Primo giorno di settembre, è domenica e la sera è prevista una cena alla solita pizzeria in soi 8, nel pomeriggio invece mi sveglio tardi perché dopo le ultime folli 24 ore avevo davvero bisogno di recuperare un po’ di sonno, quindi esco e vado a rilassarmi al solito 7 Heaven dove la mia amichetta Lin mi alleggerisce la mente e il corpo come in poche sanno fare, dopodiché torno verso Nana e mi concedo birretta e hamburger da Hooters mentre osservo il via vai di rifornimenti a Nana Plaza (mi chiedo quanti litri di alcolici vengano consumati tutte le notti in quel posto ma non oso darmi una risposta perché sicuramente sono troppi). Nel frattempo noto una situazione interessante: C’è una Freelancer proprio li davanti nel parcheggio, bel fisichino, si vede che è un po’ sciupata ma non è affatto brutta, a un certo punto si gira anche verso di me che sto addentando l’hamburger e ammicca, la ignoro e torna a ravanare sullo smartphone, vicino a lei c’è anche un mototaxi, scambiano due parole ma sembra che si conoscano bene, poi le si avvicinano due indiani, iniziano a parlarci, lei che stava giocando sul telefono cazzeggia e gli fa vedere a cosa sta giocando, poi parte quella che è palesemente una contrattazione, non li sento parlare ma li vedo e alcuni gesti sono inequivocabili. A quel punto noto che il mototaxi le fa un cenno indicando gli indiani e poi il suo scooter, come a dire “Io io, li porto io questi”, quindi conclude l’affare con i due e subito indica il suo amico mototaxi, e poco dopo se ne vanno insieme, lei con il suo scooter al quale era appoggiata per tutto il tempo e loro in due con l’amico/collega d’affari di lei. Non ci avevo mai pensato ma immagino sia piuttosto comune che le mestieranti abbiano i loro trasportatori preferiti e che ci sia una buona simbiosi tra le due parti, e immagino anche che a quel punto la richiesta di denaro per il tragitto, complice la situazione e il fatto che sia lei a scegliere senza che i clienti si mettano a chiedere, venga fatta lievemente lievitare rispetto al solito. Ormai non mi stupisco più delle tattiche Thai per racimolare soldi, ma questa mi sembrava interessante da raccontare, magari non tutti ci fanno caso.

Comunque, finisco di aggozzarmi con le ultime patatine e poi prevedendo una serata piuttosto movimentata mi ritiro nei miei alloggi a scrivere un paio di recensioni per ammazzare il tempo senza stancarmi troppo, ormai sono qui da quasi 20 giorni, ho appena ricevuto una delle pompe più appaganti di sempre grazie alla magica Lin e non ho tutta questa foga di cercare una trombata a tutti i costi. L’appuntamento con gli altri in pizzeria è per le 20:00 ma una mezz’ora prima inizia a venire giù il cielo. “Va beh , tanto smette presto” penso, e invece alle 20:00 ancora piove. Non volendo stare chiuso in stanza prendo l’ombrellino (che poi tecnicamente è un ombrello da sole e non da pioggia, ma dettagli) e mi avvio fiducioso in strada. A metà di soi 11 sono già bello bagnato e alla fine della strada sono praticamente da buttare in asciugatrice con tutti i vestiti, e pensando “Va beh, tanto ormai son bagnato” proseguo verso la destinazione in soi 8, poi quando sono vicino alla BTS per attraversare la strada sembra che l’acqua venga giù a cisterne intere e mi vedo costretto a ripararmi nella stazione per non affogare camminando. Non accenna a smettere e mi dico “Ma chi se ne frega, mi asciugherò dopo, tanto fa caldo“. Arrivo alla pizzeria gocciolante come la figa della ventenne che mi scopavo a Hua Hin dopo una squirtata e vado su dall’unico temerario arrivato zuppo quasi come me. Aspettiamo, ordiniamo, ci offrono anche un prosecco, che voglio di più dalla vita. Poi arrivano anche gli altri un po’ alla volta. Tra l’altro ripensandoci allo stesso tavolo ci sono Il Redattore di TravelsFormen me medesimo, il signor Italianoabangkok e il buon SexyBangkok, di cosa si potrebbe mai parlare se non di figa e aneddoti su puttanieri e mestieranti?^^ Ma questa è un’altra storia…

