Dopo due giorni di vacanze pasquali, sono di nuovo qui a parlarvi di uno dei trombodromi FKK a noi più cari, il Casa Carintia di Feldkirchen. Qui ho festeggiato stavolta la vigilia di Pasqua e il Compleanno del sottoscritto insieme e naturalmente ho ricevuto anche il gettone omaggio offerto dalla casa per l’occasione, ed è uno dei motivi che mi ha convinto ad arrivare fino a Feldkirchen per regalarmi questa giornata. Forse non tutti sono a conoscenza di questa cosa, ma presentando all’ingresso un documento per verificare la vostra data di nascita, se è il giorno del vostro compleanno vi verrà consegnato un gettone omaggio che come ben sappiamo equivale a mezz’ora di camera con una operatrice ovvero 50 euro. Niente male come regalo. Tra l’altro adesso li hanno fatti in metallo i gettoni(prima erano di plastica) quindi, se come me li tenete in tasca, il rischio di perderli si è ridotto notevolmente. Ottima scelta direi. Ma passiamo ai fatti salienti della giornata…

Inizialmente ero indeciso se andare al Casa Carinthia in Austria o al Marina Sauna Club in Slovenia, alla fine ho deciso di fare un’ora di viaggio in più per arrivare al carinziano bordellino FKK di Feldkirchen. Qui, come già detto, ho ricevuto un gettone in regalo, non perché fosse la vigilia di Pasqua, ma perché quest’anno tale data coincideva con il giorno del mio compleanno. In verità sarebbe dovuto venire anche Aleandro, ma quel fetentone m’ha dato buca all’ultimo minuto per impegni di lavoro e quindi ho fatto il viaggio da solo sistemandomi poi al Gasthof Laggner, una pensioncina situata praticamente sulla sponda più a nord del lago Ossiach, nonché a circa cinque minuti dal Casa Carinthia. La spesa in camera singola per una notte è stata di soli 31€, ovviamente prenotando da Booking.com che come di consueto è stato un valido aiuto nel trovare un buon alloggio low cost.

Arrivo al CC (Casa Carinthia) poco dopo le tre del pomeriggio e c’è una sola auto nel parcheggio esterno. Parcheggio al volo e pochi passi più in là varco il portoncino d’ingresso della villa, “E che cazz’è ’sta roba?”; al posto del solito banco della reception mi trovo davanti un tendone da circo viola che così a occhio starebbe meglio a un funerale che non all’ingresso di un FKK. Pessima scelta, non metto in dubbio che sia funzionale in quanto svolge il suo lavoro di “parete divisoria” tra l’esterno e la cassa, ma perdio! Un po’ di buon gusto, suvvia…  Comunque, attraverso il telone mortuario e saluto la lady alla cassa. Dichiaro che oggi è il mio compleanno e ricevo auguri e gettone omaggio dietro giusta richiesta di documento per la verifica, lei squadra la foto con aria dubbiosa, “Si, sono io quello della foto, ero più bellino dieci anni fa, lo so, ma sono io”, quindi dopo aver convinto l’addetta che quello sulla carta d’identità (scaduta da un paio di mesi) sono io senza barba e capelli lunghi, prendo un’accappatoio e mi trasferisco in zona armadietti. C’è silenzio, è presto, ho la chiave numero 323, al 324 c’è colui che ormai credo sia considerato come un pezzo strutturale del locale, una delle presenze fisse del CC, mi sembra di aver capito che il suo nome sia Franco, o qualcosa del genere, nel caso qualcuno lo conoscesse. Scambiamo due parole mentre sistemiamo le cose negli armadietti: “Buongiorno! …Ma te sei sempre qui eh?” dico io. E lui, con tono distratto, in un misto di saggezza e rassegnazione commenta: “Eh, sai, c’è chi ha moglie, famiglia, figli e parenti, chi ha trovato l’amore e chi va a messa, e c’è chi è divorziato e vien qua a volersi bene…”, poi aggiunge qualcos’altro, ma la cadenza dialettale, la voce bassa, e il mio rincoglionimento generale non mi permettono di capire bene, credo comunque fossero vaghe imprecazioni nei confronti della sua ex moglie o qualcosa del genere. Un personaggio strano, non so se definirlo un folle che ha capito tutto della vita, o un uomo dall’animo triste la cui vita è andata un po’ a puttane e ha deciso di seguirla per renderla più piacevole.  Resterà un mistero, ma sopravvivremo.

