiamo di andare in NanaPlaza per introdurre un paio di apostoli novizi al mondo dei GoGo; beviamo di qui, beviamo di là, uno viene richiamato all’ordine dalla mogliera thai che lo vuole a casa presto, qualcuno subisce il fascino delle “Teen” del Rainbow 5 e resta lì, un altro saluta e se ne va via per un “long time” con una donzella, invece il sottoscritto in compagnia di gesù e altri quattro apostoli più temerari si dirige in soi 10 per la festa dei 10 anni di un bar gestito e popolato esclusivamente da Ladyboy, dove tra una risata e una birra e scene che non si vedono tutti i giorni, devo dire di aver rivalutato in positivo le Ragazze Thai col pisello per quanto riguarda simpatia cordialità e divertimento. Che poi in verità ce ne sono diverse operate e ormonate a dovere che nell’aspetto e nei modi sono onestamente più femminili di tante donne che conosco, ma questa è un’altra storia… Personalmente trovo che la loro compagnia sia piacevole, e sarà che eravamo un bel gruppetto e abbiamo bevuto in abbondanza oltre a ridere come matti tutta la sera, ma dopo un paio d’ore li dentro iniziavo ad avere anche io certe voglie, tant’è che ho preso i contatti di un paio, sia col birillo che senza, ma poi la cosa è finita lì, non sono nemmeno tornato al locale i giorni successivi, anche se un pensierino ce l’avevo fatto su quella piccoletta con tendenze masochiste che si era atteggiata tutto il tempo a cagna (letteralmente) in quella occasione. Un giovane apostolo però non si era ancora reso ben conto di dove fossimo capitati, e quando a un certo punto “una” dello staff si è seduta sul bancone del bar iniziando a trastullarsi il pisello davanti a un ragazzone asiatico che sembrava apprezzare, ha esclamato “Cos’è quella roba!” , al che siccome lì dentro c’è il biliardo sono partite le classiche battute da bar su stecche e palle e quando ha finalmente realizzato che tipo di locale fosse realmente ha iniziato a porsi domande per poi abbandonarci poco dopo, cosa che non avrebbe niente di eccezionale se non fosse per il fatto che proprio lui durante la cena aveva elogiato a non finire le doti di un paio di ragazze bellissime conosciute allo Straps di Nana Plaza, che per chi non lo sapesse è un noto GoGo dove lavorano esclusivamente Trans, perlopiu’ post-operazione ovvero senza pisellino. Poco più tardi succede di tutto li dentro, vedo l’asiatico ragazzo di prima che lo prende in bocca a la trans che si esibiva poco prima sul bancone, vedo due dello staff che si inchiappettano allegramente sul pavimento dopo aver bevuto un po’ troppo, c’è chi va in bagno a fare robe e chi a vomitare per colpa del troppo alcol, e c’è anche chi si diverte in maniera piu’ sobria tipo noialtri, anche se a un certo punto mi ritrovo a flirtare allegramente con una che se non sapessi che la sotto ha il pisello ci farei un pensierino seriamente, e che posso dire, sfido chiunque a resistere al fascino di un corpo apparentemente quasi perfetto di chi con un fascino costruito a regola d’arte ammalia uomini per lavoro ogni giorno, specialmente dopo una serata alcolica e nella penombra di un bar alle 4 di notte… Però poi è finita lì, siamo usciti in compagnia di quella che era la migliore esteticamente la dentro, una cazzo di modella a vederla, di quelle che ti giri a guardare per strada, solo che ha il pisello la sotto. Arrivati all’altezza di soi 8 ci dividiamo e proseguo con uno dei compari che alloggia nella stessa via all’Hotel Adelphi e la suddetta signorina trans che propone di continuare a far baldoria in uno di quei posti da after invisibili a chi non li conosce, ci affacciamo un attimo e decliniamo l’offerta perché personalmente sono distrutto e perché l’altro compare aveva piani diversi per il proseguo di questa pazza nottata, e indovinate un po’ chi se l’è portata in camera? Non io. Li lascio salutando lui con un cenno d’intesa, lo conosco appena ma si sa che tra “colleghi” bene o male ci s’intende, specialmente in situazioni un po’ più borderline come queste. Mi fermo al Seven Eleven a comprare le sigarette, proseguo per altri venti metri e poi mi spengo nel letto fino al giorno dopo.

La Domenica faccio un salto al Terminal 21, fermata BTS Asok, per aggiornare un po’ il guardaroba, dopotutto sono partito con solo uno zaino per valigia quindi era previsto, ma in quel centro commerciale e in tutta la zona circostante c’è tanta di quella figa asiatica di primo pelo da non sapere dove guardare, che se avessi vent’anni altro che gogo e baretti e tuguri… Davvero tanta roba.