Pizza, birra, limoncello, e appena smette di piovere tutti a Nana Plaza, prima a un Rainbow ma non c’è niente di interessante, poi al Red Dragon dove invece c’è una buona scelta di signorine. Una se la porta via un collega barfinandola, tra le altre invece c’è una Mignon dall’aspetto molto “legal loli” che mi ispira. La osservo dall’altra parte della sala, sul palco c’è una in traiettoria che inizia ad ammiccare e sorridere pensando stia guardando lei, devo farle cenno con la mano che sto guardando oltre, fa una risata e distoglie l’attenzione, attendo che la Mignon si giri a guardare perché di andare a prenderla o farla chiamare non c’ho voglia, ma prima di incrociare il suo sguardo vedo che una delle “direttrici di sala” guarda me, poi guarda lei, poi guarda me che guardo lei e dopo due minuti me la porta senza che dica niente. Se non è efficienza questa non so cosa possa esserlo. La loli in questione si chiama Pop, in verità ha 25 anni anche se ne dimostra meno e scopro che è una buona compagnia oltreché un bel fighino affine ai miei gusti, tant’è che resto li a farmi strusciare il suo culo sul pacco anche quando gli altri si spostano altrove, lei si fa fare un po’ di tutto, entro i limiti dei divanetti del GoGo ovviamente, ma una sditalinata mentre mi si agita addosso a gambe aperte la “subisce” abbastanza volentieri, il problema è che mi fa venire il cazzo di marmo perché è decisamente il mio tipo, ma per qualche assurdo motivo non ho la voglia di portarla via e farci sesso in quel momento. Si lo so che è strano ma è così, sento che non me la godrei come merita e preferisco rimandare, le chiedo se domani è in day off o lavora, dice che ci sarà e la saluto. Raggiungo gli altri in soi 7 trovandoli a colpo sicuro in uno dei baretti che frequentano abitualmente, lo stesso dove lavora Baimon la tipina tutta pepe e un po’ stralunata che cercavo l’altra sera, che è quella della pompa nei cessi di due settimane fa, per intenderci. Mi aveva scritto e l’avevo un po’ snobbata, prima perché ero altrove e poi perché giustamente deve lavorare ma da ubriaca da l’idea di una che scoperebbe ovunque mentre da sobria fa un po’ la “stronza”, nel senso che si fa desiderare e dice cose ambigue che non si capisce davvero cosa stia cercando. In più quei burloni (maledetti vi odio. ma si scherza ovviamente) le avevano detto che non ero con loro perché ero a scopare con una del GoGo, il che poteva anche essere vero, ma suvvia, cattivi, non si fa^^. Quindi lei già è strana di suo, in più era stizzita da questa e dall’altra cosa e non ancora abbastanza ubriaca da diventare simpatica, al che le scrivo due cose su Line mentre è li accanto con un cliente, poi da stronzetta qual’è appena si libera viene li, le offro da bere e “facciamo pace”. A un certo punto si intromette una collega un po’ alticcia in cerca di drink ma è fastidiosa e troppo ubriaca oltreché insistente, quindi la sua collega LB le offre il drink al posto mio per farla stare buona, poi torna li, appoggia il bicchiere sul tavolo e muovendosi maldestramente me lo rovescia addosso. A quel punto inizio a essere scazzato e scusandosi la fanno allontanare a un altro tavolo con altre colleghe, poi una partita a biliardo che perdo malamente con la solita LB e facciamo quasi chiusura li al bar mentre l’unico rimasto della compagnia, il napoletano che avevo recuperato all’aeroporto all’arrivo, si intrattiene con la ladyboy discreta del bar e io mi spupazzo un po’ la stronzetta in allegria, poi vedendolo interessato all’articolo decido di portarlo a vedere com’è il Check In Bar dove non è mai stato. Saluto la mia amichetta che inizia ad avere il giusto alcol nelle vene per diventare simpatica, le dico al volo una cosa all’orecchio senza che nessuno mi senta e poi vado al CIB con il collega anche se tecnicamente è già ora di chiusura, infatti arriviamo li e fuori è tutto spento, ma ormai ho imparato come funziona ed entriamo. Ci sono ancora quasi tutte anche se un po’ scazzate dall’orario e dalla carenza di clienti, prendiamo una birra, ce n’è una con due tette fatte decisamente bene che viene li davanti e si alza la maglietta mettendosi in mostra, non è il top come bellezza ma non è male, ed è decisamente molto femminile a parte il pisello la sotto, ma quel gonnellino non si nota, tutto sommato ha un suo perché e quindi accetto la provocazione offrendo da bere. Passiamo un po’ di tempo lì e nel frattempo il collega pare prenderci gusto a farsi “coccolare” da un’altra LB lì accanto, ma dato che ci sono 4 clienti compresi noi, le LB iniziano ad andarsene un po’ alla volta e decido che è il momento di tirare i remi in barca perché forse ho altri programmi per dopo, e anche se non ne ho certezza vale la pena rischiare un buco nell’acqua considerando il soggetto dei miei piani.