Doccia rinfrescante per togliersi dalle spalle il peso del viaggio e nel frattempo entra ed esce Isabella che saluta il personaggio appena citato, seguita a ruota da una che non conosco ma che nel corso della giornata avrò modo di conoscere fin troppo bene. Vado al Bar, solita ondata di sguardi da parte delle signorine e degli avventori in sala(che se uno entra al locale da solo per la prima volta è una situazione che provoca quasi disagio) ma ormai ho fatto il callo anche a questo, auguro il buongiorno a tutti e incastrandomi al bancone tra Silvia e Carmen ordino un caffè al buon Tom, sempre indaffarato a lavorare in mezzo alle vivaci draculine.  Dopo aver trangugiato la nera bevanda mi siedo direttamente su uno dei divani li in saletta e devo far scomodare un paio di ragazze per adagiarmi in mezzo a quello più vicino all’entrata perché sono tutti occupati. Sfumacchio un po’, due battutine con le mie vicine di seduta e poi prendo di mira Adina, adesso mora (che poi è il suo colore naturale), quindi avendo ancora un piacevole ricordo dell’ultimo incontro con lei ci appartiamo in saletta lap, o meglio, visto che stavamo cazzeggiando animatamente è lei che mi propone di spostarci di là per stare più tranquilli, anche perché in sala bar lei non ha libertà di movimento perché in teoria le regole della casa vietano alle Girls di “fare comunella” con i clienti in pubblico o quantomeno di farlo in maniera esplicita sotto gli occhi di tutti, per ovvi motivi direi. Ci adagiamo quindi nell’angolino più remoto dell’altra sala e chiacchieriamo di tutto un po’, poi va a prendere da bere e quando torna è il momento di uno spettacolino al palo. Si esibisce Isabella per prima, seguita da Silvia, entrambe molto fighe in pedana, ma Isabella è senza dubbio una spanna sopra. Nel frattempo la furba Adina mi trastulla il pisello sotto l’accappatoio, anche se a un certo punto lui non ci sta più sotto(brava lei). Ma complice il buio in sala, lei seguita la sua operetta incurante del fatto che alcuni presenti stiano lanciando curiose occhiate in direzione del nostro angolino. Lo spettacolo finisce e torna la luce, copro il Regale Augello con le sue gambe per non dare nell’occhio e dopo cinque minuti la invito a proseguire i giochi in camera. Camera con gli specchi a tutta parete, e ti pareva… Una rinfrescata alle zone calde per entrambi e dopo una mezz’ora di reciproche attenzioni orali, ed un’altra mezza di pacifico sesso molto GFE, concludo la pratica con buona pace dei sensi e una quantità smodata di sacro nettare, rilassandomi finalmente come si deve dopo il lungo viaggio. Muoio beato sul letto poi dopo i lavaggi di rito torniamo di sotto. E i primi due gettoni sono andati. Brava Adina, ma oggi mi sembra leggermente più “spenta” del solito, probabilmente perché è un po’ raffreddata, comunque è sempre un piacere. Peccato che oggi non sia presente anche la sua amica Lavinia, avevo in mente un duo proprio con loro per festeggiare il compleanno. E va beh, sarà per la prossima volta.

La giornata continua tra sguardi ammiccanti, risate e smorfie in saletta. La musica gira più o meno in loop, una selezione di brani piuttosto ridotta con la preferenza di Isabella e Co. per “Wiggle” (…wego wego wego…) che ancora mi vaga per la testa mentre ripenso a lei e le sue amichette che ballano e cazzeggiano al bar.  Anche “Dark Horse” di Katy Perry l’hanno fatta suonare fino allo sfinimento, non mi dispiace nel contesto e onestamente ascolto volentieri quel genere di musica, ma dopo una giornata intera vado in paranoia. Comunque sempre meglio del “Tunz Tunz Tunz” sparato a volume improponibile che si sente spesso in altri locali più caotici.