In serata cena al Det5 di soi8, ci si mangia bene e mi è molto comodo, poi Nana Plaza, Angel Witch ovvero il solito tugurio dove la musica è buona e per una prima birretta è un posto decisamente tranquillo, ma le uniche due papabili sono due clienti americane lesbiche… Provo allo Spanki’s, giusto per farmi dare due colpi (no, non in quel senso, ma nel senso che le ragazze del locale hanno un manganello di gomma morbida con il quale picchiano chiunque sul sedere, è una caratteristica del locale anche se dopo un po’ diventa quasi noioso),. Mi sposto poi al Billboard dove offro da bere a quella magrolina con i grandi seni siliconati, e per quanto il genere attiri il mio sguardo devo dire che lei è fin troppo magra e vagamente apatica, cazzeggio quindi con un altra poco dopo, due shottini di tequila e Barfine senza pensarci troppo, l’unico problema è che lei parla inglese piu’ o men oquanto io parlo giapponese, mi accordo con la mamasan sul fatto che non ho voglia di tornare al mio albergo con la signorina e lei mi assicura che ha capito e sa dove andare. Alla fine ovviamente la porto in camera mia perché non aveva capito una sega, ma va beh, ci sta, e poi è dannatamente kawaii. Gran bella pecora, la rimando all’ovile dopo le 3 accompagnandola in fondo alla via per poi godermi una passeggiata notturna dall’altra parte della Sukhumvit dove mi fermo per un’altra birra dall’amica trans di quella tipa del Victoria, giusto per conciliare il sonno e vedere chi passa di lì, infine vado a dormire stranamente lucido e in pace con l’universo senza pensare al domani.

La terza settimana la prendo con più calma, e la passo rimbalzando tra soi Cowboy e Soi 7/1 di sera, e i centri massaggi di giorno, senza ovviamente disdegnare due bevute in Nana Plaza, giusto per non perdere l’abitudine. Tra i diversi centri massaggi sono tornato in due che ricordavo di aver già visitato in precedenza ovvero il Daisy Dream in Soi 33 vicino alla stazione BTS Phrom Phong, locale dotato di tutti i comfort, molto estetico, in stile totalmente asiatico pseudo “giappocinese”, operatrici di ottimo livello e prezzi piuttosto alti ma non eccessivi; e il Kiss 1 , più economico ma anche più spartano come ambiente, stanzina minimal con lettino incastrato in buca d’angolo e doccia che in due ci si sta stretti (c’è anche una stanza più grande con vasca ma ovviamente si paga di piu’), le operatrici non sono male ma, salvo un paio di eccezioni, sono pur sempre un gradino sotto a quelle del DaisyDream, comunque locale pulito e servizio piacevole, ma quello dipende anche dalle singole operatrici. I servizi offerti sono sostanzialmente gli stessi in entrambi i locali e si può scegliere praticamente ogni combinazione possibile, dal semplice massaggio body to body con happy ending “a mano”, fino al “full service a 4 mani”, ovvero massaggio e rapporto sessuale completo con due operatrici nella stanza con la Jacuzzi. Naturalmente i prezzi cambiano e non poco in base al servizio scelto, ma il Daisy Dream a parità di servizio è comunque più caro, pero’ l’ambiente merita e vale la pena spendere qualcosa in più almeno una volta per provare.

Sono stato una sera a cena al ristorante Mediterra, cucina italiana, ci si mangia benino, il posto è un po’ defilato e abbastanza elegante, non economico ma abbordabile pur restando sopra la media del turista medio come livello di ambiente e clientela.

L’ultimo Sabato di nuovo a cena tra italiani al Vesuvio in Soi 8 , siamo dodici, un paio di facce nuove e viandanti da Veneto, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania, Emilia Romagna più i residenti di Bangkok, un bel gruppo variegato dai 25 ai 55 anni con un paio di passioni comuni a tutti ovvero la Topa e la voglia di divertirsi a briglia sciolta senza pensarci troppo. Facciamo un tour dei GoGo in Nana Plaza ma non mi sento in forma e passivamente osservo più cosa fanno gli altri, almeno fino a che non entriamo al Rainbow 5 dove poco dopo ritrovo una delle due sorelle un po’ monelle con le quali ho bevuto in allegria e in abbondanza spupazzandomele senza pudore per un paio d’ore la sera prima, senza pero’ concludere altro perché ero già sfinito e appagato da una lunga sessione di massaggio del pomeriggio, in compenso nell’occasione ho fatto amicizia con la simpatica mamasan del locale, il che non guasta mai. Insieme a questa tipa, rinominata poi Morticia da uno dei ragazzi a causa del suo look un po’ dark, al posto della sorella c’è una che si avvicina pericolosamente al mio ideale di sogno erotico in versione Thai, una “PseudoTeen” venticinquenne col viso da diavoletta e un sorriso dolcissimo, una panterina agile e sensuale dal fisico atletico ma non esasperato, con un taglio di capelli un po’ sbarazzino e fuori dai canoni, tatuaggi di buon gusto e il giusto modo di porsi, insomma difficile per me resistere a cotanta bontà; mi intrattengo quindi con loro e un’oretta più tardi le abbandono per raggiungere gli altri che nel frattempo erano andati al Victoria per una sfida a biliardo e due birre, ma prima di salutarle mi riprometto di fare una cosa a tre con loro due la sera dopo con calma perché mi ispirano fin troppo.