Sono circa le 3:30, entro all’Orange bar, c’è un po’ di movimento, le solite girls degli altri bar che dormono li sono già all’opera, giocano con i clienti, cazzeggiano tra di loro, accumulano drink, tutto come da copione, una serata normale. Mi siedo sullo sgabello al tavolo vicino la porta, offro da bere a non ricordo chi ma non mi importa molto, la svalvolata è con un cliente dall’altra parte della sala ed è piuttosto alticcia tanto per cambiare, c’è anche Milk (la tatuata) che non sembra avere più il fidanSato intorno e lavora tranquilla tra un tavolo e l’altro, Int si ferma un po’ quando le offro un drink, poi ne cerca altri in giro come una cagnolina randagia e dopo si ritira dietro il bancone a cazzeggiare col telefono, io sono li che aspetto e spero che una certa persona si faccia sentire. Un paio d’ore dopo è arrivata un po’ di gente e le ragazze del bar sembrano belle vivaci nonostante siano passate le cinque del mattino, cantano, ballano , è il momento delle canzoni dell’isaan o qualcosa del genere, un po’ come quando negli fkk pieni di rumene parte il Manele (e chi è avvezzo a certi ambienti avrà capito la situazione), insomma l’atmosfera è allegra e io mi intrattengo distrattamente con la mia sister (una che mi sta vagamente simpatica ma che non tromberei mai) e la sua socia che fisicamente sarebbe anche passabile ma in faccia è più brutta di quanto il mio senso estetico possa accettare, però ha un modo di fare che mi piace e si guadagna sempre un paio di drink da parte mia. Poi resto un attimo solo a fumare e noto la svalvolata seduta poco più in la da sola con lo sguardo malinconico perso nel vuoto che non si capisce se è troppo ubriaca, se è depressa, o entrambe le cose. Mi avvicino, le chiedo se è tutto ok, mi guarda e poi inizia a lacrimare senza dire niente. Al che siccome sono uno scemo che non riesce a farsi i cazzi suoi quando vede piangere qualcuno, le dico scherzando: “Che ci fai qui da sola, dov’è il tuo boyfriend?”, ma invece di strapparle un sorriso sembra che abbia peggiorato la situazione e quasi singhiozzando inizia a dire che nessuno la vuole veramente, che quello la vuole ma lei vuole stare in thailandia perché c’è la sua famiglia e “i suoi baby” (perché ha due figli piccoli a casa in isaan, come del resto molte altre che lavorano a Bangkok), poi dice che a me non interessa di lei ma che pensa sia una brava persona e che non mi interessa se ha dei bambini e che potrei essere il suo boyfriend e blah blah blah… La interrompo in quel delirio prendendole la faccia tra le mani e un po’ perché buono lo sono davvero e un po’ perché quando vedo piangere una femmina divento sensibile le dico che penso sia una bella persona ma un po’ troppo ubriaca per pensare troppo a certe cose e che io tra due giorni devo partire e mi piace la sua compagnia ma se fa così poi fa piangere anche me perché è una situazione del cazzo un po’ per tutti e blah blah blah… Poi appoggio la fronte alla sua, l’abbraccio forte e sembra calmarsi un po’. Le tiro su la faccia e guardandola negli occhi annebbiati da alcol e lacrime sorrido e le dico “Ora però voglio un bacio e una birra”, al che accenna un sorriso anche lei, mi da un bacio e poi con l’espressione da paracula dice “One for me?” , “Ok”, quindi il momento depressione svanisce, si alza e va a prendere le birre. Mi guardo intorno e mi sento un po’ osservato, incrocio lo sguardo della brutta ma simpatica  che mi guarda come a dire “Bravo, ben fatto”, rido e mi sento un po’ stupido, ma che ci posso fare, mi immedesimo nei panni degli altri più spesso di quando dovrei e capisco che comunque dev’essere dura fare quella vita ogni giorno, quindi due parole di conforto non mi costano niente e se ho fatto del bene il karma mi ringrazierà prima o poi, o almeno così dicono… Resto lì mentre la svalvolata cazzeggia con le colleghe e con tutto questo drama stavo dimenticando il motivo per cui ancora non ero andato a dormire, ma poco dopo arriva un messaggio su Line: “Stai dormendo?“.

Come dicevo, il karma ogni tanto ci mette una pezza, il messaggio arriva dalla stronzetta dell’altro bar alla quale prima di andare via avevo detto precisamente “Let me know if you want to sleep with me tonight, i’ll wait for you until the sunrise…”. sono le 6:00 e il sole sta sorgendo, giusto in tempo direi. Le dico dove incontrarsi e poi pago il conto del bar e saluto, ma la svalvolata mi segue fino in strada tenendomi per la mano e non vuole che vada, “I want to sleep with you again”, dice sorridendo mentre mi guarda con quell’aria da cucciolo smarrito in cerca di qualcuno che l’adotti e si prenda cura di lei. Io rispondo semplicemente che è meglio di no e che non lo vuole veramente. Lei prova a ribattere con un Si, convinta che io ceda e dica Ok. “Voglio dormire da solo” le dico, quindi mi fissa e cambia espressione, indecifrabile come al solito ma con una vena di delusione che è impossibile non notare. Si rassegna e con un ultimo sorriso tirato a morte e falso come le parole di una puttana (o come le mie in quel momento, mi vien da dire) mi da la buonanotte. Se non sapessi che è una mestierante mi sentirei quasi in colpa, ma ho di meglio da fare e non sto troppo a pensarci che poi magari mi rovino la giornata per niente.