Vado al secondo piano a rilassarmi e noto che nella zona relax hanno cambiato qualcosa. Il lettino abbronzante è stato spostato in una stanza apposita, in un’altra affianco c’è una sauna più grande di come la ricordavo e ancora più in là c’è la sauna a infrarossi. Tutto molto più carino e più funzionale in confronto a prima. Bel lavoro. Mi fumo anche una sigaretta in terrazza poi torno giù nella mischia. Le ragazze sono la solita quindicina, c’è Silvia (detta la flaca), che pur avendo la sua solita faccia da musona oggi mi sembra vagamente più allegra dell’ultima volta che l’ho vista. C’è Carmen, che con quell’aria da professoressa porno alterna momenti di apparente scazzo ad altri in cui intrattiene la sala da sola. C’è Perla, che continua a rompere le palle alla freschissima diciottenne Giorgiana, e ci sono le altre signorine che tra una camera e l’altra fanno servizio al bar e si prodigano in sguardi languidi e sorrisetti nel tentativo di catturare nuove prede. Ma è proprio Giorgiana che con i suoi occhietti sornioni e la sua incredibile somiglianza con l’attrice Madeline Zima , attira la mia attenzione. Così dopo aver cazzeggiato a gesti rimanendo seduti ai poli opposti della saletta la invito a raggiungermi e dopo aver preso da bere ci spostiamo direttamente in camera, per due ragioni, la prima è che non avevo troppa voglia di conversare in inglese (e lei l’italiano lo capisce ma non troppo) e la seconda è che ormai avevo un’irrefrenabile voglia di vederla a Pecora.  Lei nonostante la giovane età sa il fatto suo, se la cava bene alla prova orale, bacia da dio senza ritegno e pur peccando un po’ d’esperienza succhia anche con una certa passione. Diciamo che l’attitudine al mestiere ce l’ha. Poi è il momento del “Test della Sacra Pecora”.  Sarò breve: Tanta Roba. Niente da aggiungere. La ragazza è bella, giovane e brava. Un’ottima new entry per la scuderia del CC ed un’ottima ora per me in sua compagnia. Ci facciamo anche delle discrete risate prima di tornare al piano di sotto e mi guadagno il titolo di “Funny Guy”. È sempre un piacere strappare un sorriso sincero alle signorine, specialmente quando se lo meritano come in questo caso.  Saldo il conto con Madeline Giorgiana e dopo aver preso una birretta mi fiondo in sala pranzo. Affettati, wurstel e poco più. Non ho nemmeno molta fame ma se non butto giù qualcosa poi svengo alla prossima camera. Ascolto i commenti di un paio di avventori che intanto buttano l’occhio come a voler attaccare bottone, ma ho voglia di stare in mezzo alle signorine quindi mi sposto nuovamente al bar e mi faccio servire un caffè, stavolta da Carmen in veste di addetta al bar. Una tipa che non ho avuto il piacere di conoscere perché se ne stava rintanata nell’angolino in fondo al bancone fa un commento con lei riguardo ai miei capelli (e lo so che avrei dovuto sfoltire l’abbondante chioma, ma non ne avevo voglia e li ho lasciati così allo stato brado), quindi scambiamo due battute sull’argomento e dopo averle amichevolmente sfanculate entrambe mi ritiro un in saletta lap a fumare. Quando rientro al bar c’è più gente di prima ed i posti a sedere sono quasi tutti occupati. Raggiungo di nuovo Giorgiana su un angolino di un divano e facendo spostare tutti, compreso il nostro eroe sempre presente(che sta facendo un massaggio alle spalle di una bella giovane meretrice della quale però non ricordo il nome d’arte), riesco ad adagiare il mio culosecco a fianco di quello della mia nuova giovane amica. Poco più in là c’è quella birba di Perla che continua a fare simpatici dispetti alle colleghe animando la situazione. Nei minuti successivi accade di tutto, ad un certo punto Giorgiana avvolge un asciugamano intorno alla testa di Perla che l’aveva giocosamente schizzata con dell’acqua, lei inizia a smanacciare a vuoto cercando di liberarsi mentre le colleghe importunate prima dalla biondina fanno il tifo per l’altra. C’è allegria nell’aria, bell’atmosfera vivace da bordello, e il solito ritornello “Wego Wego Wego…”, che ogni tanto torna a farsi sentire dalle casse per la gioia di Isabella che agita il suo bel culetto insieme a Silvia che le fa da spalla. Ma la mia successiva intrattenitrice della serata è proprio la bionda Perla. Finito il siparietto mi sposto con lei in saletta lap e dopo una bevuta e l’ennesima esibizione di un paio di donzelle sul palco ci spostiamo in camera. Non entro nei dettagli ma è stato un piacevole incontro, e dopo essermi dedicato alla sua bella patatina con tanta dedizione(mia) e somma soddisfazione(soprattutto sua) si è sciolta totalmente e mi ha fatto vedere le stelline. Un’ora e mezza più tardi torniamo giù, mi faccio servire un martini dal buon Tom, e vado a sdraiarmi esausto ma felice all’ultimo piano.