Al Victoria trovo “la compagnia del bordello” intenta a discutere di fellatio ed altre specialità, poi c’è chi va a farsi coccolare l’augello alla pompineria li accanto e chi va al McDonald’s per un gelato mentre altri si stanno sfidando intorno al panno verde a suon di palle in buca. Intravedo la mia amica On, ma non ho voglia di andarla a salutare e poco dopo scompare di nuovo. La ritrovo mezz’ora più tardi seduta alla bancarella delle birre della sua solita amica trans mentre stiamo andando verso il Penny Black in Soi Cowboy; mi chiama invitandomi a restare li con lei ma declino l’offerta dicendole che sono già impegnato; in realtà sono indeciso se fermarmi o meno, ma poi penso che mi dispiacerebbe abbandonare l’allegra brigata e tiro dritto.

Il Penny Black è una sorta di bar con discoteca al piano superiore, una discoteca molto ma molto buia, piccola e sovraffollata, tanto che ci si muove a malapena senza urtare contro qualcuno. Forse venti anni fa mi sarebbe piaciuto un posto del genere per la facilità nell’approcciare le tipe che per forza di cose ti trovi addosso di passaggio, ma onestamente avendo passato i quaranta da un po’ non è il posto che fa per me, anche perché i faretti puntano spesso negli occhi e la musica è altissima, ragion per cui inizia letteralmente a darmi fastidio tant’è che dopo un quarto d’ora saluti i compagni d’avventura e torno sui miei passi per raggiungere la mia amica e vedere che succede. Sulla via del ritorno incrocio uno dei ragazzi residenti che tutti davano per disperso dopo che si era assentato per andare a “salutare un’amica che lavora in un bar di soi 7/1”, do la buonanotte anche a lui che mi dice di essersi dimenticato che doveva pagare la birra al Victoria, e infatti poco prima ci stavamo chiedendo da dove fosse spuntata questa birra misteriosa sul conto, mistero risolto; poi gli dico che gli altri sono ancora là e ci salutiamo.

Quando arrivo lì dalla mia amica On ne approfitto per fare il paraculo dicendole che ho cambiato idea perché preferisco stare con lei, cosa che sembra apprezzare, tant’è che mi ringrazia con un bacio, poi visto che la vedo comunque attiva e vivace le dico che non mi va molto di stare li seduto tutta la notte e lei dice: “Ok andiamo dove vuoi”. Ovviamente il Dove Vuoi è la mia stanza in Hotel, e la scelta è dannatamente giusta perché ci faremo compagnia a vicenda uscendo da lì entrambi disfatti ma soddisfatti e col sorriso sulle labbra.

L’indomani dopo aver accompagnato fuori la signorina On, a mezzogiorno torno in stanza e mi riaddormento. Mi sveglio tardi ma vado su in piscina nonostante il cielo coperto e la pioggerella a tratti fino all’ora di cena quindi esco e vado da Hooters in soi Nana dove mi innamoro temporaneamente di una cameriera vagamente riccia che è onestamente più fìga della tipa che devo incontrare dopo al Rainbow, anzi, è sicuramente una delle ragazze più carine che ho visto in Thailandia e a vederla sembra thai solo a metà. Mi ingozzo di patatine fritte e gamberi in salsa piccante buttando giù il tutto con mezzo litro di birra, dopodiché punto dritto al Rainbow in cerca delle due signorine della sera prima ma ahimé trovo solo quella più carina perché l’altra è già andata nonostante sia ancora presto; poco male, mi piaceva l’idea di una cosa a tre con entrambe ma non mi lamento di certo. Faccio due bevute con la signorina e poi andiamo in albergo. Ne esco soddisfatto e stremato, la tipa è una furia devastante a letto, l’unico intoppo è che quella più anglofona delle due era “morticia” e quindi il social non è dei più entusiasmanti, ragion per cui non ho goduto della sua compagnia per tutta la notte, altrimenti l’avrei probabilmente fatto. Quando la riaccompagno all’ovile incrocio il fiorentino conosciuto all’ultima cena, anche lui in compagnia di una donzella (piccolo il mondo eh), infine mi concedo la birra della buonanotte e mi ritiro.