Quella mattinata da li in poi è stata il mio piccolo segreto che non ho voluto dire a nessuno degli amici di quei giorni, anche se adesso qualcuno leggerà queste righe e non lo sarà più. La pischella stronzetta mi piace troppo, è vero che è una del mestiere ed è lunatica come poche, ma è anche vero che per una così ci potrei perdere la testa sul serio nonostante tutto, ed è stata una cosa di una mattina e poco più ma il suo corpo nudo sul mio in quel letto è probabilmente il ricordo più bello che ho di queste tre settimane, anche più della Bar Girl a chilometro zero con la quale sono stato davvero bene per tre giorni (o meglio tre notti) di seguito. Ma è solo un piccolo sogno destinato a svanire, lei non sa che il giorno dopo partirò, magari pensa di aver trovato un buon cliente e per quanto ne so un po’ si diverte pure a stare con me, ma io lo so che devo andare, e un po’ fa male lo ammetto…

Il 2 Settembre, il mio ultimo giorno intero a Bangkok, notte compresa. Lei se n’è andata e sono solo in quel letto, ci penso, sono felice e appagato ma anche malinconico prima del tempo, sfinito e logorato da pensieri che dovrei evitare mi addormento. Quando apro gli occhi ricomincio a pensarci, ma ho dei piani per la serata che mi mettono di buonumore, l’idea è quella di passare al Red Dragon e portarmi via la Mignon per spupazzarmela fino al mattino, la speranza è invece quella di ripetere l’esperienza con la stronzetta ma senza attendere l’alba, in entrambi i casi non mi sembra un brutto modo di passare l’ultima notte a Bangkok. Non vado nemmeno al 7Heaven, non ho voglia di niente se non attendere la sera per sapere come andrà; tra l’altro c’è anche una festa di compleanno all’Orange bar e voglio almeno passare a vedere come funziona (poi scriverò anche una bella recensione anche di quel locale appena trovo il tempo, ma sarà impegnativa con tutto il tempo che ci ho trascorso in questi giorni), quindi decido di iniziare a mettere a posto le mie cose in valigia riposare un po’ perché dovrò lasciare l’appartamento alle 11:00 e non so in che condizioni sarò domani mattina.

La sera c’è una festa di compleanno al Bar, ci sono tutte le ragazze al completo e ne sono arrivate alcune anche dal bar omonimo di Soi 7/1, il locale è già piuttosto pieno, offro da bere qua e là e un paio di ragazze, non ricordo nemmeno chi, mi portano il cibo al tavolo poiché è la festa di compleanno del Manager del locale e c’è una sorta di Buffet con tante cose Thai buone e sfiziose da mangiare. Mi tengo buona la pischella INT, che con quel toppino corto del barcellona e gli shorts di jeans a filo di chiappa sarebbe da trombare sul biliardo senza pensarci troppo. C’è anche la Milk, senza il fidanSato, che vaga tra i tavoli e accumula drink tra i vari clienti. C’è anche la svalvolata impegnata con un cliente e l’atmosfera è allegra ma ancora sobria, in tutti i sensi. Mi intrattengo un po’ con INT e l’amico italico che lavora li al bar, poi verso le 22:000 decido di andare verso Nana Plaza per vedere se c’è Pop ovvero la Mignon della sera prima ma quando arrivo all’altezza di soi 7 inizia a piovere. Faccio giusto in tempo a raggiungere il bar dove lavora la stronzetta e scanso l’acquazzone per un soffio. Lei è già impegnata con un cliente, viene un attimo li al tavolo e mi chiede perché non le ho detto che sarei passato dal bar, al che le rispondo “Devi lavorare, vai dal tuo boyfriend”, quindi un po’ stizzita gira il culo e torna da dove era venuta. Resto li con una birra per me e un drink per la LB carina ma appiccicosa, che comunque non sarebbe una brutta opzione se non avessi altri piani per la serata, poi smette di piovere. Poco dopo la stronzetta si libera e viene da me “Ora vuoi parlare con me?” dice, “No, troppo tardi, devo andare altrove” ribatto io. Metto i soldi del conto compresa la mancia nel barattolo e lo consegno alla LB che ringrazia, saluto e mi alzo ma la stronzetta mi prende una mano e dice “Adesso che sono libera te ne vai, mi vuoi solo scopare, non ti importa di me”, al che faccio il dito medio nella mano che mi stava tenendo tra le sue e glielo metto davanti al viso mentre mi giro di spalle e me ne vado senza aggiungere altro.