Quando torno di sotto noto che gli ubriachi o aspiranti tali sono aumentati di numero, le ragazze invece sono quasi tutte al piano superiore a render felici gli ospiti. Sento la voglia di un altro giro di giostra ma sono decisamente indeciso se rapire la bella Isabella o fare un secondo round senza esclusione di colpi con quella matta infoiata di Perla. La biondina dalle tette a mozzarella mi chiede se desidero bere ancora qualcosa, non indugio oltre nella scelta e le dico “Martini e ghiaccio, tanto ghiaccio”. Quindi mi porta il bicchiere al tavolo e ringraziandola aggiungo “Ora andiamo di sopra, io mi bevo il martini e ti lascio il ghiaccio, vediamo che ci fai.”  Dopo una tiepida doccia molto intensa con lei che parte all’attacco sotto l’acqua e poi un’altra oretta di guerriglia urbana sul letto tra la sua bocca armata di ghiaccio e il mio soldatino che resiste stoicamente alle sue piacevoli torture si passa al ripasso del kamasutra e mi mette KO, quindi per premiarla e godere del piacevole momento il più a lungo possibile resto ancora una mezza ora a cazzeggiare e rilassarmi beato con lei spalmata addosso in vena di coccole, se così vogliamo chiamarle.

La serata, o quel poco che ne rimane poiché ormai è passata la mezzanotte, va avanti tranquilla tra saluti degli avventori che se ne vanno e le solite velate prese in giro agli ubriachi presenti da parte delle ragazze, sempre vigili e seppur stanche ancora ben sveglie. L’ultima ora la passo appollaiato su uno sgabello del bar a ciarlare ancora con Perla, che oltre ad essere una buona guerriera in camera è anche una piacevole compagnia in sala.
All’una e mezza come di consueto viene annunciata l’ultima mezz’ora disponibile per salire in camera. Verso le due decido di andarmene perché tecnicamente il locale è già chiuso e preferisco non aspettare la ressa in spogliatoio dell’ultimo minuto. Saluto quindi le signorine e i pochi presenti in sala, vado a rimettere gli abiti civili e quando passo alla cassa per lasciare la chiave noto le giovani (e meno giovani) meretrici tutte ammassate in corridoio in attesa della conta dei gettoni da riscuotere. È una bella sensazione passare li davanti alle puledrine ancora nude mentre sono imbacuccato con tanto di sciarpa e berretto invernale (fuori la temperatura è di appena tre gradi), quindi mi godo la scena per un momento e poi auguro la buonanotte alle diavolette vagamente assonnate che non vedono l’ora di uscire a rilassarsi. Mi ritiro dietro la pesante e oscena tenda mortuaria viola ed esco. Dieci minuti più tardi sono in albergo al calduccio sotto la coperta, stanco, esausto, stordito, ma totalmente appagato. Spengo la luce e muoio felice…

Tanto in paradiso ci sono già stato, ed è molto meglio di quello che mi avevano descritto da piccolo.

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