Altri due giorni di relax facendo tutto e niente, su consiglio di un amico residente sono stato a mangiare a “La Pala”, consiglio vivamente di farci un salto perché merita e si spende il giusto, poi l’ultimo giorno, avendo il volo verso la mezzanotte ho deciso di appoggiarmi al Maxim’s Inn, un piccolo albergo economico in fondo a Soi 7/1 (praticamente di fronte alla stazione Nana nonché dall’altra parte della Sukhumvit rispetto a Soi 8) dove ho prenotato una stanza la sera prima da Booking.com alla modica cifra di 770 Baht (20 Euro). Per arrivarci passo in mezzo alla selva di pump station e bar situati in quella via; tiro dritto al primo passaggio senza che nessuna mi importuni poiché avevo valigia e zainetto in spalla, al secondo passaggio, quando esco per andare a mangiare, vengo stoppato da un paio di tipe che mi invitano a usufruire dei loro servigi ma resisto e vado a rifocillarmi al Mc Donalds; al ritorno un’altra si fionda sulla strada con l’intento di accalappiarmi prima che riesca ad arrivare in albergo ma la schivo e mi salvo raggiungendo la casa base. Due ore di pennichella, una doccia, ed esco fresco come una rosa per l’ultima passeggiata in cerca di souvenir dell’ultimo minuto, resisto alla tentazione sfilando in mezzo alle balorde che ammiccano e mi chiamano come le sirene di Ulisse, solo più chiassose e sguaiate. Non trovo niente di interessante, torno indietro a mani vuote e a tasche piene, stavolta in Soi 7/1 l’attacco è massiccio, mi si parano davanti almeno in 4 una dopo l’altra mentre le schivo e sfilo sulla strada in mezzo ai localini, scorgo all’orizzonte il Maxims Inn, ci sono quasi, ormai è fatta… E invece no, di fronte al Wood Bar salta fuori una creatura tettuta in abiti succinti che con sguardo da suina d’esperienza e due meloni non indifferenti mi ipnotizza arrestando la mia marcia verso la zona neutrale e mi accompagna dentro dopo avermi catturato. Esco da li mezz’ora più tardi prosciugato di qualsivoglia forza vitale e con 1000 Bath in meno, ma con un bel sorriso stampato in faccia e la leggerezza di una farfalla. Tanta roba.

Alle 18:30 lascio l’hotel, sfilo per l’ultima volta tra le signorine appostate davanti ai locali, salgo l’ultima volta la scala della BTS di Nana, arrivo a Phaya Thai e li prendo l’ultimo trenino affollatissimo. Piano piano ad ogni fermata il treno si svuota sempre più, gente che torna a casa dal lavoro, studenti che tornano dopo l’ennesima giornata di scuola, per loro è routine. I grattacieli lasciano il posto agli edifici più bassi della periferia, ormai è buio e le luci in lontanaza hanno già qualcosa di nostalgico, restano infine solo viandanti con la valigia su quel treno fino all’aeroporto…

Cambio i Baht rimasti, prendo l’ultimo tè al miele, salgo al livello 4 ed esco a fumare in strada come quando sono arrivato; è dura andarsene per tornare alla routine di sempre, la stessa di quella gente sul treno con l’aria un po’ spenta e lo sguardo un po’ perso. Torno dentro, un ultimo PadThai. Salgo su, affido lo zaino-valigia allo staff, salgo ancora, da qui non si torna più indietro. (Piccola curiosità, all’interno dell’aeroporto Suvarnabhumi non è presente alcuna sala fumatori, se volete accendere l’ultima sigaretta prima di imbarcarvi vi conviene uscire fuori prima di salire al gate).

Arrivo a Vienna in perfetto orario, mi controllano anche lo zaino che contiene il mio “kit tecnologico da viaggio” ovvero il tablet, gli auricolari, un mouse e una mini tastiera, oltre a dei vestiti di scorta; chissà cosa pensavano di trovarci dentro dopo averlo già visto dallo scanner. Anche se al primo tentativo un test ha dato un falso positivo per sostanze stupefacenti, cosa di cui non ho mai fatto uso, ma al secondo tentativo è risultato tutto regolare e a parte l’ansia di eventuali chiarimenti il tutto si è risolto con una piccola perdita di tempo, cosa che dopo 10 ore di viaggio vorresti evitare, ma tant’è… Dopo un caffè prendo praticamente residenza in saletta fumatori e attendo l’ultimo volo diretto oltre le alpi fino alla città del famoso Dante dove si chiude questa piccola grande avventura.

Un ringraziamento a tutti gli amici di Bangkok e ai viandanti incontrati sperando di poter ripetere l’esperienza prima possibile anche se visto il periodo l’unica certezza è il chaos e la routine sono gli imprevisti. Prima però mi sa che torno un po’ in Austria, ma questa è un’altra storia…

Alla prossima!

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