Arrivo al Red Dragon ma la Mignon non c’è , si vede che qualcuno l’ha già portata via. Non ho nemmeno voglia di cercare un’altra, volevo lei perché mi ispirava cose buone. Finisco il mio drink e me ne vado.

Prima della mezzanotte sono di nuovo all’Orange Bar, la festa si sta animando e c’è il classico momento “happy birthday to you” e tutto il resto. Io però mi concentro sulla pischella ovvero INT, che non è bella nel senso più comune del termine, ma ha quelle tette che mi piacciono troppo e una carica erotica latente incredibile. Complice anche l’alcol mi si incolla addosso strusciandomi quel culetto sul pacco senza pensarci troppo e me lo fa diventare di marmo ancora una volta. Dopo un po’ mi ritrovo con le sue tette in mano sotto il top e poi mi metto a giocare con le sue mutandine, le tiro su facendogliele entrare nello spacco tra le cosce e poi le rimetto a posto approfittandone accarezzare quella fighetta liscia e morbidosa, lei al contrario delle altre volte mi lascia fare senza fermarmi in alcun modo, anzi, si gira e mi lancia occhiatine maliziose sorridendo mentre continua a starmi addosso premendo con quel culetto sul pezzo di marmo che ho nelle mutande per colpa sua, sembra quasi prenderci gusto e allora insisto, senza dare troppo nell’occhio perché siamo tra la gente l’accarezzo ancora la in mezzo e mi ferma soltanto quando un dito scivola dentro di lei, ma non lo fa con ritrosia, è più per discrezione, mi afferra il braccio e si gira di fronte guardandomi in faccia come a rimproverarmi ma con un sorrisetto ambiguo. Ok in effetti sto esagerando, siamo in pubblico, e anche se l’indole puttanesca non le manca mi hanno detto che lei di solito non si fa barfinare dai clienti, in effetti ci ho già provato ma tergiversava e non sembrava propensa a voler venire nella mia stanza l’altra volta anche se poi non ho insistito. Eppure questa sera mi da l’idea che forse potrebbe essere la volta buona. Alla fine ci penso e preferisco non chiederle nuovamente se vuole andare oltre fuori da lì, lascio le cose come stanno e mi tengo il dubbio, va bene così. Dall’altra parte della sala c’è anche la gnoma figa, quella dello scambio di contatti “clandestino” dell’altra volta, che saluta da lontano e ammicca in ogni modo possibile nonostante sia con il suo accompagnatore abituale, poi vedo che lui si allontana e lei si mette ad armeggiare col telefono insieme a un altro avventore, un dejavù in terza persona. “Bella puttanella senza ritegno, mi piace”. La serata scorre in allegria e si iniziano a vedere le prime scene di ubriachezza in giro, vado in bagno e trovo la Milk seduta per terra, la svalvolata è impegnata con il cliente, offro drink alle mie amichette e contribuisco a far ubriacare anche quella che di solito se ne sta tranquilla, non ha l’indole puttanesca ma tutto sommato da ubriaca toglie un po’ il freno a mano ed è molto simpatica. La mia sister e la bruttarella sono attive come al solito, così come le altre. Mi godo una scatenata INT che non la smette di provocare e me la prendo in braccio a gambe larghe per un po’ così lo sente meglio visto che non la smette. Poi pian piano alcuni se ne vanno, altri arrivano, le luci si accendono, la notte lascia il posto al giorno e alle 7 del mattino resto l’unico presente oltre allo staff, pago il conto ma ci sono ancora delle birre e dei drink in giro da finire, la musica non c’è più ma le ragazze cantano come delle pazze intanto che mettono a posto il locale e il mezzo katoey del bar prende l’aspirapolvere e inizia ad aspirare con poso successo i coriandoli rossi sparsi ovunque che sono usciti dai palloncini scoppiati fino all’ultimo dalle girls (terrorizzando la povera INT che per qualche motivo ne è terrorizzata), è stata una bella nottata allegra, sono ubriaco ma non troppo, c’è allegria nell’aria, ma per me è ora di andare. Saluto tutti e mi avvio fuori ma prima di raggiungere la porta mi si para davanti la svalvolata che con un sorrisetto in faccia che è tutto un programma in uno slancio di ottimismo o non so cosa mi dice che vuol venire da me. “No, dormo da solo” le dico. Capisce che non è il caso, la saluto con un bacetto in fronte dicendole “Tu bevi troppo, fai la brava”, e tra la gente che inizia una nuova giornata torno verso la mia temporanea dimora per l’ultima volta, ma non prima di essermi fermato al burger king a prendere due porzioni di pollo piccante e riso, perché sento un po’ di fame. Lascio tutto sul piano della cucina, mi appoggio al letto e mi addormento come un bimbo senza nemmeno rendermene conto.

Quando riapro gli occhi sono le 10:40, “Cazzo devo sistemare tutto e andarmene che l’orario di check out è fissato per le 11:00”. Butto tutto in valigia un po’ alla cazzo, ci faccio entrare anche il pollo col riso preso al Burger King e un po’ di bottiglie di tè che avevo in frigo, non ho tempo per la doccia, la farò nell’albergo in all’angolo di soi 9 che ho preso come appoggio per il pomeriggio aspettando il volo, lascio le tessere sul tavolino e me ne vado pensando che ho accumulato qualche bel ricordo anche in quelle stanze.

Fuori sta per piovere, arrivo a metà di Soi 11 e iniziano a cadere le prime gocce, arrivo in fondo alla via, diluvia, devo correre sotto la BTS per fare la doccia fuori, sono a 10 metri dall’Hotel ma se metto la testa fuori dalla tettoia praticamente affogo. Dopo un po’ non ce la faccio più ad aspettare, mi dico “Vaffanculo l’acqua” e corro fino al City Lodge entrando gocciolante in reception dove c’è una tipa che secondo me quando stacca li la sera va a lavorare al Billboard, fisico notevole e faccia un po’ da zoccola direi. L’Hotel dall’esterno e all’entrata è anche decente e carino per quanto sia comunque molto spartano, l’ascensore è moderno, ma qui finiscono i lati positivi. La stanza è decente come dimensioni, ma tutto è vecchio, una delle due finestre non chiude nemmeno bene lasciando uno spiffero di 1 centimetro, il condizionatore è più vecchio di me, il bagno è un tugurio e da dove dovrebbe esserci la ventola di aspirazione che non funziona sento delle voci di Thai che parlano, probabilmente una stanzetta di servizio o qualcosa del genere proprio li dietro. Anche le porte hanno la chiave classica e sono un po’ sgangherate, l’insonorizzazione non sanno nemmeno cosa sia e in generale tutto è un po’ fatiscente, compresa la moquette anni 70 sul pavimento. Per fortuna devo restarci solo mezza giornata per non fare lo zingaro in giro e per farmi una doccia prima di andare in aeroporto, ma per 1000 Baht non è che si possa pretendere chissà cosa, ma come hotel di appoggio prima della partenza o al massimo per una notte di passaggio senza disfare i bagagli può essere valido perché è proprio a ridosso della stazione BTS di Nana, 5 minuti per il Check-in e Checkout che lasci la chiave, controllano se hai pagato e te ne vai, due minuti forse tre.

Mangio il mio pollo piccante col riso per riprendermi un po’, poi doccia e aspetto che smetta di piovere. Intorno alle 14:00 o poco più realizzo che l’unica cosa che può tirarmi su il morale in vista della partenza imminente sia una bella fellatio a due bocche, così recupero anche l’assenza del giorno prima al mio amato 7 Heaven. La BTS a tre passi fuori dall’hotel è comoda, in un attimo arrivo in soi 33 , giro a destra, entro nel vicolo, passo di fronte al Princess, le sirene fuori dalla porta cercano di ammaliarmi e mi invitano a farmi fare un massaggio ma tiro dritto. Entro in quella come fosse quella di casa mia, la tipa alla reception ormai mi saluta distratta e lascia il tablet sul banco senza dire niente, ce ne sono 5 disponibili tra le quali l’unica che ancora non ho mai provato che si chiama Beer, quindi scelgo lei in coppia con April della quale ho un buon ricordo anche se l’ho vista l’ultima volta un anno fa. Adoro quel momento in cui oltrepasso la tendina e in fondo al corridoio c’è la tipa ad aspettare, di solito è una, è la seconda volta che scelgo il duo, April è come me la ricordavo e Beer ha palesemente qualche anno in più, direi che è la più grande li dentro, ma sono entrambe carine e mentre le seguo sul per le scale sono già più eccitato del solito. Il servizio è ottimo come sempre e su mio suggerimento finisco schizzando in bocca ad April mentre strizzo le tette a Beer (una terza misura al silicone ma morbide) che mi fa una sega che è meglio di un pompino, non so bene come ci riesca ma ha una tecnica assurda e delle manine piccole e agili che sa come usare e infatti le chiedo di finirmi in quel modo, anche se le labbra di entrambe insieme sul pezzo non erano niente male lo ammetto. A cose fatte mentre April sistema le cose e fa i gargarismi di rito dopo averle riempito l’hangar, Beer mi regala un massaggino alle gambe e poi alle spalle che rilassa anche quel 1 % di tensione rimasta dopo il trattamento. Non ho altri spicci ma lascio 100 Baht di mancia a entrambe per l’ottimo servizio, recupero le scarpe all’ingresso e scendiamo le scale “Bye bye!”. Non vedo l’ora di tornarci, come sempre. Fumo una sigaretta fuori dalla porta d’ingresso insieme a un giapponese che mi chiede da accendere e poi torno verso l’albergo dimenticandomi per un po’ che tra poche ore sarò in aeroporto lasciando tutto questo lontano fino al prossimo viaggio. Quando passo di nuovo davanti al Princess le ragazze salutano cordialmente senza nemmeno proporre il massaggio sapendo da dove sono appena uscito.

In Hotel, in quella stanza un po’ trasandata con la valigia sul letto pronta alla partenza, il cielo scuro pieno di nuvole e la voce di una donna italiana che passando in corridoio che si lamenta del posto, mi assale una tristezza assurda, che può sembrare una cosa brutta, e in parte lo è, ma a pensarci bene quanto più sono triste per la partenza, tanto più significa che mi è piaciuta la permanenza, e a giudicare da come mi sento in quel momento direi che sono stato benissimo in queste tre settimane, tanto a Bangkok, che pur potendola frequentare poco è ormai per me come una seconda casa, quanto in quei pochi giorni a Hua Hin per merito soprattutto della mia BarGirl a chilometro zero che forse mi ha precluso altre avventure ed esplorazioni più approfondite di locali in città, ma mi ha dato tante soddisfazioni e tanti bei momenti da ricordare, e per quanto sia comunque una mestierante mi è costata meno di un paio di giorni in giro per locali nella capitale, e se fossi stato tirchio avrei potuto anche darle meno visto che di denaro con lei non se n’è mai parlato. Una fresca perlina nel mare dei baretti con tante cozze, una botta di culo averla incontrata, un dispiacere inevitabile averla dovuta abbandonare. Ma anche tutte le altre tipe conosciute nei bar e in altri locali e quelle che mi hanno fatto star bene nei massaggi e nel il mio piccolo rifugio di relax preferito, il 7 Heaven.  E poi il Butterflies e la mamasan che ormai mi conosce anche troppo e ogni volta son risate quando mi porta una tipa nuova e la rifiuto e me ne porta un’altra finché non si scoccia di provarci o ne scelgo una che mi ispira. Anche la svalvolata con tutti i suoi casini e i suoi sbalzi di umore mi ha lasciato sensazioni da ricordare, è una che vorrei come trombamica, forse perché siamo più simili di quanto sembri, sono un po’ svalvolato e “strano” anch’io, lei è una mestierante di professione, io recensisco bordelli e sono puttaniere a tempo pieno, non c’è tutta questa differenza alla fine. E poi naturalmente lei, la mia stronzetta preferita di questa volta, che per quanto possa essere odiosa nel suo essere mestierante sa anche essere adorabile e irresistibile quando non ci sono spettatori a guardare… Pericolosa, molto pericolosa, di solito mi innamoro a ore di quasi tutte quelle con cui vado, ma lei in qualche modo mi ricorda molto una delle poche di cui mi sia invaghito veramente a livelli ridicoli e anche per questo mi è rimasta un po’ troppo in testa, non è esattamente un bene nel mio caso, per questo ho fatto lo stronzo come lei la sera prima e per questo non le ho scritto più niente nemmeno dopo. Se non dovessi andarmene me la terrei buona in ogni modo, ma non ci tengo a farmi del male da solo e quindi va bene così. Passerà. Dopotutto è una della tante con cui ho fatto sesso in cambio di denaro e niente più, ho sconfitto malinconie peggiori, ma è anche colpa sua se adesso so cosa vuol dire soffrire di “Thailandite”.

Decido di uscire da quella stanza triste per non rischiare di rimandare il volo di rientro e vado a trascorrere le mie ultime ore in Bangkok proprio all’Orange Bar dove lavora quello che considero un amico, non nel senso più intimo del termine ovviamente (di quelli ne ho pochi e li ho sempre chiamati “la famiglia che mi sono scelto”, anche se poi sono un cane randagio per natura), ma è più come quando da ragazzetto vai al mare e ti fai degli amici con cui passi del tempo e ti diverti, ci passi dei piacevoli momenti allegri e li rivedi ogni anno in quel posto e ti ci affezioni, ecco, quel genere di amicizia, almeno da parte mia s’intende. Al bar non c’è quasi nessuno, dopotutto è presto, c’è la svalvolata con un cliente, ci sono poche altre con le quali non ho mai interagito, poi c’è la bruttarella che vedendomi un po’ giù di morale mi viene a fare compagnia, il calore di un abbraccio a volte fa miracoli, anche se è quello di una che non ti piace e di cui poco t’importa, l’ultimo drink l’offro a lei, presenza costante e a suo modo simpatica di questa breve avventura, se lo merita. Resto li tra il malinconico e il pensieroso aspettando l’ora della partenza, la svalvolata si avvicina sorridente e mi chiede un drink, io scazzato le dico “Sei impegnata, fattelo offrire dal tuo boyfriend”. Non volevo sembrare stronzo, ma in quel momento non mi andava. Poi dopo un minuto ripassa di li e mi dice con la sua solita espressione indecifrabile “Si lo so”, ci metto un attimo a realizzare che si sta riferendo al fatto che poco prima di arrivare al bar le avevo scritto “Lo sai che oggi devo tornare in Italia?”, giusto per ricordarglielo nel caso avesse la luna storta, ma per fortuna è in compagnia di un cliente e sembra in buona. Dopo un po’ mi giro ed è scomparsa, meglio così, un pensiero in meno.

Tra battutine e ultimi commenti cerco di restare sereno ma ho dormito due ore nelle ultime 24, penso alla stronzetta, alla festa, alle tette di Int, ai primi giorni in compagnia di Milk quando il fidanSato non c’era, alla Gnoma diabolica che avrei voluto farmi un giorno o l’altro, a questa città che ogni volta mi da emozioni e mi fa sentire in qualche modo a casa nonostante tutto, e poi penso che domani non sarò qui e tutto questo mi mancherà un casino. Saluto i presenti, abbraccio l’amico resident e torno in Hotel a prendere le mie cose prima di diventare emotivamente instabile, che poi fa brutto e divento come la svalvolata.

Raggiungo il napoletano dell’andata che ha il mio stesso volo anche al ritorno fino a Vienna e lo scorto verso il Suvarnabhumi, che altrimenti è capace di perdersi per strada. Lo fermano per un controllo dopo i tornelli della BTS, poi lo fermano per controllare il bagaglio in aeroporto, poi ha problemi con lo scanner del passaporto. Alla fine riesce a passare, prendiamo il trenino che passa sotto l’aeroporto e arriva al nuovo terminal di recente apertura, poi con mia piacevole sorpresa (e una discreta botta di culo perché il gate della partenza è li vicino) riesce anche a trovare quella che è l’unica Sala Fumatori dell’aeroporto Suvarnabhumi di Bangkok che si trova appunto all’interno del nuovo Terminal satellite dell’aeroporto, denominato SAT-1, in funzione da poco più di un mese e quindi nuovo di pacca. La sala fumatori (una stanza vuota con due bidoni posacenere al centro nel momento in cui scrivo) è segnalata solamente da un piccolo cartello posto sopra l’entrata e si trova  quasi di fronte al Gate S-118. Strana scelta quella di inserire una sala fumatori nella struttura dopo averle chiuse tutte quante nel resto dell’aeroporto solo alcuni anni fa, ma come dico sempre “Siamo in Thailandia, non mi stupisco più di niente”. Nel resto del Suvarnabhumi, per quanto ne so, si può fumare solamente all’esterno della struttura nelle aree predisposte che sono: fuori dal livello più basso vicino alla fermata del Bus S1 e fuori dal livello più alto alle uscite 1 e 10.

Il Volo con Austrian Airlines è piuttosto tranquillo, al momento del check in online, nonostante mi fossi dimenticato di farlo subito per cercare di prendere il posto all’uscita di emergenza che è quello che preferisco, sono riuscito ad accaparrarmi comunque un posto spazioso in fila centrale a metà aereo (dove c’è il divisorio e dove alla bisogna vengono appese le culle per i bimbi) così posso distendere le gambe e non ho nessuno che mi reclina il sedile in faccia. Se non fosse che su quell’aereo i sedili in economy sono veramente stretti sarebbe ottimo. Mi addormento dopo un’oretta e mi risveglio che ne mancano tre all’arrivo. Non ho mai dormito così tante ore di seguito durante un volo, dovevo essere proprio sfinito. A Vienna fermano di nuovo il napoletano per controllare il bagaglio e lo perdo di nuovo al controllo passaporti. Mai visto fermare qualcuno così tante volte senza motivo. In sala fumatori mi collego al Wi Fi dell’aeroporto e la prima notifica che mi arriva è quella di una chiamata della Svalvolata su Line, alle 7 del mattino ora Thailandese, chissà che voleva… Nel dubbio le ho scritto che se vuole mi fa piacere se siamo amici e può scrivermi quando vuole ma che da me non avrà mai niente più di quello, giusto per mettere le cose in chiaro, non mi va di bloccarla ma non si sa mai cosa le passa per la testa. Poco dopo ritrovo il napoletano che viene a fumare e ci salutiamo li. Aspetto il volo per Firenze, mi addormento dopo il decollo e mi risveglio quando scendiamo di quota per l’atterraggio.

Poche ore dopo sono a lavoro e dico al mio giovane collega: “Sai che a Bangkok ho scoperto un nuovo Pokemon? Si chiama Baimon.”

Ma questa è un’altra storia…

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